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Elezioni Cip: De Sanctis 'lavoro di pari passo con il Coni'

06 Giu 2025 - 08:01
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Da presidente della Federbocce Marco Giunio De Sanctis, candidato unico alla presidenza Cip, è pronto a prendere in mano le redini del movimento paralimpico. "Per me è un ritorno di fiamma. Sono nato lavorativamente in quel mondo, quando si chiamava ancora FISHa (Federazione Italiana Sport Handicappati) ed è un vanto per me aver contribuito alla sua crescita con tre diversi presidenti (Marson 7 anni, Vernole 8 anni, Pancalli 17 anni). Ritorno per vari motivi, tra i quali l'entusiasmo di un folto gruppo dirigente che mi ha spinto a candidarmi in quanto mi ha sempre riconosciuto competenze e passione. Poi, perché ho ritenuto di essere la persona giusta per guidare la macchina pubblica Cip dopo i 25 anni di presidenza di Luca Pancalli, candidato ora alla presidenza del Coni" le sue parole all'ANSA. Un futuro, quello del Cip, che va nel segno "della continuità perché non disconosco tutto quello che si è fatto, soprattutto con Pancalli, ma anche dell'innovazione e di un ulteriore sviluppo di ciò che è stato realizzato finora. Bisogna mettere a frutto quello che è il potenziale enorme del comitato che, sul territorio, è stato molto ingessato nella sua azione. Le risorse tecniche, economiche ed organizzative vanno trovate là", aggiunge De Sanctis, convinto che il "lavoro del territorio è di straordinario impatto per il movimento, perché la crescita dei tesserati e degli affiliati nasce dalle iniziative territoriali, pertanto vanno liberate le energie periferiche. Abbiamo carenza di persone qualificate sulla disabilità sportiva che dobbiamo necessariamente individuare, anche attraverso una minima retribuzione". Inoltre, di grande rilevanza, il tema dell'impiantistica sportiva, in quanto "soprattutto gli impianti preesistenti sono inaccessibili ai disabili motori e sensoriali e quindi occorrerebbe un mirato intervento legislativo. Occorre potenziare l'impiantistica con almeno tre poli, al Nord, al Centro e al Sud, definendo una volta per tutte la questione del centro Tre Fontane capitolino che ancora non è decollato e quantomeno deve ridurre nettamente il gap tra costi e ricavi", aggiunge. Mentre, parlando dei rapporti con il Coni e di una possibile fusione tra i due enti, il candidato unico al ruolo di presidente Cip ammette come "la fusione fosse un'idea da tempo condivisa con Luca Pancalli, anche se non è facile unire i due comitati, perché occorre trovare tutte le condizioni culturali e tecniche, l'accordo del governo e di tutte le componenti sportive in gioco. Non è un discorso che si può fare nell'immediato futuro anche se ritengo che Cip e Coni debbano andare di pari passo, in quanto sono i due enti che regolano lo sport in Italia e debbano essere uniformati il più possibile nella loro azione, seppure con le dovute differenziazioni legate ai propri temi specifici", conclude

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