"Voglio farmi guidare dal buonsenso e ricreare un'armonia con gli interlocutori sul campo di gioco visto che ce ne sono di nuovi dopo la riforma del 2018". Così Luca Pancalli durante un'intervista alla Stampa affrontando l'argomento della sua candidatura alla guida del Coni. Si tratta - spiega - di "una scelta su cui ho meditato a lungo". Molti hanno visto la trasformazione di Coni servizi in Sport e Salute un'invasione della politica. "Io parto da un presupposto: nella mia vita non ho mai visto la politica come un concorrente. La politica può occuparsi di sport, ma non deve occuparlo", dice Pancalli. "Che la politica si occupi di utilizzare lo sport nell'ambito di un nuovo sistema di welfare o di promozione della salute e della legalità, in aree particolarmente fragili, non la vedo come un'ingerenza, ma anzi come un valore aggiunto", aggiunge. Quando gli viene chiesto di tracciare un bilancio dell'era Malagò, Pancalli osserva: "Sono stati tre quadrienni contrassegnati da grandi successi frutto dell'imprescindibile lavoro delle società, delle federazioni, dei corpi dello Stato e dei gruppi militari. Il tutto ovviamente all'interno del 'Sistema Coni' e quindi sotto la regia di Malagò". Su un possibile raffreddamento dei rapporti con l'attuale presidente del Coni, che sembra orientato a sostenere un altro candidato, Pancalli afferma: "Io ho fatto dell'investimento su dialogo e confronto la mia cifra stilistica, quindi se c'è stato un raffreddamento non è a me che va imputato. Dopodiché mi confronto con tutti senza essere subalterno a nessuno". Lunedì, in un'assemblea dei presidenti federali, il vertice del Coni ha auspicato che il suo successore fosse "uno di loro". Si tratta di un viatico per Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa e principale competitor di Pancalli? "Il dato politico che traggo da quella riunione, così per come mi è stata raccontata, è che non c'è la convergenza su un unico candidato e quindi il movimento è spaccato", sottolinea Pancalli.