L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

Questa Juve non tiene: Milan e Inter crescono

Le romane devono ancora aggiustarsi, che sopresa la Fiorentina. E stasera il Napoli può andare in fuga

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Aspettando Udinese-Napoli, finisce in parità il “classico” dello Stadium tra Juventus e Milan. Un punto per uno che legittima ulteriormente le ambizioni rossonere e lascia in essere le perplessità sui bianconeri, capaci finora, in questo tribolato inizio di stagione, di vincere e di non subire gol solo a Malmoe contro la numero 88 del ranking Uefa
Una buona, buonissima Juve, nel primo tempo. Giocato su ritmi alti e in ossequio al “risultatismo” allegriano: difesa chiusa e ripartenze letali, come in occasione della rete di Morata iniziata da lontano, addirittura da un corner a favore del Milan pasticciato da Hernandez così da innescare la fuga bianconera verso il gol del vantaggio.
 

La distrazione collettiva rossonera (accentuata dalla posizione di Tomori defilato sull’out destro),  verrà poi bilanciata nella ripresa dal pressapochismo difensivo della Juventus in occasione del colpo di testa vincente di Rebic susseguente a calcio d’angolo. Errori da una parte e dall’altra in una partita ritmica che ha visto il Milan divenire padrone del campo col passare dei minuti nonostante avesse nelle gambe i 90 terribili minuti di Anfield e un giorno di riposo in meno dopo le fatiche di Champions.

Ai rossoneri va il merito di essere cresciuti, di aver riagganciato la gara nonostante l’assenza delle torri offensive e di aver rischiato pure di vincerla (splendido Szczesny su Kalulu). Alla Juve il demerito di aver dilapidato ancora una volta una favorevole situazione di vantaggio come le era già accaduto con l’Udinese e col Napoli. E la ripetitività solitamente esclude la casualità. Il problema della tenuta, del calo nei secondi tempi, è serio. Ad Allegri il compito di risolverlo. E in fretta.   

INZAGHI SI E' PRESO L'INTER
Alla luce del risultato dello Stadium, l’Inter mantiene la testa in coabitazione col Milan dopo il roboante successo di sabato con il Bologna ottenuto attraverso una strategia tattica molto simile a quella della passata stagione. Ovvero: far giocare l’avversario e poi colpirlo di ripartenza. Da cui si evince che stanno diventando stucchevoli e inutili i paragoni tra il gioco di Inzaghi e quello di Conte. Non deve esserci guerra filosofica o di religione. Conte ha il merito di aver vinto e di aver salvato l’Inter dal tracollo finanziario facendo lievitare il valore di Lukaku e Hakimi. Inzaghi ha il merito di dare ai tifosi cio’ che loro si aspettano da una squadra con lo scudetto cucito sulla maglia.

ROMA, DIFESA DA REGISTRARE
Dopo sei vittorie consecutive  è caduta la Roma di Mou. In concomitanza dei primi punti del Verona affidato per la prima volta a Igor Tudor. Come contro il Sassuolo i giallorossi hanno evidenziato pregi - uno di essi è l’aver in Pellegrini, autore di un gol da maghetto, l’indiscusso leader tecnico - ma anche le solite lacune difensive alle quali non sempre l’ottimo Rui Patricio può porre rimedio. Al Bentegodi , come contro i neroverdi, lo “Special One” ha tentato di sparigliare le carte nel finale mettendo in campo punte a più non posso. Ma il “rischiatutto”- per definizione - a volte funziona, altre volte no. E a Verona non ha funzionato.

LAZIO, PROGETTO IN RITARDO
Non funziona la Lazio che dopo le sconfitte di Milano e Istanbul ha recuperato solo nel finale il pari all’Olimpico contro il Cagliari dell’altro debuttante (di lungo corso) Walter Mazzarri, chiamato in settimana a sostituire Leonardo Semplici. Era stato messo in preventivo che il gioco di Sarri abbisognasse di tempo per divenire fluido, piacevole e vincente. E nel primo tempo la squadra ha effettivamente  prodotto molto. Ma a occhio credo di poter dire  che il processo di sarrizzazione - classifica a parte - sia in chiaro ritardo su una pur benevola tabella di marcia.

LA SORPRESA FIORENTINA
Chi sta andando al di là delle più rosee previsioni, è sicuramente la Fiorentina, reduce da tre vittorie di fila e i cui 9 punti attuali sono stati conquistati nonostante il calendario l’abbia finora costretta a giocare per tre volte (su quattro ) lontano dal Franchi. Martedi riceverà l’Inter e il test avrà una valenza più attendibile dell’attuale classifica. Anche per i nerazzurri. Nell’attesa concentriamoci su Udinese-Napoli. 
 

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