Il Mondiale punta su Miami, all'indomani di un debutto europeo che ha rimesso in equilibrio la sfida tra Red Bull e Ferrari.
di Stefano Gatti© Getty Images
Il campanello d'allarme lo ha agitato nell'aria densa di umidità di Imola Charles Leclerc, a GP appena terminato: la Red Bull era più forte, è cresciuta e noi (nel senso della Ferrari) dobbiamo migliorare. La cartina al tornasole l'ha offerta Sergio Perez, con il quale Charles si è a lungo e sorprendentemente ritrovato ingaggiato, fino a sbagliare alla Variante Alta nel tentativo di metterlo sotto pressione. Perez, non Verstappen. Checo, al volante della Red Bull... diversamente veloce, non SuperMax!
Il quarto appuntamento iridato ha offerto elementi di novità ad un trend che - dopo i primi tre episodi stagionali - appariva piuttosto consolidato e - classifiche Piloti e Costruttori alla mano - decisamente favorevole alla Ferrari Certo, ci si sono messi gli episodi (come ha sottolineato Mattia Binotto), ci si sono messe le condizioni meteo parecchio "tricky" ma... queste ultime valevano per tutti e gli episodi stessi tornano sempre in equilibrio, nel bilancio complessivo di una stagione intera. Quindi, il focus deve per forrza di cose essere un altro. Se di semplici episodi si è trattato, sarà più che sufficiente il prossimo appuntamento a chiarirlo: quello con il GP di Miami, molto adatto da questo punto di vista trattandosi di una prima assoluta. Dove si parte tutti da zero.
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Conviene intanto tornare su Imola, perché da qui si riparte, per sottolineare quanto in Romagna siano bastati alcuni aggiornamenti non sostanziali ad avvantaggiare la Red Bull. Già una decina di giorni fa il Team Principal di Maranello (e non solo lui) aveva sottolineato la scarsa convenienza di introdurre un primo step di sviluppo ad Imola, per via dello scarso tempo a disposizione per verificarne l'efficacia (i sessanta minuti del primo turno di prove libere), dovendo dedicarsi fin da subito alla preparazione della qualifica in programma nel tardo pomeriggio del venerdì. Non sappiamo se sia stato questo a fare da premessa agli eventi della Sprint del sabato e del GP "full distance" della domenica. La scelta (fatta anche da diverse altre squadre) evidentemente non ha pagato. A mischiare le carte poi le particolari condizioni meteo del weekend imolese.
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Il secondo fronte sul quale la Ferrari deve lavorare in vista di Miami (e degli appuntamenti successivi) è a nostro avviso quello umano. Leclerc è un diamante purissimo, ha lo... shining dentro - la "luccicanza" - ma gli serve un equilibrio che è compito della squadra assicurargli. Ammettere le sue responsabilità in un errore come quello alla Variante Alta è atto di onestà intellettuale ma l'errore stesso va rimosso subito, per ritrovare immediatamente la leggerezza di Sakhir, Jeddah e Melbourne. Quanto a Sainz, il doppio passaggio a vuoto di Melbourne e Imola è un contrattempo non da poco, perché il GP dell'Emilia Romagna era uno snodo fondamentale per le ambizioni dello spagnolo. Certo, la sfortuna, Ricciardo, il cordolo bagnato, l'imprevisto alla prima curva. Fa parte del mestiere ma, con una Red Bull che mette una marcia in più (anzi due: Perez), gli spazi di manovra di Carlos si riducono ulteriormente. Tocca tirare una linea sotto Imola e ritrovare lo slancio dei primi tre GP. La fase-due del Mondiale è appena iniziata. Tocca prendersi qualche rischio in più: nell'approccio del GP però, non a pochi giri dalla sua bandiera a scacchi.