SERIE A

Classifica, un anno dopo: vola la Viola, precipita la Dea, scende l'Inter sale il Milan

Le differenze tra quest'anno e lo scorso: con Italiano la Fiorentina è un'altra squadra, Gasp in caduta libera, bene Verona e Toro

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© Getty Images

Arrivati alla 33esima di Serie A è possibile cominciare a fare dei bilanci, mettendo a confronto gli andamenti delle squadre di Serie A dell'anno scorso con quelli di quest'anno. Manca lo scatto finale, che può rivoluzionare la stagione di molti club, ma alcune tendenze sembrano ormai consolidate, facendo solo un paio di rapidi calcoli. La vincitrice di questa speciale classifica nella classifica è una e una sola: la Fiorentina di Vincenzo Italiano.

Rispetto all'anno scorso la Viola ha 22 punti in più, con una partita da recuperare. É bastato un anno all'ex tecnico dello Spezia per trasformare un gruppo sfiancato e senza motivazioni in una seria pretendente a un posto europeo, forse anche alla Champions League, dipenderà dalle ultime giornate. I tifosi più sognatori un po' ci sperano e, visto lo stato di forma straordinario, non sembra nemmeno un'utopia così irrealizzabile. Nessuno è riuscito nemmeno ad avvicinarsi all'impresa del club gigliato che, nonostante abbia perso l'attaccante più prolifico della serie A a gennaio, è riuscito a fare anche meglio nella seconda parte della stagione. Se non si tratta di un miracolo sportivo, poco ci manca. 

A seguire c'è un gruppetto di tre squadre capaci di dare un deciso miglioramento alle loro prestazioni, provenienti da contesti differenti. Il Milan di Pioli è ancora più on fire della scorsa stagione, dove già il miglioramento era stato netto. I rossoneri quest'anno registrano un ottimo +5 sulla, già positiva, annata 2020-2021, conclusa al secondo posto. La parabola ascendente del Diavolo è tutt'ora in salita, segno che la squadra è pronta a competere per lo scudetto anche in futuro. Bene, anzi benissimo sia Verona che Toro. Se la squadra di Tudor continua a stupire e migliora la già tranquilla salvezza dello scorso anno (+7), affacciandosi ai piani alti europei, Juric, ex allenatore proprio degli scaligeri, dimostra tutto il suo valore come tecnico portando il Toro balbettante della passata stagione a salvarsi con sei giornate di anticipo, raggiungendo la fatidica soglia dei 40 punti (+8 rispetto alla stagione 20/21), e avendo per altro anche un match da recuperare. Miglioramenti più contenuti per Roma (+3) e Napoli (+1), due piazze che hanno ritrovato l'entusiasmo perduto, ma che, al netto dei freddi numeri, non hanno effettuato grandi balzi in avanti.

Cifre invariate invece per il Bologna di Mihajlovic, che centra nuovamente una comoda salvezza (con un match in sospeso); per l'Udinese, che si assesta ancora a centro classifica, anche se i friulani hanno ben due match da recuperare e per lo Spezia, che, con il giovane tecnico Thiago Motta, è riuscito fin qui a ripetere la già straordinaria parabola al sapore di salvezza di Italiano.

Passiamo ora alle dolenti note. Iniziamo con la Juventus, che complice un inizio di stagione disastroso, ha, per ora, peggiorato la stagione di Pirlo (-3) e il Cagliari che con Mazzarri ha registrato la stessa inflessione (-3) dei torinesi, a fronte però di una classifica già molto preoccupante nella stagione 20/21. Male anche il Sassuolo, che paga forse la continua compravendita di talenti, e Lazio, che con Sarri non ha ancora il ritmo che aveva con Inzaghi. Entrambe calano di sei unità rispetto allo scorso anno. Peggio fa l'Inter che, rispetto all'inarrestabile schiacciasassi contiana, ha ben 10 lunghezze in meno in classifica anche se con una partita in meno ma, nonostante ciò, è in piena lotta per lo scudetto. Difficile fare meglio, anche a fronte del grosso ridimensionamento societario avvenuto in estate.

Tracollo delle genovesi, che dalla tranquilla navigazione di metà classifica sprofondano nelle sabbie mobili della lotta salvezza, facendo registrare un -13 (Samp) e -14 (Genoa). Fanalino di coda è l’Atalanta con un infausto -17. Un crollo a cui la Dea di Gasperini non ha abituato i suoi tifosi, che negli ultimi anni si erano presto ambientati ai vertici della classifica. A pesare è stata la lenta, ma inesorabile, inflessione della seconda parte di stagione. A rischio l'Europa, diventata feudo di ottime prestazioni per i bergamaschi negli ultimi anni. Molti gridano alla fine di un ciclo, solo le ultime giornate chiariranno meglio le sorti di quest'anno. Dopo la sbornia di successi delle scorse stagioni, che ha reso la società un modello da seguire in tutto il continente, ora i bergamaschi dovranno dimostrare di avere una qualità fondamentale nei grandi club: la capacità di rinnovarsi

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