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Inter, Conte: "Stabilità e continuità, bene le 5 vittorie: ma con la Samp c'è tanto da perdere"

La sfida di Marassi, prima di Barcellona e Juve, nasconde molte insidie

27 Set 2019 - 16:11

La Samp dopo Milan e Lazio e, soprattutto, prima di Barcellona e Juve. Testa a Marassi, dunque: ma come si fa a non guardare già oltre? Perché la vera insidia per l'Inter oggi è questa. Già, il sei su sei in campionato, l'en-plein, la Juve da tenere a distanza. Tutte buone ragioni. Anzi, ottime. Ma la Champions incombe e il derby d'Italia pure. La trasferta di Genova è dunque una grande prova di maturità per il gruppo: "E' la classica partita in cui c'è tantissimo da perdere - ha sentenziato infatti Antonio Conte in conferenza stampa - anche perché incontriamo una squadra ben allenata da un ottimo tecnico come Di Francesco. Per me, per noi, esiste solo la partita di domani, non pensiamo a settimana prossima. Concentrazione, quindi, e stabilità".

LA CONFERENZA DI ANTONIO CONTE

Mister, che Sampdoria si aspetta domani? Quali insidie nasconde la partita di Marassi?

"Giocare a Marassi è sempre un'insidia. La Sampdoria è una squadra organizzata e con un tecnico bravo come Di Francesco. Si vede il lavoro dell'allenatore. E' partita con un sistema di gioco, lo ha cambiato in corso d'opera ma al di là di quello ha presente determinati concetti. Dovremo fare molta attenzione perché sarà una partita difficile. E' la classica partita dove abbiamo tantissimo da perdere".

Cambia qualcosa il fatto di avere dopo Barcellona e Juve? Lukaku potrebbe riposare?
"La partita con la P maiuscola è la prossima. E' la quinta partita in pochi giorni per cui dobbiamo prenderci dei rischi, è giusto scegliere una formazione che dia garanzie e che vada in campo con l'intento di fare il massimo. Quanto a Lukaku... fa parte della rosa".

La stupisce la risposta data finora dai suoi giocatori?
 "Nessuno parte per perdere. Nella nostra testa c'è la ferrea volontà di cercare la vittoria. Averne ottenute cinque di seguito è importante e sicuramente sono frutto del lavoro che stiamo facendo, della disponibilità dei ragazzi, ma al tempo stesso sono passate solo cinque giornate. Dobbiamo continuare con la stessa volontà e voglia. Bisogna avere continuità di risultati se vuoi essere protagonista. Bisogna evitare gli alti e bassi. Per diventare una squadra forte bisogna dare certezze e determinate sicurezze".

Quanti margini di miglioramento ha la sua squadra?
"Penso che quando cambi guida tecnica cambia un po' tutto. C'è un percorso per me e tutti gli altri tecnici entrati per il primo anno in panchina. Penso che ognuno di noi ha dei margini di crescita. Per qualcuno sarà un percorso più semplice e per altri più articolato. Sono convinto che questo percorso dobbiamo farlo, abbiamo iniziato e ora bisogna capire a che velocità verrà percorso".

Trova ci siano similitudini tra il percorso fatto ora e quello fatto al suo arrivo in panchina alla Juve?
"Quando si parla di fase difensiva si parla di tutta la squadra, non solo della difesa. Parliamo di undici giocatori coinvolti. Penso che la cosa più importante è riuscire ad avere equilibrio tra fase difensiva e offensiva. I parallelismi sono difficili, sono situazioni diverse. Ricordo che al primo anno fummo bravi a vincere da imbattuti pareggiando tante partite. Le difficoltà le trovammo, il primo anno. Al tempo stesso nel Milan c'erano Thiago Silva, Ibrahimovic, Nesta, Gattuso. Una squadra forte. Fummo bravi e loro in alcuni aspetti mancarono, perché i superfavoriti erano loro. C'era l'Inter del Triplete, c'era il Napoli con Cavani-Lavezzi-Hamsik, squadre che sulla carta ci erano davanti. Oggi non siamo tra i favoriti, come ho sempre detto vedo Juventus e Napoli davanti a noi però questo non deve cambiare. La qualità del campionato quest'anno si è alzata. La Lazio è una squadra forte, che l'anno scorso ha vinto la Coppa Italia. E' stata costruita negli anni e ora è una realtà, può lottare per stare tra le prime quattro. Il Milan stesso ha buoni giocatori, un buon allenatore e una società forte. Noi dovremo lottare con tutte le nostre forze, vediamo quale sarà il nostro meglio".

Lei insiste spesso sul concetto di continuità: si riferisce ad alti e bassi visti in questi primi mesi oppure si riferisce anche alla storia recente dell'Inter?
“Gli alti e bassi si possono trovare nello storico degli ultimi 9 anni dell’Inter. Non sono di certo il primo allenatore a vincere 5 partite, questo gruppo non è la prima volta che vince 5 partite, due anni fa era in testa a dicembre e non a settembre, salvo poi finire in Champions all’ultima giornata. Anche con Mancini si era partiti fortissimo, gli alti e bassi sono questi. Lo storico ci deve far drizzare le antenne e tirare fuori le unghie”.

Come sta la squadra fisicamente e come sta in particolare Sanchez. Lo vedremo in campo domani?
“In generale stanno tutti bene. Ho parlato molto di Sanchez, me lo chiedete in ogni conferenza. E’ un calciatore con determinate caratteristiche, spetta a noi fargli trovare vena e brillantezza. Un calciatore di spessore e prima o poi lo vedrete in campo....”.

Ha appena parlato di "alti e bassi" da evitare. In squadra pensa di avere uomini di carisma che oggi possano evitare i cali di tensione degli anni scorsi?
"Io sono sempre molto cauto perché penso che ci sia da migliorare in tutto. Non pensiamo che si arrivi con la bacchetta magica e si cambi in tutto. Il fatto di trovare voglia e disponibilità da parte dei calciatori per me e i tifosi deve essere una cosa che ci fa stare più sereni rispetto al passato, ma sappiamo che dobbiamo migliorare in tutto. Una o due vittorie non mi fanno cambiare pensiero. Ci dobbiamo rimboccare le maniche e lavorare duro, facendo il massimo per la nostra squadra".

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