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Le Sdottorate: Ibra, no grazie... E il TGV nerazzurro

In casa Juventus è Pirlo-flop: meglio di lui al primo anno Conte, Allegri e Sarri...

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Sarà una volata scudetto rossonerazzurra: 14 giornate ancora da giocare, 42 punti in palio, si riparte da Inter a 56 e Milan a 52. Certo, c’è una Juve potenzialmente a 49 con nelle ultime giornate gli scontri diretti, entrambi allo Stadium, contro Milan (35esima giornata) e Inter (penultima). Ma la Juve vista a Verona, il distacco dalla testa e l’euro-distrazione Champions (sempre che si superi lo scoglio Porto) non giocano a favore dei bianconeri. Domenica sul velluto per l’Inter: nel segno di Lukaku (gol, assist e avvio dell’azione nel 3-0) la squadra di Conte fatica meno del giusto a piegare un Genoa remissivo. La Beneamata è la grande favorita per lo scudetto che – detto tra noi – sarebbe il minimo sindacale per questo secondo anno dell’era Conte, chiusasi con zeru tituli nelle coppe e con un unico obiettivo (appunto, il tricolore) di qui alla fine della stagione. Domenica adrenalinica per un Milan che rialza la testa dopo un avvio d’anno negativo (5 vittorie, 5 sconfitte e 3 pareggi, tra cui i due al limite dell’imbarazzante contro la Stella Rossa). Divertente e ricca di emozioni la sfida dell’Olimpico, che il Milan ha meritato di vincere ma che vede la Roma uscire a testa alta nonostante i numeri orribili alla voce scontri diretti (solo 3 punti conquistati sui 24 a disposizione nelle 8 sfide d’alta classifica fin qui disputate).

SORPRESA – Tomori al posto di capitan Romagnoli. Ok, la mossa è giusta. L’ex Chelsea è attento in difesa e pericoloso quando si sgancia in avanti. Già dal suo battesimo di fuoco (esordio in rossonero nel derby di Coppa Italia contro Lukaku…) aveva lasciato intravedere grandi doti. Adesso, per il 13 rossonero, sarà dura riconquistare il posto.

SPRECHI – Un Milan poco Ibra-dipendente quello visto contro la Roma. Anzi…Sullo 0-0 grida vendetta il suo mancato passaggio al liberissimo Calhanoglu per un tacco da dimenticare; pochi minuti dopo – come per un assurdo “effetto calamita” - Rebic gli serve palla (in fuorigioco) invece di tentare la più comoda battuta a rete. Della serie, a volte la presenza di Ibrahimovic diventa davvero ingombrante per i compagni, magari terrorizzati dai suoi cazziatoni nel caso non gli passino il pallone… Adesso per lo svedese di sangue plavo si alza il sipario di Sanremo e si attivano le cure per il suo guaio muscolare alla coscia sinistra. E chissà che dopo le performance sanremesi Pioli possa di nuovo avere a disposizione il devastante numero 11 di inizio stagione.

SETTEBELLO – L’Inter viaggia come un TGV (dal francese Train a Grand Vitesse, ergo “treno ad alta velocità”), strabatte il Genoa senza sudare neanche troppo e risparmiando energie per giovedì a Parma (contro la penultima del campionato, non il Barcellona di Xavi, Iniesta e Messi, più o meno come ha presentato Antonio Conte il prossimo impegno nerazzurro). Rimanendo sui binari… del treno vale la pena celebrare il Settebello interista. Dopo un inizio 2021 balbettante (4 punti in 3 partite: vittoria contro il Crotone, sconfitta a Marassi con la Samp e pareggio all’Olimpico romanista), il 17 gennaio la svolta con il 2-0 alla Juventus. Nelle ultime 7 partite l’Inter ha ottenuto 19 punti su 21 con uno score di 17 reti a favore e solo un gol contro. Nello stesso arco temporale la Juve di punti ne ha conquistato 13 (-4 rispetto ai nerazzurri), di gol ne ha segnati 10 (-7) subendone 4 (+3). Questi invece i numeri rossoneri: 12 punti (-5 sull’Inter), con 10 reti realizzate (-7) e 10 subite (9 in più dei nerazzurri).

DELUSIONE – Davide Ballardini, Zio Balla per i tifosi del Grifone, è un buon allenatore e persona di spessore. Il suo Genoa era reduce da un’importante striscia di risultati: 7, con 4 vittorie e 3 sconfitte. A San Siro la sua squadra è rimasta… negli spogliatoi. Certo, un gol subito dopo soli 33 secondi mette in salita qualsiasi partita, figuriamoci quella in casa della capolista. Però, ecco, dal Genoa di Zio Balla ci si aspettava un po’ di più. Se proprio non sotto l’aspetto del gioco almeno sotto quello della combattività. E speriamo che davvero – come molti sospettano – l’idea non sia stata quella di dare già quasi persa in partenza la sfida del Meazza per preparare al meglio il derby di mercoledì…

PARAGONI – Buona (nemmeno tanto…) la prima. Tempo di bilanci per Andrea Pirlo che tra qualche giorno si gioca il futuro in Europa e intanto mostra numeri deficitari in campionato. Dopo 23 partite la sua Juventus ha raccolto 46 punti. Facendo peggio delle “prime volte” dei suoi tre predecessori scudettati sulla panchina bianconera. Conte nel 2011-12 dopo 23 giornate aveva raccolto tre punti in più (49), Allegri (2014-15) e Sarri (2019-20) addirittura 9 punti in più (54). Addirittura la Juve di Pirlo ha raccolto 5 punti in meno rispetto a quella di Allegri del 2015-16 che partì malissimo (solo 5 punti nelle prime 6 giornate) ma che dopo 23 incontri era in testa a quota 51.

PAGELLE – Prosegue sugli schermi dei nostri quotidiani la “immunità Ronaldo”. A segno contro il Verona (con almeno tre quarti del merito del gol che va a Federico Chiesa…) nell’unica occasione in cui si è notato positivamente. Per il resto: due punizioni da favorevolissime posizioni scaricate sulla barriera (e non è una novità…), un paio di tiri finiti in curva. Eppure i peana non mancano: Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Corriere della Sera e Libero gli danno 6,5 in pagella. Addirittura prende 7 nei giudizi del Quotidiano Nazionale (Il Giorno-La Nazione-Il Resto del Carlino), de Il Giornale e de La Stampa. I più stretti di manica sono, con 6, i colleghi di Tuttosport (Filippo Cornacchia) e de La Repubblica (Emanuele Gamba). Quasi ai confini dell’eresia, perché un’insufficienza a Cr7 suonerebbe quasi come una bestemmia.

PARATE – Nell’analisi di giornali, radio e tv è passato il concetto che la Juve magari avrebbe meritato di vincere. La sua colpa, quella di “non chiudere la partita”. La realtà è che i guanti del portiere dell’Hellas (Silvestri) sono rimasti puliti, mentre i guantoni di Szczesny hanno evitato il ko buttando sul palo un colpo di testa di Faraoni e sulla traversa un tiro di Lazovic. Ma alla fine è “Rabbia Cr7”, mica “Szczesny salva la Juve”. Così va il mondo. Della (dis)informazione…

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