SERIE A

Scontri tra ultras di Napoli e Roma sull'A1, un ferito. "C'era un agguato"

È successo nell'area di servizio di Badia al Pino dove morì il tifoso laziale Gabriele Sandri. Autostrada bloccata

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Autostrada del Sole nel caos tra Monte San Savino e Arezzo per violenti scontri tra le tifoserie della Roma e del Napoli, scoppiati nell’area di servizio di Badia al Pino, dove l’11 novembre del 2007 morì il tifoso laziale Gabriele Sandri. Chiusa quindi per alcune ore la corsia nord dell'A1, con pesanti ripercussioni sul traffico. Gli ultras del Napoli erano diretti a Genova per la sfida di Marassi contro la Sampdoria in programma alle 18, mentre i tifosi giallorossi erano attesi a Milano per l'incontro con il Milan a San Siro. Sul posto le pattuglie della polizia stradale della sezione di Battifolle. Ferito in modo lieve da un'arma da taglio un tifoso romanista. Non c'è stato per lui alcun intervento dei sanitari inviati dal 118: da quanto appreso si sarebbe recato autonomamente all'ospedale San Donato di Arezzo. L'ipotesi della questura di Arezzo è quella di un "appuntamento tra ultras".

Secondo quanto si è appreso dalla Questura di Arezzo all'origine degli scontri lungo l'A1 nell'Aretino, l'agguato teso da un gruppo di ultrà del Napoli ai romanisti in transito per raggiungere Milano: ne è nato poi un lancio reciproco di sassi e lacrimogeni. La polizia, per scongiurare ulteriori situazioni di pericolo, ha bloccato anche il traffico autostradale, poi ripreso. 

IPOTESI APPUNTAMENTO TRA ULTRAS
C'è l'ipotesi che tifosi di Napoli e Roma si fossero dati appuntamento in un'area di servizio nel tratto aretino dell'A1 all'origine degli scontri avvenuti oggi all'altezza dell'autogrill di Badia al Pino. È quanto si apprende dalla questura di Arezzo che precisa così le prime indicazioni fornite che parlavano di un agguato teso dai tifosi napoletani ai romanisti. Proprio per il timore di scontri il servizio di ordine pubblico all'area di servizio di Badia al Pino era stato potenziato così come all'autogrill Arno. 

QUESTURA AREZZO: "VALUTATI PROVVEDIMENTI INTERDITTIVI PER TIFOSI"
"Sono già in corso le attività investigative finalizzate alla identificazione dei responsabili delle violenze, anche visionando il materiale video acquisito, sulla base del quale si procederà a informare l'Autorità giudiziaria e sarà valutata l'emissione di provvedimenti interdittivi di competenza del Questore". Così la Questura di Arezzo sugli scontri tra tifosi napoletani e romanisti sull'A1.

QUESTURA AREZZO: 350 TIFOSI NAPOLI NELL'AREA DI SERVIZIO BADIA AL PINO
Erano circa 350, secondo quanto informa la questura di Arezzo, i tifosi napoletani diretti a Genova, che si sono fermati nell'area di servizio Badia al Pino direzione nord nel pomeriggio. Il personale delle forze di polizia appositamente predisposto con ordinanza di servizio del questore di Arezzo, è intervenuto chiudendo l'ingresso all'area di servizio per impedire che un gruppo di tifosi romanisti di cui si era avuto notizia, in transito lungo lo stesso itinerario, potesse venire a contatto con la tifoseria partenopea.

"POLIZIA AL LAVORO PER IDENTIFICARE I RESPONSABILI"
"La polizia sta attivamente lavorando per arrivare a identificare quanto prima i responsabili di un atto che ha messo in pericolo la sicurezza
della circolazione e causato un enorme disagio in un'arteria fondamentale per la nostra viabilità". Cosi il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi sugli scontri accaduti in corsia Nord dell'Autosole all'altezza dell'area di servizio di Badia al Pino est tra tifosi romanisti e napoletani. Gli ultrà che hanno partecipato agli scontri nell'autogrill Badia al Pino sull'A1. Secondo quanto si apprende da fonti della Procura, indossavano felpe con cappucci e sciarpe. Inoltre molti viaggiavano su più minivan e veicoli, particolare che ha reso più complicato lo sgombero, il raduno e la successiva scorta dei mezzi da parte delle forze dell'ordine.

ULTRAS CON BASTONI, LACRIMOGENI CONTRO AUTO
In altri video postati in rete si vedono gruppi di tifosi, sempre travisati e vestiti di nero, stazionare ai margini dell'area di servizio e lanciare bastoni e lacrimogeni da una parte all'altra dell'autostrada e contro le auto in transito sull'A1. Nelle immagini si vedono gruppi di ultrà armati di bastoni aggirarsi tra i distributori di benzina e tra gli automobilisti dell'autogrill. 

ABODI: "DIFFERENZA ABISSALE TRA TIFOSI E TEPPISTI, CHI SBAGLIA PAGA"
"C'è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene". Il ministro dello sport e dei giovani, Andrea Abodi, interviene duramente - con una dichiarazione all'Ansa - sugli scontri avvenuti sulla A1. "Non c'è cosa peggiore di definire tifosi questi ultimi, non c'è errore più grande del fare di tutta l'erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull'A1".

SALVINI: "MAI PIÙ ALLO STADIO"
"Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, commenta sui suoi profili social gli scontri tra tifosi di Roma e Napoli avvenuti lungo l'autostrada A1.

OSSERVATORIO: "SCONTRI TIFOSI NEL 2022 IN LINEA CON DATI PRE-COVID"
La stagione 2021-2022, in materia di tifosi, è in linea con i dati di quelle pre-covid. Lo aveva sottolineato l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, pubblicando a fine anno il consueto rapporto sulla stagione calcistica. Che aveva risentito della coda dell'epidemia da Covid con la "notevole riduzione di presenza del pubblico all'interno degli impianti sportivi, tanto all'aperto che al chiuso, in conseguenza delle chiusure e delle limitazioni all'accesso disposte per il contenimento del contagio, compresi i divieti di trasferta dei tifosi". Rispetto al 2020-21, in cui il Covid aveva portato alla chiusura totale degli impianti, la stagione successiva oggetto dell'ultima rilevazione mostra "una serie di valori in rialzo rispetto alla precedente (quella 2020-2021, che ha subito i maggiori effetti dell'emergenza epidemiologica), ma che non appaiono discostarsi, sostanzialmente, da quelli della stagione 2018-2019, l'ultima prima del Covid". "I servizi disposti dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza e la presenza del personale delle forze di polizia in tutti i momenti della gara - si legge nel rapporto diffuso a fine anno -, dalle fasi di afflusso e deflusso lungo le arterie ferroviarie e stradali, nonché nei pressi degli stadi, hanno comunque assicurato, nel loro complesso, un'adeguata cornice di sicurezza che ha permesso di gestire le varie situazioni di criticità". Nel capitolo relativo agli 'scontri tra tifoserie', il rapporto dell'ONMS scrive che si evidenzia "un leggero incremento degli episodi di scontri tra le opposte fazioni (113, a fronte di 110 nel campionato 2018-2019) mentre sono diminuite le aggressioni alle Forze dell'ordine (9 casi, erano 21 nel 2018-2019). I luoghi adiacenti agli impianti sportivi e, in generale, quelli ricompresi nel contesto urbano sono ancora da considerarsi, in occasione delle gare calcistiche, il punto più critico per la gestione dei servizi di ordine pubblico, con il 61% delle illegalità". Per gli illeciti commessi in ambito autostradale tra le varie tifoserie - mostra uno dei grafici presenti nel rapporto - in testa ci sono quelle di Milan, Genoa, Roma e Napoli.

SINDACI DI ROMA E NAPOLI: "SIAMO CITTÀ AMICHE"
"Gli scontri in autostrada tra tifosi del Napoli e della Roma sono inaccettabili. Ci auguriamo che le forze dell'ordine identifichino e puniscano come meritano i responsabili. Questi non sono veri sportivi! Roma e Napoli sono città amiche che dicono No ad una violenza senza senso". Cosi' su Twitter i sindaci di Roma e Napoli Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi.

VEDOVA RACITI: "SITUAZIONE GRAVE, IL GOVERNO AGISCA"
"È sempre per me doloroso sentire queste notizie. Come posso stare zitta? A breve saranno 16 anni dalla morte di mio marito Filippo. È una situazione molto grave, il governo dovrebbe dare delle risposte immediate. Non si può piegare una intera nazione a questo linguaggio stupido e violento dietro il mondo del calcio, non possiamo essere sempre vittime. Non si può accettare". Questo lo sfogo a LaPresse di Marisa Grasso, la moglie dell'ispettore Filippo Raciti ucciso nel 2007 durante gli scontri in Catania-Palermo.

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