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Inter-Barcellona, dieci anni fa la notte magica di San Siro che anticipò il triplete

Nella semifinale di andata di Champions League, Sneijder, Maicon e Milito superarono in rimonta 3-1 i blaugrana e ipotecarono la finale di Madrid

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20 aprile 2010: una serata che i tifosi dell’Inter difficilmente potranno dimenticare. Gli uomini di Mourinho realizzano un’impresa titanica, battendo il Barcellona dei marziani per 3-1. Una semifinale di Champions League storica; un successo in rimonta firmato da Sneijder, Maicon e Milito, che fecero letteralmente impazzire San Siro. È il preludio del triplete, che di lì a poco più di un mese sarebbe stato coronato sotto il cielo di Madrid.

Nei giorni in cui si rincorrono voci di possibili incroci di mercato tra Inter e Barcellona (con scambi che riguarderebbero Lautaro Martinez, Vidal e Arthur) i tifosi nerazzurri celebrano oggi il decimo anniversario di quella splendida semifinale di andata di Champions League nella quale l’imbattibile superpotenza allenata da Pep Guardiola finì ko.

È il 20 aprile 2010. Se in Italia l’insidia si chiama Roma, in campo internazionale il difficile ostacolo da superare si chiama Barcellona, squadra campione d’Europa in carica. In un Meazza in cui si registra il tutto esaurito, forse per la prima volta nella gestione Guardiola a fare la partita non è la formazione catalana, bensì gli avversari. L’Inter parte forte e può passare subito in vantaggio grazie a un lancio di Eto’o per Milito, fermato da un fuorigioco inesistente. Proprio nel momento migliore dei nerazzurri, però, viene commesso l’unico errore da parte dei padroni di casa: Maxwell parte sulla fascia sinistra al 19’ e serve Pedro che batte Julio Cesar di piatto destro. Cala il gelo. Si teme la disfatta dell’Inter, ma gli uomini di Mourinho ripartono come se nulla fosse accaduto. Scocca la mezz’ora: Eto’o, largo sulla destra, serve con un rasoterra in mezzo all’area Milito, che libera al tiro in piena area Sneijder per il gol che riacciuffa il risultato. Esplode San Siro e si riaccende la speranza.

Così, a inizio ripresa, Pandev scatta in contropiede, serve Milito che stoppa, attende l’arrivo di Maicon che riceve dalla destra e con un diagonale preciso trafigge Valdes; viene quasi giù lo stadio. Ribaltare il risultato al Barça era considerata un’impresa quasi impossibile prima di questo match. Ma non è finita. Eto’o, grande ex della sfida, è in grande forma: il suo cross vede la sponda aerea di Sneijder per Milito che da pochi passi insacca il definitivo 3-1. È un trionfo. Gli dèi sono caduti. C’è però il ritorno da giocare la settimana successiva in un Camp Nou tutto esaurito e con i tifosi blaugrana convinti di assistere a quella che gli spagnoli chiamano remuntada. L’Inter si difende con ordine e, nonostante l’espulsione di Thiago Motta (condita dalla sceneggiata di Busquets), che lascia la squadra in dieci per un’ora abbondante, e la rete nel finale di Piqué, i tifosi nerazzurri possono festeggiare l’accesso alla finale della Coppa dopo 38 anni dall’ultima volta. Al triplice fischio, Mourinho salta dalla panchina e corre verso lo spicchio di curva interista che lo acclama come un eroe. La sua abilità tattica, la capacità di tenere la squadra lontana dalle pressioni mediatiche, il suo istrionismo che innervosisce la stampa iberica faranno di quella vittoria, soprattutto, la sua vittoria.

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