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Pirlo, mister 50 per cento. Conte, 1 milione a punto...

Nella giornata dei pareggi fanno festa Napoli e Roma che accorciano sulla vetta

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Nella giornata dei pareggi (ben 6 su 10 di cui tre per 0-0) frenano le tradizionali grandi del calcio italiano, quelle con le maglie a strisce, con Milan, Juve e Inter fermate sul pareggio nei rispettivi impegni domenicali. Fanno festa e allungano il passo Napoli e Roma, ormai a un tiro di vittoria dal Milan capolista.
 

IBRA BIFRONTE - In ordine di apparizione: rigore calciato in Curva Sud, colpo di testa all'incrocio dei pali, assist malandrino per il gol (giustamente annullato) di Calabria e firma sul 2-2 finale. Ibrahimovic a due facce, sempre e comunque decisivo. Nel male: prestazione opaca per un'oretta, terzo penalty stagionale fallito dopo quelli nel derby (con palla ripresa e gol) e contro il Lille in Europa League. Nel bene: il solito trascinatore. Nella storia (del Milan): mai nessun rossonero aveva segnato, prima di Zlatan, in 7 partite consecutive in A.
DISCO ROTTO - Antonio Conte è contento della prestazione di Madrid (sconfitta che rischia di tener fuori l'Inter dagli ottavi di Champions) e anche di quella di Bergamo (magari dimenticando che il primo tiro nello specchio della porta dell'Inter è arrivato al 12esimo della ripresa ed è stato il gol di Lautaro Martinez). Lasciamo perdere le polemiche tra presunto mancato furore agonistico e vino sul tavolo degli opinionisti. E facciamo un amarcord musicale. "Se potessi avere mille lire al mese" è un motivetto del 1939 cantato da Gilberto Mazzi (grazie wikipedia per l'informazione...). Oggi molti allenatori top level sognano di avere un milione al mese. Il sogno di Conte grazie a Suning si è fatto realtà visto che il tecnico salentino è l'unico, nel nostro calcio, a guadagnare 12 milioni annui. Sì, 12: come i punti conquistati dall'Inter in questo avvio di campionato. 12 punti sui 21 a disposizione. 12 punti che - oggi come oggi - terrebbero i nerazzurri fuori dalla Champions (e anche dall'Europa League). Dodici punti, per ora: un milione... a punto.
MISTER 50 PER CENTO - Andrea Pirlo aspira a diventare allenatore top level. I numeri di questa sua prima parte di campionato alla guida della Juventus sono però deficitari anzichenò: al netto del 3-0 a tavolino sul Napoli (in discussione a livello di Appello Federale), la sua Juve ha conquistato soltanto 9 punti sui 18 disponibili. Una raccolta del 50 per cento. Insufficiente a corroborare le ambizioni di decimo scudetto consecutivo. Ma sufficiente a ridimensionare il magico mondo di Pirlolandia che qualcuno a inizio stagione aveva troppo precipitosamente dipinto dalle parti della Continassa... 
ZONA CAICEDO - C come Caicedo richiama la C come Cesarini, quel cognome che ha accompagnato ogni gol segnato intorno allo scadere (e anche dopo) delle partite. Si deve all'italoargentino Renato Cesarini, attaccante classe 1911, nato a Senigallia ma emigrato con la famiglia a Buenos Aires a soli 9 mesi. In Italia Cesarini vi tornò nel 1930 per vestire la maglia della Juventus con cui vinse i 5 scudetti del "quinquiennio bianconero". Giocò anche nella Nazionale italiana e proprio a un gol segnato in azzurro allo scoccare del 90' (Italia-Ungheria 3-2 del 13 dicembre 1931 a Torino) è legata la sua popolarità: da allora infatti per le reti segnate negli ultimi minuti di una partita si usa il termine "zona Cesarini". Che sarebbe bene aggiornare nel più moderno "zona Caicedo" vista la specializzazione dell'ecuadoriano nel segnare all'ultimo respiro; 6 dei suoi 23 centri in A sono arrivati oltre il 90esimo. 
PETTO FREDDO - In Argentina chiamano "pecho frio" un giocatore... senza palle. Rodrigo Bentancur, ridicolizzato con il tunnel di Correa che ha portato al pareggio di Caicedo, è inserito nella categoria, almeno dai colleghi di Olè che lo hanno visto debuttare e crescere nel Boca Juniors. Colleghi che non hanno tutti i torti. L'uruguaiano ha un bel fisico, buona tecnica, sa stare bene in campo. Ma non va mai (o quasi) oltre al compitino. Del resto i numeri lo inchiodano. Bentancur - quarta stagione alla Juventus, dove è arrivato nel 2017 a 20 anni tondi - è un centrocampista offensivo (?!?) che in carriera tra Boca, Juventus e Uruguay ha giocato 249 partite segnando la miseria di 4 gol e offrendo una dozzina di assist in tutto. Da anni si attende la definitiva esplosione ma l'impressione è che il processo di crescita si sia arrestato. E che Bentancur rimanga un buon giocatore ma nulla più.   
CAUDILLO - Cristian Romero, argentino classe 1998 lanciato dal Genoa, di proprietà della Juve ma in prestito all'Atalanta, è attualmente uno dei migliori difensori centrali della Serie A. Tignoso in marcatura, con gran timing, bravo a uscire dall'area con la palla al piede, forte di testa. Viste le recidive di Chiellini (a 36 anni con i muscoli di seta, destinato ormai alla pensione) e le topiche di Bonucci (scherzato da Caicedo all'Olimpico) la Juventus farebbe bene a chiamarlo presto alla base.
TRIS - L'unico precedente tris (hat trick in inglese) Mkhitaryan lo aveva realizzato in Bundesliga: agosto 2015, 5-0 del suo Borussia Dortmund sul Wolsfburg. Il 31enne attaccante armeno che già la scorsa stagione aveva fatto bene in giallorosso (9 gol in 22 partite, miglior bottino personale nei top campionati europei eguagliato) è stato determinante a Marassi in una partita nata in salita per l'assenza di Edin Dzeko. Tre gol e (prima) una traversa. Pallone portato a casa e Roma trascinata in zona Champions League.

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