GENOA

Gudmundsson lancia segnali verso l'estero: "Seguo da sempre Barcellona e Manchester United"

Il calciatore del Genoa ha rifiutato nelle scorse settimane l'offerta della Fiorentina per puntare in futuro ad altre destinazioni 

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Gudmundsson lancia segnali verso l'estero: "Seguo da sempre Barcellona e Manchester United" - foto 1
© Getty Images

Albert Gudmundsson è da mesi al centro del calciomercato italiano. In molti ci hanno provato a strapparlo al Genoa, ma nessuno sinora è riuscito nell'impresa complice anche la ferrea volontà dell'islandese di rimanere in rossoblù. Il tutto almeno sino a giugno quando il calciatore del Grifone potrebbe lasciare la Serie A e volare verso altri lidi come si può leggere fra le righe parlando dei suoi miti: "Quando ero piccolo era David Beckham, perché mio papà, grande tifoso del Manchester United, mi faceva vedere sempre le partite. Crescendo ho iniziato a seguire sempre di più il Barcellona, il Barcellona di Messi, e penso sia stato uno dei migliori di sempre". 

Vedi anche Fiorentina: ufficiale Belotti, il Genoa non cede per Gudmundsson fiorentina Fiorentina: ufficiale Belotti, il Genoa non cede per Gudmundsson Un pensiero a due grandi club che in futuro potrebbero diventare una destinazione gradita da Gudmundsson che ha rifiutato prima le avance dell'Atalanta e poi il forte corteggiamento della Fiorentina, giunta a un passo dal trovare l'accordo nel corso dell'ultima sessione di mercato. Eppure non ci sarebbe mai stato nulla di concreto secondo quanto riportato dall'attaccante proveniente dal Nord Europa. "Gli ultimi giorni di mercato invernale sono stati un po' particolari, ma sono contento di essere rimasto al Genoa. Sento di poter realizzare qui gli obiettivi stagionali che mi sono prefissato - ha raccontato l'islandese in un'intervista rilasciata a DAZN -. Il giorno dopo la fine della sessione di mercato, mentre stavamo facendo colazione, Gilardino si è avvicinato e mi ha abbracciato intensamente. Mi ha sorpreso lì per lì, poi ho letto sul giornale che in conferenza stampa aveva detto lo avrebbe fatto in caso fossi rimasto".

Decisivo è stato l'apporto dell'allenatore biellese che, come riportato dallo stesso Gudmundsson, ha saputo comprendere sin da subito le sue esigenze e concedergli gli spazi giusti per brillare in Italia, come già accaduto al bisnonno nel Milan: "A livello tattico, mi dà una posizione di partenza, ma durante la partita sono libero di cercare la posizione ideale. Preferisco partire dal centro, perché posso andare a destra, a sinistra o puntare l'avversario. La cosa più importante, però, è che Gilardino abbia compreso le mie qualità - ha concluso il giocatore del Grifone -. Non so se fosse destino che giocassi in Italia, forse lo era che diventassi un calciatore. Non ho mai visto giocare il mio bisnonno, ma in tanti, in Islanda, dicono sia stato il calciatore più forte della storia del calcio islandese. Adesso però capisco perché il mio bisnonno amasse così tanto l'Italia. Non è solo un discorso di livello del campionato, ma anche di qualità di vita, di clima, di cibo". 

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