SPORT COME INCLUSIONE

Sampdoria e UNHCR insieme per i rifugiati

La società blucerchiata ha donato 5000 capi sportivi al campo di Kakuma, situato nel Kenya nord-occidentale.

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Fare sport per lasciarsi alle spalle i traumi subiti, per formarsi e crescere. Ma anche per socializzare e avere una reale opportunità di inclusione e di protezione. È questa la filosofia che sta alla base della partnership tra la Sampdoria e l’UNHCR. La società blucerchiata ha infatti donato all’UNHCR centinaia di kit gara e allenamento, per un totale di 5000 capi sportivi, che sono stati messi a disposizione dei rifugiati presenti nel campo di Kakuma, situato nel Kenya nord-occidentale.

I kit di abbigliamento sportivo sono attualmente utilizzati nell’ambito di un progetto di “Sport Sharing” dell’UNHCR, che ha previsto la creazione di centri nei quali i rifugiati condividono i capi di abbigliamento e l’attrezzatura, possono fare attività sportiva e anche socializzare attraverso la visione di eventi e sfide negli E-Sports.

“Siamo grati all’U.C. Sampdoria per aver scelto di sostenere il nostro progetto legato allo sport nel campo di Kakuma – commenta Carlotta Sami, Portavoce dell’UNHCR per l’Italia, San Marino e la Santa Sede - Proprio in questi giorni abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno), il cui messaggio centrale è che ‘Insieme possiamo fare qualsiasi cosa. Lo sport non solo è una condizione fondamentale del benessere fisico e mentale di ciascuno ma è anche un fattore cruciale che favorisce l’inclusione e la comprensione, crea relazioni positive tra le persone costrette a fuggire e i membri delle comunità che le accolgono”.

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