All'Inter non c'è un giocatore preciso "messo in vendita e sacrificato o sacrificabile" sull'altare della sostenibilità finanziaria e dell'auto-sostentamento imposto dalla proprietà. Non c'è semplicemente perché nella situazione in cui versano i conti del club per qualsiasi calciatore nerazzurro ogni eventuale richiesta-offerta viene presa in considerazione: il che non vuol dire necessariamente vendere ma sicuramente valutare la fattibilità dell'operazione. E i calciatori più "apprezzati" si sa quali siano, Bastoni è certamente uno di questi. Le parole del suo procuratore, Tullio Tinti, a SportItalia hanno fatto clamore e suscitato reazioni tra i tifosi interisti: "Sicuramente Alessandro è tifosissimo della squadra in cui gioca, e quindi sta volentieri all'Inter" ha detto l'agente. "Però è anche un professionista, il calcio è questo e ci si deve anche adeguare. Dopodiché è contentissimo di giocare nell'Inter, ha la maglia sulla pelle". Dichiarazioni che fotografano la realtà così come è: Bastoni non vuole lasciare Milano, piace però a diverse squadre (il Tottenham di Conte in primis), il suo cartellino è pesante, se un'offerta seria verrà presentata l'Inter di certo la ascolterà.
D'altra parte dopo aver preso a gennaio Gosens e bloccato Onana, dopo aver raggiunto l'accordo con Mkhitaryan, mentre tratta con ottime probabilità di successo Dybala e Asllani e tiene in caldo le opzioni Lukaku e Bremer andando alla ricerca di un sostituto di Perisic (un giovane tipo Bellanova del Cagliari), l'Inter deve per forza di cose pensare anche a vendere per incassare e sfoltire per abbassare il monte ingaggi. E questo non solo perché Suning ha imposto l'autofinanziamento. Vidal e Sanchez se ne andranno (con il secondo c'è da trattare per la buonuscita, poche le richieste arrivate), con un sensibile risparmio alla voce stipendi, Sensi e Gagliardini sono sul mercato, Pinamonti, Satriano ed Esposito (rientranti dai prestiti) pure. Marotta e Ausilio stanno provando a fare cassa con queste operazioni, al netto del fatto che poi numericamente andranno trovati i sostituti. Ecco perché un cosiddetto big è quanto mai probabile che parta, cercando comunque di garantire la competitività del collettivo. Il management nerazzurro è certo di poter riuscire nell'operazione: Marotta lo ha fatto la stagione scorsa, lo può rifare ora. Un lavoro che però sul lungo periodo, se Suning non tornerà a immettere capitali, non può tenere. Ecco perché molti tifosi nerazzurri oggi nonostante tutto vedono il bicchiere mezzo vuoto.
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