Il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss e componente del Comitato tecnico scientifico: "Ripartire? Da valutare molte cose, ma ricordatevi Atalanta-Valencia..."
Il capitolo secondo del Rezza-pensiero, all'indomani di una battuta un pelo fuori luogo che ha scatenato un polverone ("Da romanista darei parere negativo alla ripartenza del campionato", ndr), è un modo per riallineare le idee riportando i toni della discussione a un livello più consono al tragico momento che stiamo vivendo un po' tutti. Quindi non più "il campionato non può ripartire", ma un più saggio "se si decidesse per la riapertura lo si faccia in sicurezza". Un modo solo diverso per dire che bisognerà parlarne, per diversi motivi, con calma e attenzione, Ed evitando guerre di quartiere anche poco eleganti. Fatto sta che Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, torna sulle parole di qualche ora fa e, per cominciare, chiarisce i termini della sua battuta: "La mia è stata una battuta per sdrammatizzare il momento drammatico che stiamo vivendo. Non pensavo intervenissero Diaconale, la Lazio per dire di non fare il tifoso, ho fatto una semplice battuta. Quella sulla ripresa del campionato era una domanda seria ed ho risposto in maniera seria, oggi c'è lockdown totale, come si può pensare alla riapertura del campionato ora? E' chiaro che se in qualche modo si pensa di riaprire, allora verrà valutato e si applicheranno protocolli di sicurezza sanitaria. Molto dipenderà anche da ciò che verrà deciso a livello europeo, penso alle coppe europee".
E ancora: "Abbiamo vissuto momenti drammatici in alcune parti d'Italia - dice a 'Punto Nuovo Sport Show' su Radio Punto Nuovo -. E' chiaro che la politica, l'economia, hanno le proprie esigenze, non si può avere un lockdown totale per oltre due mesi perché altrimenti industrie e famiglie non sopravviverebbero. Sulla base di ciò che ci dicono i tecnici, ad esempio ora dicono che è migliorata la situazione, allora si può andare verso una riapertura graduale. E' ovvio che se molliamo troppo, torniamo punto e a capo".
"Bisognerà comunque convivere con la prospettiva che da un momento all'altro potrebbe esserci una riemergenza sanitaria. Come fare ad evitarlo? Tenendo alcune misure, di distanziamento sociale, mascherine, evitare assembramenti. Sul riprendere a giocare in sicurezza è un discorso diverso, si possono applicare protocolli per ridurre il rischio di contagio. Evitare lo scudetto per la Lazio? Ho tantissimi amici laziali, la mia è stata veramente una battuta per il momento complicato", aggiunge.
Rezza poi conclude: "In questo momento non si può pensare a partite che si svolgano con assembramenti, partite a porte chiuse hanno un punto interrogativo perché c'è un lockdown. Ovviamente si pensa ad una fase 2, quindi alla riapertura di determinate attività, come quelle produttive. Non le decido io certe cose, ma qualora il Governo decidesse di riaprire anche alcune attività ricreative, come quelle sportive, allora l'importante è che si facciano con la massima sicurezza. La decisione spetta alla politica, grazie alla consulenza del comitato scientifico. Il calcio è un settore sportivo tra i più ricchi e la gente è molto interessata, nel momento in cui si è chiuso il campionato, ognuno di noi si è sentito smarrito. Però vorrei ricordare di Atalanta-Valencia che ci sono stati episodi che hanno drammatizzato la situazione, perciò parlo di massima sicurezza possibile per minimizzare i rischi. Ripeto, la mia è stata una semplice battuta e poi ho espresso il mio parere. Se allora mi chiedessero cosa fare io al Governo, direi di riprendere con sicurezza".