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Caso scommesse, l'esperto: "Dalla noia alle minacce, così si cade nella trappola"

Marcello Presilla sensibilizza i calciatori sulle scommesse illegali: "Una volta che entri nell'anello dei ricatti, rischi di finire nel match-fixing"

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Spesso c'è la noia dietro al desiderio dei calciatori di iniziare a scommettere, cosa che di solito inizia presso bookmaker legali, magari chiedendo ad amici di farlo al posto loro per evitare guai. "Prima giocano a poker, poi sul tennis per poi finire sul calcio. Ed è qui che vengono avvicinati da qualcuno che gli propone di aprire un conto presso un sito apparentemente sicuro (che gli garantisca anonimato pur scommettendo in prima persona, ndr)" spiega l'avvocato Marcello Presilla, responsabile Integrity per l’Italia di Sportradar AG, che da anni incontra gli atleti italiani per sensibilizzarli sulle scommesse illegali. "Il calcio di un tempo non esiste più, oggi i calciatori vanno allenati anche dal punto di vista comportamentale, c'è bisogno di figure che gli spieghino come convivere a vent'anni con ingaggi stellari ed esposizione mediatica. Se no l'adrenalina di una scommessa può sembrare una via di fuga" le parole a La Gazzetta dello Sport.

Presilla spiega come funziona, solitamente, il meccanismo che inguaia i calciatori: "Ci sono persone chiamate agent che si fingono loro amici invitandoli a scommettere su siti illegali e garantendo assoluta riservatezza, anche se poi da qualche parte ci sarà sempre un foglio o un file con i nomi con i debitori. Gli forniscono username e password per accedere a siti che in facciata sembrano italiani ma poi non hanno valore legale nel nostro Paese. Spesso gli scommettitori non devono neppure crearsi un portafoglio visto che gli agent offrono crediti importanti e, una volta esaurito il budget, chiedono di saldare il conto che può arrivare a centinaia di migliaia di euro".

Dalle parole di Presilla emerge come sia l'agent la figura centrale in questo meccanismo: "Guadagnano milioni di euro all'anno perché percepiscono una percentuale sui soldi scommessi dai propri clienti. Addirittura assumono per loro altri agent, che fanno entrare poi nel giro altri scommettitori allargando la base e creando un sistema piramidale". C'è poi un altro aspetto del problema: "Nel momento in cui un calciatore chiede a un criminale di fare una puntata al suo posto, inizia a infilarsi nel primo anello della catena dei ricatti. E se i debiti raggiungono un certo valore, rischiano minacce che portano all'alterazione delle partite: 'o ti fai espellere in quella partita oppure...".

In chiusura, c'è comunque un messaggio di speranza da lanciare ai calciatori: "Si può sempre tornare indietro. Ai ragazzi spiego che è importante denunciare chi li prova a inserire in un giro di scommesse illegali. Tendenzialmente, però, chi non cade in tentazione preferisce far finta di nulla: vogliono evitare di creare problemi a qualcun altro".

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