FORMULA 1

Valtteri subisce ancora, Sergio "from zero to (quasi) hero": gemelli diversi!

Il finlandese ed il messicano "spettatori" della sfida stellare tra Hamilton e Verstappen nel Gran Premio che ha inaugurato il Mondiale.

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Uno ha collezionato quattro presenze sul podio (ma nessuna vittoria) nelle ultime cinque edizioni del GP del Bahrain. L'altro ha vinto lo scorso 6 dicembre...  sul "miniovale" di Sakhir il suo primo GP (al 190esimo tentativo). Ma quest'anno Valtteri Bottas e Sergio Perez lasciano il Golfo Persico con pochi motivi di sorridere e - davanti - la prospettiva di un intero Mondiale nell'ombra dei rispettivi capitani, potendo contare solo sugli episodi per avvicinarsi al centro della scena.

Musi lunghi a fine gara, sia nel box Mercedes che in quello Red Bull. I primi cinquantasei giri del Mondiale hanno subito certificato quello che era già praticamente un dato di fatto.

Al via dalla seconda fila insieme a Charles Leclerc, Bottas non ha faticato a confermare la sua terza posizione ma ha praticamente fatto gara solitaria. Abbastanza "comodamente" al riparo dalla Rossa del monegasco e poi dalla McLaren di Lando Norris, ma al tempo stesso tagliato fuori dalla sfida per la vittoria, il finlandese è poi pure incappato in un pit stop da incubo che gli è costato una decina di (ulteriori) secondi persi dal duo di testa. A suo dire decisivi (!) nell'impedirgli di lanciarsi all'attacco. Solo che il suo distacco totale da Hamilton ammonta a trentasette secondi: i conti non tornano comunque. Ecco, proprio di questo (il guaio ai box ed una strategia difensiva) pare essersi lamentato Valtteri con Toto Wolff a fine gara in un breve conciliabolo con il boss che però ha platealmente tagliato corto.

Per completare il quadro di un weekend nervoso ed insofferente, alla vigilia del GP Bottas aveva altrettanto teatralmente (via radio...) definito "undriveable" la sua W12 in assetto da qualifica. A Valtteri il team ha per la verità assegnato il compito (portato diligentemente a termine da VB) di strappare a Verstappen il giro più veloce in gara e relativo punto-bonus. In un Mondiale che (attendiamo due o tre controprove, a partire da Imola) potrebbe giocarsi punto su punto, anche le briciole potrebbero contare parecchio. Insomma, la "pedina" Bottas avrebbe la sua importanza, in una partita a scacchi in ventitré tappe. Il destino di Valtteri è nelle sue mani: adattarsi al ruolo ma anche esserne all'altezza. La differenza è sottile e decisiva e - in agguato, meglio non dimenticarlo - c'è sempre un certo George Russell...

Da parte sua, Sergio Perez può almeno permettersi di vedere il bicchiere mezzo pieno. La sua RB16B si è ammutolita nel giro di ricognizione, ad un chilometro dalla sesta fila "conquistata" in qualifica, vale a dire mancando l'ingresso in Q3, mentre Verstappen - dopo aver dominato test di metà mese e prove libere del GP - metteva a segno la pole position. Checo è però riuscito a rimanere freddo e concentrato ed a riavviare la power unit Honda, dando vita ad una (bella) gara tutta di rimonta che lo ha portato a chiudere il GP in quinta posizione, superando la Ferrari di Leclerc e mettendo nel mirino la McLaren di Norris. Insomma, una prova di carattere per il messicano, da sempre animale da gara molto più che "qualifier" ed una certa dose di ottimismo per guardare avanti, pensando che il suo ex team (Racing Point/Aston Martin) non ha fatto meglio della decima piazza finale di Lance Stroll. L'importante è non farsi troppe illusioni ma farsi trovare pronto quando si presenterà l'occasione di uscire dall'ombra.

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