La squadra di Milton Keynes non portava più un suo pilota al titolo iridato dai tempi del poker di Sebastian Vettel tra il 2010 e il 2013.
di Stefano Gatti
È già e indiscutibilmente vera gloria ma sarà anche duratura? Grazie a Max Verstappen ed al rocambolesco finale di Abu Dhabi, la Red Bull torna sul tetto del mondo otto anni e... un'intera era tecnica (quella ibrida) dopo l'ultimo titolo iridato messo a segno - stiamo parlando di Mondiale Piloti - da Sebastian Vettel che però nel 2013 firmava a il capitolo conclusivo di un clamoroso poker e non il primo di quelli che molti pronosticano per come un lungo regno del neocampione. Sarà proprio così?
I punti in comune tra il quattro volte iridato tedesco e Verstappen non mancano, ad iniziare da una monoposto e da una squadra - la Red Bull, appunto - in grado di permettere ad entrambi di lanciare l'attacco al potere... costituito. Anche se - tra il 2010 ed il 2013 - la superiorità dei "Tori" motorizzati Renault era piuttosto marcata e tale da permettere a Vettel di mettere a segno il suo poker con un incedere più o meno indisturbato. A parte nel 2010 quando Seb la spuntò solo all'ultima esibizione di Abu Dhabi sul ferrarista Alonso, sul proprio compagno di squadra Webber e... su Hamilton, ancora e sempre lui, ma allora sulla Mercedes. Tutt'altra storia rispetto al tiratissimo duello (senza esclusione di colpi, in pista e fuori) appena concluso tra Verstappen e lo stesso Hamilton!
Comunque sia, c'è sempre la Mercedes sulla strada (anzi, sulla pista) di Red Bull Racing. Perché se oggi Max interrompe sette anni di titoli iridati conquistati dai piloti Mercedes (sei con Hamilton, uno con Rosberg), va anche ricordato che - nel 2010 (primo titolo del binomio Vettel-Red Bull) la Mercedes stessa faceva il suo ritorno in Formula Uno rilevando la Brawn GP che aveva clamorosamente vinto il Mondiale dell'anno prima. E che nel 2008 Hamilton aveva conquistato il suo primo titolo iridato con la McLaren-Mercedes, strappandolo al ferrarista Felipe Massa nel caotico finale del GP del Brasile. Una staffetta che si rinnova insomma, quella tra Mercedes e Red Bull, e che da oltre un decennio lascia solo le briciole alla concorrenza e - come abbiamo appena visto - soprattutto alla Ferrari.
Tornando all'inizio, resta da capire se il titolo conquistato da Verstappen sotto i riflettori di Abu Dhabi sia stato una parentesi nell'incedere trionfale di Hamilton oppure - come la storia stessa della Formula Uno lascia facilmente immaginare - il primo capitolo di una nuova era. Vale intanto la pena sottolineare come il quarto ed ultimo titolo conquistato da Sebastian Vettel (con il motore Renault, come i tre precedenti) chiudesse l'era dei V8 atmosferici da 2400 centimetri cubici, mandati in pensione dall'inizio dell'era ibrida e dei motori turbo V6 da 1600 cc e dal sistema di recupero di energie: le attuali power unit che accoppiano motore termico e motore elettrico. Mentre oggi il successo di Verstappen segna in un certo senso la fine dell'attuale capitolo, alla vigilia dell'introduzione di un nuovo regolamento tecnico. Red Bull sarà questa volta in grado di gestire il passaggio "epocale" in modo più indolore rispetto al 2013?
Abbandonando gli aspetti più tecnologici della questione, chiudiamo con un ultimo e sottile fil rouge, o per meglio dire con un risvolto in qualche modo romantico: all'inizio degli anni Dieci di questo secolo, il primo titolo iridato segnò anche un passaggio di consegne tra due campioni del mondo tedeschi, i primi due della storia della Formula Uno: Michael Schumacher e Sebastian Vettel. Passaggio di consegne rimasto in parte... incompiuto quando Seb - in Ferrari dal 2015 al 2020 - non riuscì a rinnovare i fasti iridati dell'epopea schumacheriana a Maranello. Il sette volte iridato fa però parte anche della storia personale del neocampione Verstappen il cui padre Jos fu nel 1994 compagno di squadra del Kaiser alla Benetton.
Schiacciato dall'enorme talento di Michael - Verstappen Senior - come tutti gli altri "sparring partners" del tedesco ma... chissà che Jos all'epoca non sia per diretta frequentazione riuscito a strappare al sette volte iridato qualche segreto e poi a trasmetterlo al figlio. Se non altro, ci piace pensarlo. E forse non è nemmeno così difficile rintracciare un tratto in comune tra Schumacher e Verstappen proprio nella ferocia con la quale entrambi hanno "annullato" i rispettivi compagni di squadra (mentre Vettel - nonostante lo smaccato favore da parte del team - ha faticato non poco ad avere la meglio su Webber). Da parte sua, Verstappen ha rapidamente eclissato Kvyat (prendendone anzi il posto) per poi fare lo stesso con Ricciardo (non senza qualche fatica ed un po' di malumori) e poi senza tanti complimenti con Gasly, Albon e Perez. Alla maniera di Schumi alla Ferrari con Irvine e Barrichello e - prima ancora - alla Benetton con Lehto, Herbert e... Verstappen: Jos, appunto!