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Reggio Calabria, arbitro pilotava partite Primavera per scommesse: 5 arresti

29 Ott 2025 - 15:25
 © Getty Images

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Con l'assegnazione di rigori inesistenti ed espulsioni di calciatori immotivate, un arbitro della sezione di Reggio Calabria indirizzava il risultato finale di diversi incontri di calcio di categoria Primavera, sui quali convergevano le scommesse dei suoi complici. È quanto scoperto grazie all'indagine delal Procura di Reggio Calabria culminata questa mattina nell'esecuzione, da parte dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e dei finanzieri del Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, di un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale reggino che dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari per 5 persone, indagate per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive.

Le indagini sono scattate a seguito di una segnalazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa ad un flusso anomalo di scommesse su di un incontro calcistico della categoria Primavera. L'indagine ha permesso di far luce sull'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta dall'arbitro arrestato. Anche in seguito alla sua sospensione da parte degli organi di giustizia sportiva, che avevano accertato le prime irregolarità, il direttore di gara ha individuato altri colleghi arbitri per poi avvicinarli e corromperli con somme di denaro che potevano arrivare anche a 10mila euro a partita, affinché questi conducessero una direzione di gara funzionale a far convergere il risultato verso l'esito delle scommesse effettuate dai membri dell'associazione. 

Il sistema prevedeva la partecipazione di ulteriori indagati che si occupavano di cercare i contatti con i direttori di gara designati per le partite oggetto di scommessa, oltre ad investire il proprio denaro sulle scommesse del gruppo. L'arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di goal tale da poter garantire il verificarsi del pronostico "over", cioè il superamento di un numero totale di goal per ogni match. Il direttore di gara riusciva ad ottenere tale risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. 

Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori delle squadre avversarie senza una reale motivazione. Queste decisioni risultavano avere un impatto assolutamente rilevante sull'epilogo delle gare. A finanziare l'associazione, soprattutto al fine di corrompere altri direttori di gara, erano due imprenditori toscani (padre e figlio), titolati di un'agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (Firenze), anche loro arrestati. Gli accertamenti bancari e sui conti gioco utilizzati dall'associazione hanno consentito di censire l'utilizzo da parte degli indagati di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell'ambito dell'Unione Europea, allo scopo di non destare sospetti su corposi flussi di scommesse.