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Chi mal comincia... È a metà dell’opera

Napoli campione d’Italia. E per la sesta volta nella storia lo scudetto va a una squadra sconfitta nella prima giornata di campionato… I precedenti di Juventus (tre) e Torino (due). E due primati che “macchiano” l’impresa azzurra

di Matteo Dotto
24 Mag 2025 - 00:05

Il testa a testa vero è durato giusto una mezz’ora, con quei 20 minuti che hanno visto in testa l’Inter grazie al goleador per caso De Vrij. Poi ci hanno pensato i bomber di professione d’azzurro vestiti a regalare al Napoli il quarto scudetto. McTominay & Lukaku (12esimo centro per lo scozzese e 14esimo per il belga) hanno apposto la firma su un titolo che il Napoli in realtà aveva vinto domenica scorsa con il pareggio imposto all’Inter dalla Lazio. Sono 10 più mezzo Kvaratskhelia (ceduto a gennaio al Psg) i calciatori che hanno bissato, ieri, la magica notte del 4 maggio di due anni fa. In più sono arrivati pezzi grossi come Lukaku (per Osimhen), McTominay e Buongiorno per una squadra di alto livello nonostante Conte abbia spesso passato il messaggio di avere a che fare con una rosa al livello del Pizzighettone… 

FALSA PARTENZA

E’ la sesta volta nella storia del nostro campionato che lo scudetto va a una squadra che aveva perso alla prima giornata. Il 18 agosto dell’anno scorso il Bentegodi ospita Verona-Napoli. Proprio la partita che nella prima giornata del torneo 1984-85 aveva segnato l’esordio italiano in A di Diego Armando Maradona: quella volta, era il 16 settembre 1984, finì 3-1 (reti di Briegel, Galderisi, Bertoni per il Napoli e Di Gennai) e alla fine di quel campionato lo scudetto andò proprio al Verona di Bagnoli. Ma torniamo all’agosto 2024. Un gol del capoverdiano Livramento (l’unico in stagione...) e una doppietta del colombiano Mosquera (che segnerà solo altre tre reti nel resto del torneo) confezionano un clamoroso 3-0 a favore dei gialloblù di Paolo Zanetti. Con l’allenatore partenopeo Antonio Conte costretto a chiedere scusa nel post partita.

Negli anni Duemila solo in un’altra occasione vince lo scudetto una squadra sconfitta all’esordio: 2015-16, la Juventus di Allegri campione in carica è battuta 0-1 allo Stadium dall’Udinese. Il francese Cyril Thereau al 78’ elude la marcatura di Lichsteiner e sul cross di Kone castiga da centro area Buffon. La partenza di quella Juve è lentissima, a un certo punto accusa 11 punti di distacco dalla vetta (alla decima giornata, Roma in testa con 23 punti e Juventus undicesima con 12) ma grazie a una clamorosa rimonta arriva a conquistare il titolo. Titolo che il Torino di Gigi Radice e dei Gemelli Pulici & Graziani vince nel 1975-76 (unico del dopo Superga) nonostante l’iniziale sconfitta a Bologna: 1-0, gol del compianto Ezio Bertuzzo, torinese di Settimo e cresciuto proprio nelle giovanili granata. Bologna castiga-Grandi anche l’anno precedente: prima giornata, 2-1 alla Juventus di Carletto Parola; dopo i gol dei centravanti Savoldi e Anastasi decide la sfida il difensore Franco Cresci (solo 7 reti in carriera in 331 partite di Serie A).  Gli altri casi di scudetti vinti con una falsa partenza riguardano stagioni lontane e vedono sempre protagoniste le due squadre torinesi. Nel 1942-43 l’italoargentino Demaria firma l’1-0 dell’Ambrosiana Inter contro il Toro che a fine campionato vincerà il primo dei cinque scudetti targati Grande Torino. Nel 1932-33 è la “piccola” Alessandria che al Moccagatta (allora, in realtà, Campo del Littorio) supera 3-2 la Juventus: i bianconeri - sotto di tre per la doppietta di Cattaneo e il gol di Scagliotti - reagiscono nel finale ma non bastano le reti di Vecchina e Orsi (su rigore) per completare la rimonta. A fine campionato però Borel e compagni festeggeranno il suo quinto titolo italiano, terzo consecutivo.  

RECORD

Antonio Conte celebra il suo quinto scudetto italiano e raggiunge così Lippi e Capello. Adesso nella classifica delle panchine tricolori davanti rimangono solo Allegri (a quota 6) e Trapattoni (in testa con 7). Nessuno però è mai stato in grado di conquistare il titolo italiano con tre squadre diverse. L’impresa di Conte arricchisce così il suo palmares dopo i 3 scudetti juventini dal 2012 al 2014 e quello vinto con l’Inter nel 2021. Il Trap (6 scudetti con la Juventus e uno, nel 1988-89, con l’Inter) andò vicino al tris con la Fiorentina nella stagione 1998-99: l’infortunio di Batistuta e le bizze di Edmundo fecero sfumare il sogno e nella lotta a tre con Lazio e Milan la spuntarono proprio i rossoneri di Zaccheroni. Capello il tris lo fece ma Calciopoli cancellò i titoli conquistati alla guida della Juventus nel 2005 e nel 2006 che si sarebbero aggiunti ai 4 vinti con il Milan negli anni Novanta e a quello della Roma nel 2001. Conte poi ha festeggiato anche uno scudetto all’estero: la Premierleague nel 2017 con il Chelsea. Così come del resto Capello e Trapattoni. Capello conquistò due titoli di Liga con il Real Madrid (1997 e 2007) mentre il Trap si è imposto in Bundesliga (Bayern Monaco 1997), in Primeira Liga (Benfica 2006) e in Austria (Salisburgo 2007).

NUMERI

Uno scudetto che batte però due record negativi. Bassa la quota, con 82 punti… primato negativo eguagliato con i titoli dell’Inter 2009-10 (di Mourinho) e del Milan 2010-11 (di Allegri). Record negativo di punti e anche di gol segnati dalla squadra campione: solo 59 in 38 giornate, alla media di uno e mezzo a partita. Primato negativo battuto e strappato al Milan che nel 2010-11 (con Allegri in panchina) arrivò davanti a tutti con soltanto 65 reti realizzate. Terzo titolo meno prolifico quello della stagione successiva 2011-12 quando la Juventus (di Conte) conquistò il primo di una serie di nove scudetti consecutivi segnando soltanto 68 gol.

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