C'e' una nazione di 100 milioni di persone, tutte apolidi, ai Giochi di Parigi 2024, e il Cio le concede l'onore di sfilare alla cerimonia di venerdi' prossimo dietro la Grecia, culla dell'olimpismo: e' la nazione dei rifugiati, rappresentata nelle gare olimpiche da un team di 37 atleti per 12 discipline, break dance compresa. Iran, Afghanistan, Sud Sudan, Eritrea, Camerun, Congo, Cuba, Venezuela, Darfur, Etiopia: paesi in guerra o sotto il peso di regimi e di leggi autoritarie, atleti che fuggono in cerca di una vita migliore. Saranno 23 uomini e quattro donne, la maggioranza - ben 13, oltre un terzo dall'Iran. La prima volta fu a Rio 2016. Da allora il Cio ha ampliato il programma di assistenza, e la squadra per Parigi e' cresciuta nei numeri. Per loro, c'e' il supporto di un programma specifico: quattro giorni prima di sbarcare a Parigi, sono stati ospiti della Normandia, e ieri con il presidente Cio Thomas Bach hanno lanciato un appello per la pace. Tra loro mille storie. C'e' Farida ABAROGE, 30 anni, cintura nera di karate e calciatrice, scappata a piedi dall'Etiopia via Sudan, Egitto, poi Libia, e rifugiata in Francia; gareggera' nei 1.500. C'e' Farzad MANSOURI, portabandiera dell'Afghanistan a Tokyo e ora a 23 anni in gara nel taekwondo da rifugiato, dopo il passaggio per il campo profughi di Abu Dhabi e l'asilo nel Regno Unito: lottera' anche per il compagno di squadra di Tokyo, Mohammed Sultani, morto in un attentato suicida all'aeroporto di Kabul. C'e' Ramiro MORA, sollevatore di pesi scappato da Cuba con un circo itinerante, prima di approdare a Parigi. C'e' Maniza TALASH, 21 anni, che fino ai 17 anni era costretta a praticare l'amata break dance a Kabul solo a porte chiuse, e ora lo fara' di fronte al mondo. C'e' Cindy NGAMBA, pugilatrice camerunense arrivata a Bristol a 11 anni e mai piu' rientrata perche' nel suo paese l'omosessualita' e' un reato, e ora secondo gli esperti in lotta per una medaglia. Del Team dei Rifugiati sara' anche la portabandiera nella cerimonia di apertura, assieme a Yahya AL-GHOTANI, che sara' in gara nel Taekwondo. E poi ci sono due 'italiani': Iman MAHDAVI, lottatore iraniano trapiantato a Milano, e il suo connazionale Hadi TIRANVALIPOUR, che si allena a Roma per le sue Olimpiadi di taekwondo. Per tutti loro, Parigi e' un sogno sportivo, per i 100 milioni che rappresentano una luce di speranza.