L'agente ed ex calciatore: "La raccolta fondi è per trovare una cura che magari non aiuterà me, ma altri sì"
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"Devo essere aiutato per andare in bagno, farmi una doccia, salire in macchina. Per mangiare mi devono imboccare, le mani le muovo ancora, ma non riesco a tirare su il braccio. Questa malattia è infame perché ti toglie giorno dopo giorno qualcosa". Si apre così una lunga intervista di Matteo Materazzi a Repubblica, in cui racconta in prima persona della malattia che lo ha colpito.
Materazzi ha 49 anni, è agente sportivo ed ex calciatore. Una famiglia legata al pallone: il fratello Marco campione del mondo 2006, il padre Beppe a lungo allenatore in A. Si collega dalla Sardegna, Porto Taverna. "Era il nostro punto di ritrovo. Mi lega anche a mia madre, che era di Cagliari", ha detto. Madre che ha perso a 13 anni. "Un tumore al seno. Non ne ero cosciente, nessuno mi avvisò che sarebbe potuta morire. Anche per questo ho scelto di dire tutto subito ai miei figli, Geremia e Gianfilippo, così possono metabolizzare", ha rivelato.
"Con la mia malattia è vietato sperare, ma io voglio vivere. Penso a chi non può permettersi le spese per rendere sostenibile la sua quotidianità", ha detto. Sul difficile rapporto con il fratello Marco, campione del mondo nel 2006, ha detto: "Abbiamo litigato per sciocchezze, adesso proviamo a recuperare il tempo perso. Vuole organizzare una partita di beneficenza all'Olimpico tra gli azzurri del 2006 e l'All Star di stranieri del passato".
Sull'idea della raccolta fondi per sostenere la sua causa. "La speranza è trovare una cura per la mutazione che ha colpito me come tante altre persone, 300 solo in Sardegna. Magari non mi salverò io, ma altri sì. Ci muoviamo su due binari, insieme a una famiglia calabrese e una pugliese: la Columbia University ci ha chiesto 1,5 milioni per finanziare la produzione di un ASO (un frammento genetico artificiale per inibire la malattia, ndr), un laboratorio di San Diego un milione per cercare un farmaco che potrebbe poi essere sintetizzato e portato in Italia. Ci proviamo, non so se il tempo che ho mi basterà".
E' stata già raccolta una cifra considerevole. "Duecentomila euro. Ringrazio Antonio Conte e la moglie Elisabetta, Simone Inzaghi e sua moglie Gaia, ma anche chi ha donato cinque euro. Mi ha scritto Ibrahimovic, mi ha mandato una emoticon e mi ha fatto forza. L'ho conosciuto quando giocava con Marco", ha detto Materazzi.
Il messaggio che gli ha fatto più piacere. "Forse quello di Pancaro (ex difensore della Lazio, ndr). Avevamo avuto dei problemi, ha saputo andare oltre, lui come tanti altri", ha detto. Infine se dentro di lui c'è ancora speranza. "Con la malattia che ho mi è vietato averla. Provo a vivere al massimo, finché posso. E di notte sogno di correre", ha concluso.