© Getty Images
Nel cinquantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, Roma rende omaggio al poeta, regista e intellettuale con una giornata di sport e cultura: "PPP50: Pasolini segna ancora", un quadrangolare di calcio per celebrare la passione autentica di Pasolini per il gioco del calcio e il suo valore umano e simbolico. L'evento, inserito all'interno delle celebrazioni organizzate dall'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, è organizzato dalla Corsa di Miguel guidata da Valerio Piccioni, si svolgerà allo Stadio dei Marmi 'Pietro Mennea', uno dei luoghi più iconici dello sport italiano, messo a disposizione da Sport e Salute. La mattinata - preceduta nella giornata di venerdì sempre allo Stadio dei Marmi da una staffetta omaggio a Pasolini delle scuole superiori - si aprirà alle 9 con un'esibizione delle scuole calcio giovanili di Esquilino Football Club, Roma 6, Pigneto Team e Villa Gordiani, per poi lasciare spazio alle 10.30 al calcio d'inizio del quadrangolare. Scenderanno in campo quattro formazioni speciali: Nazionale Attori, la storica squadra fondata nel 1971 proprio da Pier Paolo Pasolini insieme a Ninetto Davoli, che parteciperà all'evento in ricordo dell'amico e maestro; Osvaldo Soriano International Football Club, la "nazionale degli scrittori", arricchita per l'occasione da ospiti internazionali del mondo della cultura; Nazionale Giornalisti, con in campo volti, voci e firme del giornalismo televisivo, radiofonico e della carta stampata; Campidoglio Football Club, squadra formata da consiglieri comunali appartenenti a tutte le forze politiche rappresentate in Aula Giulio Cesare. "Sono felice che venga organizzata questa partita per ricordarlo perché il calcio fu davvero una delle sue più grandi passioni. Pier Paolo amava moltissimo giocare a pallone: quando vedeva una palla tornava bambino. Era davvero bravo, veloce; da ragazzo lo chiamavano "Stukas", come l'aereo, per quanto correva. Quando iniziammo a lavorare insieme, scoprimmo di condividere questa passione e cominciammo a fare delle partitelle con amici come Sergio e Franco Citti, Enzo Cerusico e tanti altri. Giocavamo ovunque: nei campetti di terra, nei prati, dove capitava. Poi decidemmo di organizzare delle partite con un piccolo biglietto d'ingresso e di destinare il ricavato in beneficenza. Da quell'esperienza nacque nel 1971 la squadra degli Attori, che fondammo insieme. Per lui il calcio era molto più di un gioco: era un modo per stare in mezzo alla gente, un'immersione nella cultura popolare. Il calcio per lui era l'essenza del popolo", ha dichiarato Ninetto Davoli.
L'evento è inserito all'interno delle tante iniziative realizzate dall'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale per ricordare il grande intellettuale friulano. La Figc fornirà i palloni ufficiali per disputare le partite. Per Pasolini il calcio non fu mai solo uno sport, ma un linguaggio del corpo e dell'anima. Ne scrisse e ne parlò con la stessa intensità con cui realizzava film o poesie, riconoscendovi un codice estetico e sociale, un modo per raccontare l'Italia popolare, le periferie, i sogni collettivi. 'Pasolini segna ancora' vuole restituire proprio questo spirito: la leggerezza e la profondità di un gioco che, per Pasolini, era una forma di arte e di verità. Ad arricchire la mattinata saranno Andrea Vianello e Marino Sinibaldi, due figure di riferimento del giornalismo e della cultura italiana, che - aiutati da ospiti e giocatori - animeranno le partite trasformando lo Stadio dei Marmi in un luogo di riflessione e racconto, dove la memoria incontra la passione popolare. La scrittrice Arianna Farinelli, nata e cresciuta nelle stesse periferie raccontate da Pasolini, proporrà una sua riflessione sulle parole del poeta.
Protagonista a distanza sarà Fabio Capello, che di Pasolini fu amico e compagno di gioco: "Ricordare Pasolini attorno a un campo di calcio mi sembra la cosa più giusta - dice Capello -. Mi dispiace non poter partecipare ma anche per me questo è un weekend di ricordi e commemorazioni." Capello e Pasolini si conobbero a Grado nei primi anni Settanta, tra allenamenti e partite amichevoli: "Pasolini per me è stato un amico e ricordarlo è sempre un piacere vero, mi fa tornare indietro nel tempo, alla mia gioventù da calciatore e a quegli incontri fatti di pallone, risate e cordialità. Io lo conoscevo di fama per ciò che scriveva sul Corriere della Sera, e avevo visto i suoi film. Poi, un'estate nei primi anni 70 ci incontrammo a Grado, al mare dove andavo a curarmi le ginocchia facendo i fanghi. Di persona mi fece un grande effetto per la sua straordinaria cultura di cui non però non avvertivi mai il peso: era mite, quasi timido, ma sempre molto piacevole e con un interesse viscerale per il calcio, vissuto con trasporto e attenzione. Ho sempre avuto la sensazione che Pier Paolo guardasse al calcio come alla vita: con passione, curiosità e profondità. Era un'ala sinistra di livello, grande corsa in velocità e dribbling guizzante. Era tifoso del Bologna e gli piaceva fare il doppio passo alla Biavati. Fu lui che ad un certo punto mi chiamò a giocare in quella nazionale degli attori che aveva fondato e di cui aveva il pallino. C'erano Ninetto Davoli, Franco Citti, Franco Interlenghi, Raf Vallone che era stato portiere del Torino. Una volta con noi giocò persino Gigi Riva, un altro che veniva a farsi le sabbiature a Grado. Facevamo le partite e poi si andava a mangiare e a bere Collio bianco. Erano bei tempi, e non lo dico tanto per dire. Il calcio faceva da collante ma si parlava di tante cose con apertura e tranquillità, c'era un bel confronto e Pasolini era l'anima di quegli incontri: Pier Paolo aveva una personalità strepitosa, sapeva trascinare gli altri, dentro e fuori dal campo".
Anche il Bologna Fc, squadra del cuore di Pasolini, parteciperà idealmente alla commemorazione con una maglia rossoblù dedicata al poeta, con l'11 sulle spalle - il suo numero preferito. Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, lo ricorda così: "Nel cinquantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini vorrei che anche il Bologna FC fosse idealmente presente allo Stadio dei Marmi per il quadrangolare "PPP50", perché Pasolini ha avuto un legame forte con la città di Bologna e con la squadra di calcio che la rappresenta. Negli anni della formazione, prima al Liceo Galvani e poi alla Facoltà di Lettere dell'Università, Pasolini ha coltivato la sua grande passione per il calcio. È celebre un passo in cui Pasolini ricordava i pomeriggi passati a giocare a pallone ai Prati di Caprara, considerati i più belli della sua vita. E poi il Bologna, la squadra del cuore: "Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone - scriveva - che domeniche allo stadio Comunale!". Per questo ci sembra opportuno ricordare, a cinquant'anni dalla sua tragica scomparsa, non solo il grande intellettuale, ma anche l'appassionato di calcio e il tifoso. Che - voglio immaginare - anche oggi sarebbe orgoglioso del suo Bologna". Tra gli ospiti speciali, una leggenda del calcio italiano e mondiale: Marco Tardelli.