VERSO NAPOLI-LAZIO

Spalletti contro Sarri: due giochisti con le difese formato bunker

Quella del Maradona sarà anche la sfida tra il capocannoniere del campionato, Osimhen, e il miglior bomber tra gli italiani, Immobile

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I significati di Napoli-Lazio non sono pochi, a partire dalla possibilità, per la capolista, di migliorare ulteriormente il suo già notevole vantaggio sulle inseguitrici e proseguire con una media punti che profuma di record. Non sfugge nemmeno, ai palati più fini, l'opportunità di vedere calcio ad alto livello spettacolare tra Spalletti e Sarri, due allenatori che cercano comunque il dominio della partita, con la suggestione di un ritorno emozionante: quello del 'Comandante' nel luogo dove ha sfiorato un paio di scudetti. 

Spalletti, in conferenza stampa, ha reso omaggio al suo predecessore tessendo le lodi di un calcio che a Napoli si è visto raramente. I tre anni di Sarri hanno regalato punti e gioia per gli occhi dei tifosi azzurri. Luciano, però, può aggiungerci un tassello che non è proprio un dettaglio: quello di portarsi a casa anche un titolo. E che titolo. La sfida nella sfida tra le due panchine è anche quella tra le due migliori difese del campionato (insieme al reparto arretrato della Juventus). Il Napoli ha subito solo 15 reti, la Lazio 19 (come i bianconeri di Allegri). Un dato che dimostra come i punti si facciano soprattutto tenendo blindata la fase difensiva e che non sempre chi privilegia un calcio proattivo tralascia i meccanismi in fase di non possesso palla. 

Quello che più intriga, comunque, è il confronto tra bomber: il capocannoniere della Serie A, Osimhen, e l'attaccante italiano più prolifico, Immobile (che di classifiche marcatori se ne intende visto che ne ha già vinte quattro...). Anche se sono i movimenti di squadra quelli che più intrigano. Spalletti ha costruito una macchina impeccabile, capace di gestire i vari momenti della partita e di alternare pressing e attesa, verticalizzazioni improvvise e possesso ragionato. Sarri è più integralista, con la linea difensiva che si muove in sincronia e raramente si spezza, e giocate standardizzate (come quelle che prevedono la ricerca del terzo uomo e l'azione-tipo palla avanti, palla indietro per poi andare nello spazio). Anche lui, comunque, ha saputo adattarsi alle circostanze (come già aveva fatto al Chelsea e alla Juventus), rivedendo certe idee per sfruttare le caratteristiche dei giocatori. Basta vedere i movimenti di Luis Alberto o i lanci lunghi per le spizzate aeree di Milinkovic-Savic. In ogni caso, c'è una certezza: difficilmente ci si annoierà. 

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