Il rookie argentino deve fare in tempi brevi meglio dell'australiano che lo ha preceduto
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Il ritorno di Franco Colapinto al volante e quello di Flavio Briatore nel ruolo di Team Principal di Alpine aggiungono sapore al menu della prossima tappa del Mondiale (la prima in Europa quest'anno) nel Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia Romagna del terzo weekend di maggio ad Imola. Per un verso del tutto lecito e giustificato (dagli scarsi risultati ottenuti fin qui dal pilota australiano), l'avvicendamento al volante della A525 del team bleu è un esame particolarmente complicato e insidioso per il rampante rookie argentino: forse più di quanto non sia stato per Doohan affrontare gli ultimi sette GP (Abu Dhabi 2024 e le prima sei gare della stagione in corso) con la fiducia a tempo, che poi è una quasi una contraddizione in termini.
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Raramente protagonista in Formula 2, Franco si era però imposto lo scorso anno in gara-uno (Sprint Race) proprio ad Imola - la scena del suo... ri-debutto nel Mondiale - e aveva poi fatto ancora in Italia il suolo esordio nel Mondiale sulla Williams in sostituzione di Logan Sargeant, mettendosi subito in evidenza a Monza, per poi segnare i suoi primi punti a Baku e rimpinguare il bottino ad Austin. Da lì in avanti però una serie di incidenti (con conseguenze pesanti per le già scarse finanze del team) avevano spinto molti a rivedere l'entusiastico giudizio iniziale, quantomeno a sospenderlo in attesa di una controprova che... adesso è dietro l'angolo. Franco ha la seconda chance in Formula Uno nel giro di otto mesi: non è da tutti e non è per tutti. La Formula Uno ha continuamente bisogno di nuovi protagonisti, anche - se non soprattutto in termini di "geopolitica" e di espansione verso nuovi-vecchi mercati, come quello dell'America Latina. Da questo punto di vista l'entusiasmo scatenato da Colapinto nel giro di pochi GP tra i suoi connazionali ha letteralmente illuminato i plenipotenziari della Formula Uno. Da Imola in avanti sulla griglia di partenza ci saranno due rookie sudamericani: il brasiliano Gabriel Bortoleto e appunto l'argentino Colapinto. Per chi guarda lontano, due futuri primattori sulla scena del Mondiale.
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Restando alla stretta attualità invece Franco è chiamato - fin da subito - a fare quello che al suo predecessore Doohan non è riuscito di fare nei sei primi GP del Mondiale in corso: portare punti iridati alla causa Alpine al volante di una monoposto che ha del potenziale ancora inespresso ma che ha permesso a Pierre Gasly di incamerarne sette. Flavio Briatore ha rotto gli indugi e punta forte sulla carta-Colapinto ma bada come sempre al sodo: è il primo estimatore di Franco ma sarà anche il suo primo (e inflessibile) giudice. Doohan ha avuto una manciata di Gran Premi per dimostrare il suo valore, fallendo: Colapinto ne ha formalmente cinque per provare a fare meglio dell'australiano, e prima ancora per tenere fede alle (contrastanti) promesse del 2024.
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