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Next stop Portland: Wehrlein e Dennis ai ferri corti, cinque in lizza per il titolo 

Il dodicesimo round del Mondiale fa da premessa al rush finale di luglio sulle strade di Roma e Londra

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Next stop Portland: Wehrlein e Dennis ai ferri corti, cinque in lizza per il titolo  - foto 1
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Il rush finale del Campionato del Mondo FIA di Formula E scatta nel weekend in arrivo con il debutto assoluto del mondiale elettrico a Portland, Oregon. Non si tratta però della prima volta negli USA: Miami, Long Beach e New York City hanno già ospitato il Mondiale elettrico. Quello che va in scena sabato 24 giugno al Portland International Raceway è uno snodo cruciale della corsa al titolo (e alla successione di Stoffel Vandoorne) che conoscerà poi a metà ed a fine luglio i due appuntamenti doppi (e decisivi) di Roma e Londra. A puntare al bersaglio grosso sono attualmente cinque piloti, almeno stando alla classifica generale così come essa è stata consolidata dalle due gare del primo weekend di giugno a Djakarta.

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Davanti a tutti c'è Pascal Wehrlein ma il tedesco di Porsche (tornato in vetta con la vittoria in gara-uno in Indonesia) si presenta in Oregon con un solo punto di vantaggio nei confronti di Jake Dennis (Avalanche Andretti powered by Porsche, due volte secondo a Djakarta): 134 punti a 133. Autore di un weekend un po' "off" a Djakarta dopo le gradi prestazioni precedenti, Nick Cassidy insegue il duo di testa con 128 punti, mentre Mitch Evans (Jaguar,109 punti) e Jean-Eric Vergne (DS Penske, 97 punti: unico della top five ancora sotto quota cento), oltre alle loro indiscutubili qualità, nella volata finale possoni fra valere anche la loro maggiore esperienza sui rivali che li precedono.

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© Getty Images

Il Southwire Portland E-Prix rappresenta invece l'ultima chance di saltare sul treno iridato per il campione 2020 Antonio Félix Da Costa (compagno di squadra del leader Wehrlein) che totalizza 78 punti - diciannove di ritardo da JEV - ed a maggior ragione una vera e propria ultima spiaggia per Maximilian Guenther (70) che nella recente trasferta nel Sud Est asiatico ha fatto la storia in gara-due, riportando al successo la Maserati. Certo, il pilota tedesco del Tridente non ha reali chances di rincorrere il titolo, potendo contare su una base di... partenza per lo sprint finale di poco più della metà dei punti del leader.

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© Portland International Raceway

Ad aggiungere sale alla sfida (anzi alle molteplici sfide) del dodicesimo round iridato, c'è anche la sua location: quello di Portland è solo il secondo (e ultimo) appuntamento del calendario su un autodromo permanente: il primo era stato l'Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico. Il Portland International Raceway (tappa fissa del campionato Indycar) non manca di storia: è nato negli anni Sessanta, letteralmente sulle macerie della cittadina di Vanport, rasa il Memorial Day (30 maggio) del 1948 da un'inondazione del fiume Columbia in seguito al cedimento di un argine. Il tracciato venne realizzato sfruttando tutto ciò che rimaneva: le vie cittadine e le fondamenta delle costruzioni.

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© CART

Tra le tappe storiche, due su tutte, relativamente recenti. Nel1986 Mario Andretti la spuntò al fotofinish nella CART di Portland (Indycar) sul figlio Michael: per settanta millesimi, all'epoca il distacco più limitato in assoluto in una gara automobilistica. Se vogliamo, un precedente beneaugurante per il "title contender"Jake Dennis e magari per Andrè Lotterer, portacolori del Team Avalanche Andretti, che in un certo senso corre in casa. Undici anni dopo invece (1996) Alessandro Zanardi colse proprio a Portland la prima delle sue tre vittorie nella sua stagione da Rookie nel campionato CART con la Reynad-Honda del Chip Ganassi Racing. Alex avrebbe poi conquistato il titolo nei due anni seguenti, nel 1998 vincendo nuovamente a Portland.

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