LOTTA SCUDETTO

Il giorno del giudizio: finalmente Milano e l’Italia scoprono la loro regina

E' arrivata la domenica del verdetto, Milan e Inter, poco prima delle 20, sapranno il loro destino

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Maxischermi negati, esodi biblici, attese spasmodiche da radioline anni '70, stadi stracolmi, notti insonni. La magia del calcio si ripete sempre uguale, come un rito laico. Un derby a distanza, con il Milan a Sassuolo seguito da 18.000 innamorati a caccia di un punto che significherebbe realizzare un sogno quasi incredibile e l'Inter davanti al muro nerazzurro di San Siro a sperare che, a più di cento chilometri di distanza, i cugini non riescano a vincere. 

Il Milan non conquista nulla dal 2011, se si esclude una Supercoppa italiana. La fame di un pubblico abituato a ben altre imprese è talmente forte da scuotere le viscere del tifo rossonero. L'Inter ha festeggiato solo un anno fa ma darebbe qualsiasi cosa per fare il bis. Già, perché ad aggiungere sale a questo finale da arresto cardiaco, c'è, forse soprattutto, il pensiero di beffare l'altra parte di Milano. Strappare uno scudetto ai cugini non ha prezzo. Proprietà straniere e marketing planetario non bastano a smorzare la vera anima del tifo. E meno male. 

I nerazzurri hanno un 5 maggio nel loro passato e anche uno scudetto buttato via per una papera del portiere all'ultima giornata. I rossoneri si portano dietro il ricordo della beffa del 1973, quello che sarebbe dovuto essere il tricolore della Stella svanito nella fatal Verona. Da una parte si sa che il traguardo è vicinissimo, dall'altra che anche a un centimetro dal successo si può cadere e gettare al vento il lavoro di un anno. Intorno alle 20 ci sarà una parte di Milano per le strade e l'altra che vorrebbe sparire. Tutto per un pallone. Ci possono essere tutti i closing, earn out e merchandising del mondo ma l'anima del calcio non verrà mai cambiata nemmeno da un intero vocabolario di inglese.

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