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Una elezione mai così incerta. Otto candidati alla presidenza, una poltrona e nessun favorito certo. Luca Pancalli e Luciano Buonfiglio in pole ma Franco Carraro è pronto ad agitare le acque. Nessuna donna in corsa. Questi, in ordine alfabetico, i nomi per prendere il posto di Giovanni Malagò (sono stati esclusi Saimon Conti ed Ettore Thermes per mancanza dei requisiti richiesti dopo che la Commissione verifica poteri del Coni ha respinto i ricorsi da loro presentati in opposizione alle rispettive esclusioni per le loro candidature).
- Duccio Bartalucci: romano nato a Modena, classe 1952. Ex commissario tecnico della nazionale italiana di salto ostacoli è l'attuale ct della Colombia, dopo esserlo stato a lungo per l'Italia. Ha partecipato a un Campionato del Mondo nel 1982 e a un Campionato d'Europa nel 1983. Campione d'Italia assoluto di salto ostacoli nel 1980. Nel 2018 alla guida della squadra nazionale di salto ostacoli ha vinto la Coppa delle Nazioni dello Csio di Roma. Il suo rapporto con la Fise si è interrotto il 31 dicembre del 2022. 'Ho l'esperienza necessaria a guidare una struttura organizzativa così complessa. Giustizia, trasparenza e lotta agli abusi".
- Luciano Buonfiglio: 74 anni, attuale numero uno della Federazione Italiana Canoa Kayak dal 2005. Da atleta partecipò nei 1000 metri K-4 alle Olimpiadi estive del 1976 a Montréal. Vanta 36 presenze nella Nazionale della squadra italiana di canoa ed è stato più volte Campione d'Italia, partecipando a cinque Campionati del Mondo. La sua carriera sportiva è durata 12 anni, dal 1968 al 1980. Entrato venti anni fa a far parte del Coni come membro del Consiglio Nazionale (incarico che ricopre tuttora) ha anche ricoperto la carica di vicepresidente del Comitato Olimpico dal 2013 al 2018 sotto la presidenza proprio di Giovanni Malagò che era allora al suo primo mandato. A chi lo definisce uomo di Malagò, Buonfiglio ha così risposto: "Io cerco di prendere sempre il meglio dalle persone con cui lavoro. Investimenti e conti in ordine per difendere lo sport. Meno personalismo. Tutto va condiviso con Consiglio Federale e Giunta, dal mio lavoro ho imparato che soli non si combina niente".
- Franco Carraro: ex presidente del Coni, 85 anni e dal curriculum infinito. Padovano di nascita e poi milanese e romano d'adozione, laureato in scienze economiche e commerciali, da giovane praticò con successo lo sci nautico, vincendo undici titoli italiani individuali, tre europei individuali e tre a squadre, prima di diventare, fra il 1962 e il 1966, presidente della Federazione. Nel 1967, alla morte del padre Luigi, titolare di un'azienda di distribuzione all'ingrosso di tessuti e confezioni e presidente del Milan dal 1966, ne prese il posto nella presidenza della squadra rossonera, mantenendola fino al 1971. L'ex campione di sci nautico, è stato per tre volte ministro della Repubblica Italiana ma anche, dal 1989 al 1993, sindaco di Roma. È stato il 24º, 26º e 31º presidente della Figc e dal 1978 al 1987 presidente del Coni per due mandati e mezzo: il terzo fu interrotto dalla nomina a ministro da parte di Bettino Craxi. Dal 1982 è membro (attualmente onorario) del Comitato Olimpico Internazionale. Nonostante il parere negativo inviato dal ministro dello sport Andrea Abodi al presidente del Coni Giovanni Malagò (oltre tre mandati non si può) ha scelto di scendere in campo supportato da pareri legali e allegando una memoria legale sulla sua eleggibilità. E' stato ritenuto candidabile per un cavillo normativo: in passato, un comma della cosiddetta Legge Pescante faceva partire il conteggio dei mandati dal 2005. Nel 2018, la legge Lotti ha abrogato quella disposizione ma nello statuto del Coni, recentemente approvato dal governo, il riferimento alla norma originaria è rimasto, rendendo quindi Carraro candidabile. Figura longeva e controversa incarna un sistema relazionale consolidato dove proprio la longevità istituzionale è vista spesso come un valore. "Logico che chi ha grande esperienza accumulata in tanti anni di attività e di supplenza, la metta a disposizione del Governo, delle Regioni e dei Comuni. Il Coni è un Ente Pubblico, Sport e Salute è una SpA di proprietà pubblica, nella quale l'80% di chi lavora ha maturato la propria professionalità in Coni Servizi. Per obbligo istituzionale e nell'interesse dello sport, debbono collaborare e fare sinergia".
- Mauro Checcoli: laurea in Ingegneria messa in campo solo dopo la sua carriera agonistica, vincitore di due medaglie d'oro nell'equitazione ai Giochi di Tokyo 1964, Presidente del Coni provinciale di Bologna dal 1978 al 1988 e membro del Consiglio Nazionale. È stato Presidente della Fise dal 1988 al 1996; Commissario straordinario della Federazione Italiana Medici Sportivi nel 1998 a seguito dello scandalo antidoping. Presidente dell'Accademia Olimpica Nazionale Italiana, nel 2019 si candidò alla presidenza di Sport e Salute. "Ho vissuto lo sport dalla parte del campo, dei tecnici atleti e società sportive. Mi sono reso senza queste figure questa sovrastruttura pubblica, amministrativa, politica su cui si governa lo sport italiana sarebbe del tutto inutile. L'intervento della politica negli ultimi anni è stata distruttivo, è stato distrutto un mondo senza crearne uno alternativo. Anche attivando un imbroglio. Questo nuovo organismo come Sport e Salute è diventato un mondo a se stesso, più riferito alla politica che allo sport in quanto tale. Bisogna ricostruire qualcosa che c'era e non c'è più. Al Coni è stato riservato il compito di formare la squadre per i Giochi ma non ha i mezzi per coordinare l'attività delle federazioni. Nella mia battaglia non ho chiesto i voti di nessuno. Spero che la mia candidatura possa far ragionare".
- Pierluigi Giancamilli: candidato anche lui dell'ultim'ora, è consigliere federale della Fipm (federazione pentathlon moderno) dall'ottobre del 2024 e rivale del presidente della federazione Fabrizio Bittner, il quale è stato nominato a gennaio responsabile della Divisione sport di Forza Italia. Esperto e rigoroso è tra i candidati sensibili sui temi della buona amministrazione.
- Carlo Iannelli: avvocato, è conosciuto per la battaglia per la giustizia che sta conducendo dal 2019, anno in cui il figlio Giovanni è mancato per le conseguenze di una caduta in corsa. 'Voglio riportare l'etica nello sport. La vicenda di mio figlio Giovanni mi ha fatto scoperchiare una realtà orrenda, disumana, agghiacciante', ha dichiarato in una intervista ad una rivista specializzata. Ha definito la sua candidatura 'velleitaria e provocatoria'. Ha ricoperto per 8 anni la vicepresidenza al Comitato regionale della Fci Toscana ed è stato membro della giunta Coni regionale.
- Giuseppe Macchiarola: medico sportivo delle squadre nazionali di boxe per 16 anni, presidente del Coni provinciale di Foggia, consigliere della Federboxe e pochi mesi fa candidato presidente della stessa Fpi. "Necessario rivedere la formazione dei tecnici, nella mia federazione e in tante altre, credo si debba essere più attenti nella selezione degli aspiranti tecnici. Il sistema voto delle varie federazioni, che definirei medievale è un gigantesco problema, no a consegnare deleghe".
-Luca Pancalli: classe 1964, presidente dimissionario del Cip. Dopo aver vinto tre campionati italiani giovanili di pentathlon moderno dal 1978 al 1980 conquista un posto in nazionale juniores. A Vienna riporta nel giugno 1981 un grave incidente durante una frazione di gara a cavallo che gli procura una frattura alle vertebre cervicali, conseguente lesione spinale e paralisi degli arti inferiori. Partecipa a quattro edizioni dei Giochi paralimpici: Stoke Mandeville/New York 1984, Seul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996, sempre nel nuoto vincendo in tutto otto ori, sei argenti ed un bronzo. Nel 1993 comincia l'avventura di dirigente sportivo ed i primi contatti con il Coni. Con Clay Regazzoni, fonda la Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali (Fisaps), organismo allora riconosciuto dal Coni quale una delle Discipline associate. Nel 1996 ricopre l'incarico di vice presidente nazionale della Federazione Italiana Sport Disabili e nel 2000 diventa presidente. Ricopre la carica di vice presidente del CONI nei quadrienni 2004-2008 e 2008-2012. Dal 2005 al 2013 Segretario Generale del Comitato Paralimpico Europeo. Mel 2006 a seguito delle dimissioni di Guido Rossi, venne nominato commissario straordinario della Figc. Nel 2015 viene inserito dal Coni tra le '100 leggende dello sport'. "Mi sembra pretestuoso definirmi il candidato della politica: mi spaventano queste etichette. Con la politica bisogna dialogare. Di Malagò non mi ha convinto la sua l'eccessiva personalizzazione".