I PRECEDENTI

Jovic al Milan? Sarebbe il secondo calciatore serbo in rossonero

L'attaccante del Real Madrid potrebbe sbarcare quest'estate a Milanello, ma non sempre i giocatori di origine slava sono andati bene nella storia della formazione ora allenata da Pioli

  • A
  • A
  • A

Luka Jovic potrebbe lasciare il Real Madrid dopo una sola stagione e diventare un nuovo giocatore del Milan nella prossima estate. Dopo un’annata deludente e gli ultimi comportamenti indisciplinati durante lo stop per il coronavirus, Jovic riformerebbe in maglia rossonera, insieme ad Ante Rebic, una coppia offensiva che aveva ben figurato all’Eintracht. Ma in passato i calciatori di origine slava non sempre hanno fatto bene a Milanello.

Fino agli inizi degli anni ’90 Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro, Bosnia e Macedonia erano “solo” sei repubbliche della Jugoslavia. Poi, però, il processo di dissoluzione di quel territorio ha portato queste stesse nazioni a dichiarare nel corso degli anni l’indipendenza a causa di dissidi interni di derivazione politica, economica e sociale. Diversi sono stati i calciatori di origine slava che hanno vestito la maglia del Milan: pochi sono quelli che sono diventati campioni e che hanno contribuito ai grandi successi dei rossoneri, molti invece si sono rivelate delle autentiche delusioni.

Cominciano dalla Croazia, che tra i paesi dell’ex Jugoslavia è quello ha regalato più calciatori al Milan. Uno tra tutti è ovviamente Zvonimir Boban, che ha scritto pagine di storia con il Milan, giocando in tutti ruoli del centrocampo, vincendo nove trofei. Lo scudetto di Zaccheroni lo vide protagonista assoluto, nel ruolo di regista dietro le punte, e fino a tre mesi fa era nell’organigramma dirigenziale, per poi dimettersi dopo i dissidi con Ivan Gazidis. Ha lasciato tutto sommato buoni ricordi anche Dario Simic che, arrivato dall’Inter nel 2002, ha vestito la maglia rossonera per sei stagioni, alternando periodi di titolarità ad altri come riserva. Atleta molto serio, è stato un buon difensore, polivalente sia come terzino (destro) che come centrale e ha vinto parecchi trofei con Ancelotti. Un altro che non è affatto dispiaciuto è stato Mario Pasalic: centrocampista e protagonista a Doha nel 2016 con il rigore decisivo contro la Juventus che ha regalato la Supercoppa Italiana (ultimo trofeo vinto per ora dal Milan) e il gol vittoria a Bologna al 90’ nel 2017 quando i rossoneri vinsero in nove contro undici.

Sono passati senza lasciare tracce Dario Smoje e Drazen Brncic tra la fine degli anni ’90 e inizio millennio. Chi ha profondamente deluso, poi, è stato Nikola Kalinic. Acquistato nell’estate 2017 quando sembrava fosse l’attaccante giusto, si rivelò l’esatto opposto. Gol sbagliati a grappoli e a volte pareva quasi svogliato in allenamento, tanto da indurre Gattuso a lasciarlo fuori dai convocati. Non hanno mai totalizzato nemmeno una presenza Stefan Simic e Alen Halilovic. Infine Ante Rebic. Arrivato nell’ultimo giorno di mercato dell’estate 2019, in cambio di Andre Silva, dall’Eintracht Francoforte, inizialmente sembrava un corpo estraneo, con prove incolore e scialbe. In poco più di un mese, invece, l’attaccante croato ha realizzato sette reti in otto partite, beneficiando anche dell’arrivo di Ibrahimovic (anche lui di origine slave). L’ex Fiorentina e Verona è un giocatore che non dà punti riferimento; è molto abile nel tiro e in area di rigore.

Il secondo Paese ex jugoslavo con più milanisti è la Slovenia e in questo caso le gioie sono state veramente poche. Quello che lasciato tracce più “positive” è stato Valter Birsa, centrocampista ora in forza al Cagliari, che ha disputato una sola stagione in maglia rossonera (2013-2014), totalizzando 15 presenze e solo due gol, anche se entrambi decisivi per la conquista dei tre punti in campionato. Mitja Novinic e Zan Benedicic non hanno neanche una presenza ufficiale. Noti dolente anche per quanto riguarda la Bosnia (Andrej Modic e l’attuale portiere di riserva Asmir Begovic), mentre è decisamente più piacevole il ricordo del montenegrino Dejan Savicevic. Ai tempi di militanza al Milan, il Genio giocava ancora con la nazionale rappresentante della Repubblica Federale di Jugoslavia. Savicevic è approdato nel Milan di Capello nel ’92 e ci resterà per cinque stagioni e mezzo: dopo un primo anno in cui faticava a inserirsi nei collaudati meccanismi rossoneri, conquisterà una maglia da titolare e disputerà una grandissima stagione, culminata con la straordinaria prestazione nella finale di Champions League contro il Barcellona e con quel delizioso pallonetto a Zubizarreta conservato nelle cineteche. In rossonero ha conquistato tre scudetti, una Supercoppa Italiana, due Supercoppe Europee e, per l’appunto, una Champions League.

E infine veniamo proprio alla Serbia, il Paese di origine di Luka Jovic. Se dovesse veramente sbarcare a Milanello, si tratterebbe del secondo calciatore serbo in assoluto a vestire la maglia rossonera. La speranza per i tifosi del Milan è che Jovic possa lasciare ricordi decisamente più importanti rispetto al suo connazionale predecessore, Lazar Petkovic. Praticamente un fantasma perché, pur venendo dal settore giovanile, ha collezionato solo cinque panchine in prima squadra nella stagione 2012-2013, prima di trasferirsi prima al Parma e poi allo Spezia. Jovic andrebbe a riformare insieme ad Ante Rebic quella coppia offensiva dalla forte influenza slava che con 37 reti stagionali in totale sfiorò la finale di Europa League 2019 con l’Eintracht Francoforte.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments