FORMULA 1

Affidabilità, strategia, piloti: Ferrari da Manama a Jeddah con tanti interrogativi

Nel bilancio ferrarista anche le differenti prestazioni dei due piloti 

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Affidabilità, strategia, piloti: Ferrari da Manama a Jeddah con tanti interrogativi - foto 1
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Braccata da Mercedes e Aston Martin, lontana da come loro dalla Red Bull: è tutta in salita la pista della Ferrari all'indomani del Gran Premio del Bahrain. Condizione che accomuna appunto la Scuderia alle Frecce Nere ed alle pur sorprendenti "verdone" di Alonso e Stroll. Solo che Maranello parte (partiva?) con l'indubbio ruolo di sfidante numero uno ed invece si ritrova a svettare appena sul lotto delle inseguitrici dei Tori. "Hanno trovato qualcosa", "vinceranno tutte le gare": da Leclerc a Russell è tutta una sentenza che - di solito sono gli interessati stessi a sottolinearlo -  ad inizio stagione non avrebbe ragione di essere. Tocca attendere la controprova di Jeddah, senza possibilità concreta che i rapporti di forza subiscano modifiche nell'immediato.  

Affidabilità, strategia, piloti: Ferrari da Manama a Jeddah con tanti interrogativi - foto 2
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Per la Ferrari in modo particolare - come anticipato - la cerimonia del battesimo iridato non si è chiusa con festa e rinfresco. Sguardi tesi e delusione, invece, con il nuovo condottiero Frederic Vasseur già alle prese con le controindicazioni del suo ruolo e la necessità di rendere mondialmente conto di una partenza al semaforo... rossa in tutti i sensi.  Una sorta di imbarazzo a fronte di una performance rimasta in gola a Leclerc e mai chiaramente emersa in superficie da parte di Sainz. L'epilogo amaro di un weekend iniziato con intoppi tecnici, qualche svarione di guida (Sainz), scelte strategiche discutibili nel momento topico delle qualifiche, infine approdato domenica mattina al campanello d'allarme della sostituzione della centralina sulla SF-23 numero sedici, a sua volta in qualche modo premessa (magari non sostanziale ma ugualmente "profetica") al ko del monegasco a due terzi della distanza, epilogo di una prestazione ormai stabilizzata verso il basso a causa della tendenza della SF-23 a "mangiare" la mescola hard in uso a Sakhir.

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Lascia il tempo che trova (ma è giusto prenderne atto) la constatazione che un anno fa la Scuderia decollava da Manama con destinazione Jeddah "forte" - è il caso di dirlo - di una convincente doppietta (Leclerc-Sainz) e di un contestuale doppio ko Red Bull nelle battute finali. Un testacoda prestazionale e di affidabilità dal quale si "smarca" parzialmente solo il ferrarista spagnolo. Il secondo fronte del weekend di Manama ha proprio il nome ed il cognome del madrileno che si incarica di portare al traguardo la SF-23 superstite ma lo fa al termine di una gara senza acuti, abdicando al podio ricevuto in eredità dal compagno di squadra ma se non altro salvando il quarto posto dalle velleità finali di Hamilton. Classifica finale e relativi punti iridati a parte, un po' poco nel confronto diretto con Leclerc, il quale aveva fatto il suo saltando Perez al semaforo e tenendo duro fino a quando le gomme - dure - non lo hanno rallentato. Certo, il fronte piloti non è al momento all'ordine del giorno nella situation room di Maranello: le priorità sono ben altre ma, trattandosi comunque guardare avanti, anche questo è un tema tutt'altro che trascurabile. 

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