Il designatore della Serie A saluta anche il ritorno di Rudi Garcia: "Con il Var il violino non ci sarebbe stato"
"Non esiste alcun problema Mourinho, né personale né di gruppo. Noi rispettiamo tutti alla stessa maniera". Lo ha detto Gianluca Rocchi, designatore arbitrale di Serie A e B, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, rispondendo a una domanda sul tecnico della Roma, per cui il prossimo 22 giugno il Tribunale federale nazionale deciderà sul deferimento per le accuse all'arbitro Chiffi successive alla partita con il Monza. "Non mi riferisco a lui, ma a tutti gli allenatori - ha aggiunto - Quello che certamente chiederemo in futuro sono comportamenti sempre più corretti da parte della panchina e già quest'anno abbiamo avuto un miglioramento rispetto alla mia prima stagione, che sotto questo punto di vista fu un dramma". Comportamenti non corretti della panchina "provocano comportamenti non corretti in campo - ha sottolineato Rocchi - Il nervosismo sale e chi dal campo vede le panchine agitarsi cambia atteggiamento. Quindi dobbiamo combattere questo malcostume, peraltro non solo italiano e, insieme a chi decide le sanzioni, essere molto severi e decisi".
Proprio con Rocchi, il neo allenatore del Napoli Rudi Garcia fece il famoso gesto del violino durante Juve-Roma nel 2014: "Ricordo bene quella partita, mi creò parecchi problemi. Con una battuta, posso dire che con la tecnologia probabilmente in quella partita non ci sarebbe stato il violino di Garcia, avrei avuto molta più facilità nella risoluzione di alcuni problemi. Quel Juve-Roma - ha dichiarato il designatore - è una di quelle partite in cui rimpiango di non aver avuto la tecnologia, forse oggi discuteremmo di un'altra storia. Mi fa piacere ritrovare Garcia è un grande allenatore".
Poi il designatore ha fatto un bilancio della stagione appena conclusa dal punto di vista arbitrale: "C'è stata una linea di arbitraggio più europea, con un miglioramento nella fluidità nel gioco. Non è stato un percorso semplice, ma i risultati sono molto positivi. Ma non dobbiamo dimenticare che il campionato italiano non è la Champions League: dobbiamo adattarci al nostro campionato, cercando di prendere spunto dalle competizioni europee che sono riferimento per tutti. Sono contento di come hanno lavorato tutti gli arbitri, soprattutto nelle condizioni in cui hanno lavorato, abbiamo avuto anche problemi interni non indifferenti, sono riusciti ad estraniarsi da tutto. Si può migliorare nella continuità di rendimento, ogni tanto abbiamo avuto anche noi qualche scivolone, soprattutto i più giovani devono meritarsi la grande fiducia nostra e dei club", ha spiegato.
"L'organico - ha aggiunto Rocchi - è da ridurre in maniera drastica, dobbiamo tornare a 40-42 arbitri, ora ne abbiamo dieci oltre il numero massimo. Quest'anno scenderemo di tre: è un lavoro faticoso, per me il più difficile, è da non dormirci la notte, non è facile togliere il sogno della Serie A. Ma servono meno arbitri e più presenze sul treno del gioco".
Quanto alle conferenze stampa nel post-partita, "l'obiettivo è farne con più frequenza. Il presidente Aia Pacifici è d'accordo con me: quando abbiamo modo di spiegare un episodio, abbiamo sicuramente risolto tutti i problemi. Sulle interviste post-partita non trovo corretto farlo fare agli arbitri, non perché non ne siano in grado, ma l'adrenalina è ancora alta, non c'è neanche grande voglia di ascoltare il motivo per cui un arbitro ha commesso o meno un errore. L'unica risposta che si vorrebbe sentire è 'sì, ho sbagliato". Ma avremo risolto poco, a noi non interessa se ha sbagliato o meno, quello ci si arriva subito, ma perché. La soluzione - ha sottolineato - può essere quella di avere uno spazio nostro ogni 15 giorni o una volta al mese per spiegare gli episodi. Gli assistenti devono invece tornare ad essere due arbitri aggiunti. La tecnologia ha invaso la loro area di competenza. Se vogliono avere un futuro vero, devono ritornare ad avere un ruolo tecnico".
E sulla diffusione dei dialoghi arbitri-Var, Rocchi ha osservato: "Non abbiamo alcun segreto, diffonderemo qualsiasi caso. Vogliamo avere comunicazioni pulite e ascoltabili. Purtroppo delle volte la comunicazione tra Var e arbitro ha fregato i ragazzi in campo. Ma ci abbiamo lavorato".
Sul tema del tempo effettivo: "Non lo dettiamo noi arbitri, ma i calciatori. Faccio un esempio: l'arbitro Massa ha arbitrato Spezia-Fiorentina con 45 minuti di tempo effettivo, cioè praticamente niente, e Juve-Lazio con 61 minuti. Il tempo effettivo lo hanno dettato le squadre coinvolte. Siamo partiti da 51 minuti, ora siamo a 54. Ho cercato di lavorare sulle perdite di tempo, limare gli on field review. Non si può aspettare due minuti per battere un calcio di punizione. Su questo possiamo fare fino a un certo punto, ma poi la fluidità del gioco dipende dai giocatori".
Infine una battuta sul fuorigioco semi-automatico: "Il termine semi-automatico fa capire come serva sempre la parte umana. Stiamo lavorando sulla velocità, ma la priorità è l'accuratezza della decisione, sul tempo ci abitueremo ad essere più veloci", ha concluso Rocchi.