LA SFIDA TATTICA

Allegri e Inzaghi, una partita a scacchi per coprire e aggredire gli spazi

Gli stessi sistemi di gioco ma con interpretazioni diverse: saranno i dettagli a decidere Juventus-Inter

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I numeri per definire i sistemi di gioco, nell'ottica della fluidità del calcio moderno, non hanno più senso. Resta il fatto, però, che per valutare le contrapposizioni che si vengono naturalmente a creare sul campo, non si possa non prestare attenzione a quanti giocatori compongano i vari reparti. Juventus e Inter si affronteranno con il 3-5-2 ma, visto che ogni situazione è figlia delle caratteristiche dei singoli, le interpretazioni saranno ovviamente differenti.

Al di là dei problemi contingenti legati alle assenze e alle condizioni fisiche dei protagonisti, è facile immaginare che Allegri decida, almeno per una parte dell'incontro, di andare a pressare la costruzione bassa di Inzaghi. L'anno scorso l'ha fatto puntando su una serie di duelli individuali, in cui una punta si occupava del centrale e i due braccetti erano presi dalla mezzala destra e dall'esterno sinistro. L'altro attaccante cercava di schermare il regista, con gli altri due centrocampisti a prendere Barella e Mkhitaryan. Un sistema di pressione che ha un po' inceppato l'uscita nerazzurra, anche perché, soprattutto Kostic, si piazzava in modo da impedire un facile passaggio verso l'esterno, spingendo così la manovra dell'Inter per zone centrali.

Il vantaggio bianconero era duplice: togliere all'Inter la possibilità di sfruttare le fasce (la vera forza della squadra di Inzaghi) e avere poco spazio da percorrere per arrivare nell'area avversaria in caso di recupero palla in zona avanzata (visto che la Juve non brilla per le soluzioni in fase di possesso). Se c'è una caratteristica, però, che rende i nerazzurri una squadra difficile da affrontare è la capacità di variare forma in fase di costruzione. Basta allargare un braccetto, far scendere un centrocampista in impostazione, permettere a uno dei centrali di salire palla al piede, per mettere in difficoltà le strategie avversarie. Da lì può iniziare la serie di giocate che rendono la squadra di Inzaghi una delle più riconoscibili del nostro campionato: i cambi di gioco, gli inserimenti delle mezzali in sovrapposizione o in area di rigore, le verticalizzazioni per le punte e la ricerca dello sfondamento sull'esterno. 

I problemi, per l'Inter, arriveranno quando la Juve passerà in modalità difesa posizionale (facile immaginare che lo farà per la maggior parte dell'incontro). Non sfruttando particolarmente i dribbling per cercare la superiorità numerica, e non utilizzando sistematicamente il pressing, sarà complesso, per i nerazzurri, trovare spazi giocabili contro una squadra che sa chiudersi benissimo in zone basse, a volte anche bassissime, del campo. Facile immaginare una partita a scacchi, magari non spettacolare secondo i canoni estetici comuni, ma di sicuro interesse tattico.    

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