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QUARTA GIORNATA

Serie A, non solo Inter-Milan: da Napoli alla Juve che va a Crotone, un sabato di grande calcio

Dopo due settimane lunghe e convulse, si torna finalmente in campo

17 Ott 2020 - 09:41

Torna, finalmente torna. E' già qui, anzi. Finalmente. Ci è mancata la Serie A, perché van bene le Nazionali ma vuoi mettere un sabato come questo? Una giornata che arriva in piena recrudescenza pandemica, con tutti i timori che questa si porta dietro e, non fosse altro, con i tanti interrogativi sollevati in queste ultimi quindici giorni, positività dopo positività che hanno ridisegnato le rose e scompaginato tutti i piani. Ma adesso, sabato 17 ottobre, si gioca. Il giorno del derby, di Inter-Milan, ma non solo. Anzi, cronologicamente parlando, ad aprire la quarta giornata di campionato alle 15 è Gattuso con un Napoli che si è fermato al 6-0 rifilato al Genoa prima che il Covid, sempre lui maledetto, determinasse la bufera dell'Allianz Stadium portando al 3-0 a tavolino contro la Juve, partita mai giocata sul campo ma ancora apertissima sul fronte giudiziario. Ma oggi c'è l'Atalanta, la splendida creatura di mister Gasp: due squadre contro, Osimhen e il Papu Gomez, il ritorno di Ilicic, ambizioni scudetto non celate miscelate sul terreno del San Paolo.

Ma poi, giusto il tempo di un breve respiro, si sale su al nord, all'ombra del Duomo: Inter-Milan, il derby. Ore 18: San Siro, Conte contro Pioli, Lukaku contro Ibrahimovic. Maestri in panchina e giganti in campo, Una stracittadina d'alta quota, coi rossoneri davanti e i nerazzurri a inseguire. Arrivarci non è stato facile, con il countdown scandito dall'esito dei tamponi che hanno giorno dopo giorno decimato l'Inter e ripopolato lo spogliatoio milanista. Conte fa di necessità virtù, ha paradossalmente poca capacità di scelta ma un undici assolutamente di primo livello, porta con sè in panchina Sanchez ed Eriksen, ridisegna una inedita difesa, si affida alla forza di Vidal, all'estro di Hakimi, all'esperienza di Brozovic, all'esuberanza di Barella e alla perfetta alchimia tra Lautaro e Lukaku. Pioli, invece, ritrova il suo re: con Ibra è un altro Milan, Zlatan guida, trascina, decide. Con lui tutti sanno dare di più. E poi ci sono Calha, Theo, Bennacer e Kessie, uomini faro di una squadra che ha infilato un filotto di successi che dura da mesi e promette tanto per il futuro. In più, non bastasse, anche il recupero del capitano, di Romagnoli, che torna a guidare la difesa rossonera. Avanti allora, Milano è vostra.

Eppure non è finita qui! In contemporanea alla sfida del Meazza, sul mare ligure, il vecchio Ranieri vive il suo personalissimo derby: Sampdoria-Lazio, il "testaccino" giramondo contro i biancocelesti di Simone Inzaghi, altro invitato al tavolo dello scudetto. Un tavolo che ha da nove anni un padrone incontrastato e dispotico: la Juve. E così, a chiudere, ecco i campioni d'Italia. Si ritorna, in serata, al Sud, a Crotone. Match impari, sulla carta. Eppure, per Pirlo, le insidie non mancano. Le assenze, pesanti, neppure. Non c'è Ronaldo, fermato dal virus, manca per lo stesso motivo McKennie, non sta bene (ma per altre ragioni) anche Ramsey mentre Dybala arriva da una tormentata settimana sudamericana. Fari puntati, dunque, suoi nuovi arrivati, Morata, Chiesa e Kulusevski: niente male, comunque. Chiusura degna di un pazzesco e atteso sabato di calcio. Bentornata allora cara, tormentata, Serie A.

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