Ricci: "Essere il capitano del Torino è un grande onore e responsabilità"

Samuele Ricci in un'intervista ha sottolineato quanto sia legato alla città di Torino e ai fan del club granata: "Per me rappresenta una seconda casa. È tre anni e mezzo che sono qua e la conosco praticamente tutta. Da subito ho visto la passione dei nostri tifosi e soprattutto l'amore che c'è dietro al Torino". Il centrocampista ha riavvolto il nastro ricordando il suo primo contatto con il calcio: "L'approccio con il pallone è stato amore a prima vista, dove c'era il pallone io giocavo". Nelle dichiarazioni rilasciata per il canale Youtube della Serie A, il classe 2001 ha rivelato l'emozione di giocare davanti ai tifosi del Toro: "Nello stadio Olimpico Grande Torino dove si respira la passione granata. Quest'anno come gli altri anni i tifosi sono stati molto vicini anche se magari tante volte non abbiamo dato soddisfazioni e, quindi, vanno ringraziati".
 

Nella stagione appena conclusa ha ereditato la fascia da capitano da Duvan Zapata, che è stato fermo per quasi tutta l'annata a causa di un grave infortunio. Onore e onere indossare il simbolo del capitano dei granata: "Essere il capitano di una squadra come il Torino è un grande onore e una grande responsabilità, perché non è una squadra come le altre. Ha una storia differente, che nessuno ha. Mi ha fatto tanto piacere che il mister mi abbia scelto anche se non è facile perché ci sono tantissime dinamiche all'interno dello spogliatoio e devi stare molto più attento. Hai delle responsabilità, devi parlare con il mister. Insomma, spero di essere stato per quest'anno un capitano, un buon capitano ecco". Ricci ha parlato delle sue caratteristiche di gioco e del suo ruolo in campo: "Devo dire che non faccio azioni spettacolari, non sono un attaccante o un trequartista o un esterno, però tante volte per un centrocampista è come un gol, è una cosa molto importante per la squadra, una rincorsa verso l'avversario o intercettare una palla è una cosa importante, è un ruolo fondamentale all'interno del campo".