Ottima gestione della gara, giocata da padroni sul campo della migliore Juve stagionale: questo è il vero salto di qualità della squadra di Inzaghi rispetto a un anno fa
di Enzo PalladiniCi sono punti e punti. Non tutti pesano allo stesso modo e quello ottenuto dall'Inter sul campo della Juventus a Torino ha un valore particolare. Il motivo più banale è che consente alla squadra nerazzurra di restare davanti a tutti, ma ci sono altre indicazioni nelle pieghe della partita, segnali che certificano una volta di più un concetto chiaro: l'Inter è la grande favorita per questo scudetto, per cucirsi la seconda stella così attesa.
La storia di Juve-Inter dice che spesso è finita tanti a pochi per i padroni di casa, altre volte è finita tra le polemiche. Ogni tanto ha vinto anche l'Inter, ma sono serviti grandi campioni e capolavori tattici per riuscire a centrare questo obiettivo. Allo Stadium stavolta i nerazzurri non hanno vinto, è vero, ma il messaggio subliminale che ci viene trasmesso da questa sfida è più chiaro e matematico rispetto persino ai freddi numeri della classifica: l'Inter è nettamente la squadra favorita per la conquista del titolo e ci sono almeno cinque buone ragioni che possono corroborare questa tesi.
Primo motivo: onore agli avversari. In questa fredda notte torinese si è vista la migliore Juventus della stagione. Subito in partita, decisa, concentrata. Pressing alto portato costantemente, come da dettami introdotti all'inizio della stagione. I bianconeri hanno dimostrato di essere diventati una squadra a tutti gli effetti, un gruppo compatto che riesce a mascherare qualche lacuna tecnica con il lavoro del collettivo, inoltre hanno finalmente ritrovato i loro attaccanti Vlahovic e Chiesa.
Ma proprio l'ottima Juve vista in campo ci porta al secondo motivo per considerare l'Inter favorita: l'atteggiamento in campo. Sempre ripercorrendo le pagine più o meno recenti della storia di Juve-Inter, si rileggono serate in cui la padrona del campo era sempre solo la Juventus. Stavolta si è giocato molto nella metà campo bianconera e quasi sempre con una qualità di palleggio da grande squadra. L'anno scorso dopo la finale di Champions League, Pep Guardiola fece i complimenti a Simone Inzaghi per il lavoro svolto, lavoro del quale si osservavano le ripercussioni durante i novanta minuti. Qualcuno storse il naso, ma l'Inter di oggi è l'ulteriore evoluzione di quella, gioca un calcio gradevole anche quando affronta trasferte complicate come questa.
Terzo motivo: Inzaghi non sbaglia più gli scontri diretti. In questo primo scorcio di stagione ha ottenuto 7 punti contro Milan, Roma e Juventus. L'anno scorso nel girone d'andata (così si spiega il ritardo iniziale) erano arrivati 0 punti nei primi quattro big match contro Lazio, Milan, Roma e Juventus. Solamente il 4 gennaio arrivò la prima vittoria contro una teorica diretta concorrente, l'1-0 del 4 gennaio contro un Napoli che era ormai straprimo e aveva lasciato qualcosa della sua furia nei cenoni natalizi.
E al di là della sofferenza cronica contro le grandi, c'era anche un'altra dote mancante che quest'anno invece è stata acquisita e che costituisce il quarto motivo di questa grandeur ritrovata: la capacità di reazione. Preso di gol di Vlahovic (più prodezza che disattenzione), è stato necessario pochissimo tempo per riordinare le idee e riprendere il possesso del campo. L'anno scorso un gol preso da una grande o da una piccola squadra comportava un lungo sbandamento dal quale spesso non si trovava una via d'uscita. A Torino la sofferenza è durata sei minuti, il tempo di trovare il pareggio e di riprendere in mano il pallino della partita.
Last but non least, quinto motivo che poi alla fine potrebbe essere il primo: quando stanno bene, Lautaro Martinez e Marcus Thuram sono una coppia devastante, perché sono perfettamente abbinati, perché si capiscono al volo, perché Thuram sa che con uno scatto in più può spaccare a metà le difese, così come Lautaro sa quanto gli sia d'aiuto per lucidare il suo piede dorato il lavoro che il compagno svolge per lui. Straordinari quando stanno bene, comunque fortissimi anche quando - come in questo caso - hanno nelle gambe partite giocate con le rispettive Nazionali e lunghi viaggi di trasferimento. Questi sono i cinque motivi principali per cui l'Inter, pur avendo preso un solo punto a Torino, si conferma grande favorita per lo scudetto 2023-24. E qualche ulteriore arma letale, Simone Inzaghi finora l'ha lasciata nella custodia, per scelta o per necessità. Figuriamoci quando sfodererà anche quelle.