ESULTANZE CONTROVERSE

Fowler e quel derby "stupefacente": quando il gol porta polemiche

Il 3 aprile 1999, dopo una rete all'Everton, l'attaccante inglese mimava la famosa sniffata sulla linea di fondo

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Sono passati ormai 21 anni da un'esultanza che anche oggi viene ricordata come una delle più provocatorie della storia del calcio, quella di Robbie Fowler in Liverpool-Everton dell'aprile 1999, valevole per la 31esima giornata di Premier League. Il derby valeva molto di più per i Toffees, coinvolti nella lotta per non retrocedere, mentre dall'altra parte del Mersey i Reds avevano disputato una stagione anonima e in campionato potevano, al massimo, ambire al quinto posto. Non era dunque bastata la coppia d'oro Owen-Fowler: quello che i tifosi del Liverpool chiamavano “God” nel 1998-99 veniva da un infortunio ai legamenti del ginocchio che gli aveva fatto perdere i Mondiali di Francia '98.

Rientrò da titolare nel settembre del 1998 con due gol al Charlton. Le reti arrivavano a fasi alterne: dopo mesi di magra ecco una doppietta o una tripletta, sintomo che la condizione fisica ancora doveva essere perfezionata. Sfortunatamente per l'Everton, che in difesa schierava Marco Materazzi, quella giornata soleggiata ad Anfield Road fu una di quelle in cui “God” non era marcabile. Gli ospiti andarono in vantaggio con una vecchia conoscenza del calcio italiano come Olivier Dacourt, ma al 14' Materazzi stese Paul Ince in area: rigore netto, dal dischetto Fowler (che da piccolo tifava Everton) trasformò di sinistro e con una doppietta guidò la rimonta dei Reds, che vinsero 3-2. L'esultanza dell'1-1 entrò nella storia: Fowler andò verso il settore destinato ai tifosi dell'Everton e mimò una sniffata sulla riga di fondo, in risposta alle voci della vigilia secondo le quali era un consumatore di cocaina. Polemiche a non finire, non solo nel mondo del calcio ma anche all'interno della società inglese, con le associazioni antidroga su tutte le furie.

L'attaccante si scusò con un comunicato, ma la federazione inglese lo squalificò per sei turni, due dei quali per aver dato del gay (come se fosse un'accusa) al difensore del Chelsea Graeme Le Saux. Quel derby segnò l'inizio del declino di Fowler ma anche l'ascesa di un giovanissimo Steven Gerrard, che nel finale salvò per due volte la porta del Liverpool dagli assalti dei cugini. L'esultanza di Fowler non è stata l'unica ad aver destato scandalo. Un fuoriclasse del settore, come il connazionale Paul Gascoigne, si era reso protagonista di due celebrazioni controverse: la prima a Euro '96, quando in occasione del gol alla Scozia mimò la “Sedia del dentista” (pratica che prevedeva alcool e compagnia femminile); la seconda nel 1998, durante l'Old Firm di Glasgow, quando da giocatore dei Rangers provocò la curva del Celtic facendo il gesto del flauto, lo strumento suonato ogni anno dalle bande orangiste protestanti per celebrare la vittoria di Guglielmo d'Orange su Giacomo II nel 1690.

In Italia ci si è limitati alle corna di Enzo Maresca per provocare i tifosi del Torino nel derby della Mole (2002), oppure alle esultanze politiche di Paolo Di Canio (squalificato nel 2006 per aver fatto il saluto romano alla curva laziale) e Cristiano Lucarelli (che nel 1997 celebrò un gol con la Nazionale Under 21 esibendo una maglietta di Che Guevara). Lo stesso Lucarelli, nel 2004, festeggiò una rete in Piacenza-Livorno di Serie B simulando un rapporto sessuale con la maglia dei toscani. E a proposito di esultanze “osé”, l'ultima da ricordare è quella del danese Nicklas Bendtner, che in Euro 2012, dopo un gol contro il Portogallo, si sfilò leggermente i pantaloncini per esibire dei boxer che sponsorizzavano un sito di scommesse. L'anno successivo sarebbe andato alla Juventus: con Antonio Conte in panchina, forse, neanche lui avrebbe avuto il coraggio di ripetere quel gesto.

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