Una corsa che ha saputo rinnovarsi nel tempo, mantenendo sempre lo stesso palcoscenico, i paesaggi mozzafiato delle Madonie
di Massimiliano Cocchi© Foto da web
1906. È l’anno della prima edizione della Targa Florio. Venne scritta allora la prima pagina di una vicenda sportiva diventata leggenda. Il grande circuito delle Madonie, in Sicilia, provincia di Palermo. All’inizio della storia sono 150 chilometri di strade sterrate. Siamo ancora nell’era pioneristica delle corse. Poi arrivarono i grandi nomi. Le firme in calce all’albo d’oro sembrano un poema epico: Nuvolari, Varzi, Villoresi. Marchi come Bugatti, Alfa Romeo, Maserati e Lancia segnano l’epoca che precede la Seconda Guerra Mondiale.
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Ma il conflitto non ferma la Targa, anzi! Con una versione corta del circuito, resa celebre dalle tribune di Cerda, entrano in scena altri grandi marchi Ferrari, Mercedes, Porsche. La sfida si allarga, diventa mondiale. Dal 1955 al 1973 la Targa Florio è una prova del Campionato del Mondo Prototipi. Tutti vogliono esserci. Le montagne delle Madonie diventano mito. Poi, nel 1977, l’ultima edizione classica. Da lì in avanti, la corsa diventa un Rally. Cambia la forma, non l’anima. La Targa attraversa ancora gli stessi paesi: Campofelice, Collesano, Polizzi Generosa e lo fa così, passando dentro i borghi, sfiorando i muri delle case, tagliando le piazze di quei luoghi scolpiti nel tempo.
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Oggi è una tappa fissa del Campionato Italiano Rally e non è solo è la corsa su strada più antica del mondo. È passione, è memoria, custodita nel Museo della Targa Florio, a Collesano. Ancora oggi al vincitore viene consegnata una targa in bronzo, la Targa Florio. Fu ideata e organizzata da un nobile palermitano, appassionato e visionario: Vincenzo Florio. “Continuate la mia opera, perché l’ho creata per sfidare il tempo.” Così disse. E così è stato. Il tempo non ha vinto. La Targa ha sempre mantenuto la stessa numerazione, è appena andata in archivio l’edizione numero 109, ha vinto….Andrea Crugnola scrivendo un altro pezzo della storia.
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