LA PARTITISSIMA

Derby Milano: Conte-Giampaolo, una partita per la svolta

I tecnici di Inter e Milan tra similitudini e differenze. E la stessa necessità di rilanciarsi per non aprire una crisi

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Così diversi e così uguali. Marco Giampaolo da una parte, Antonio Conte dall'altra. Il "testa alta e giocare a calcio" del tecnico milanista, il "testa bassa e pedalare" di quello interista. In mezzo, tra una manciata di ore, un derby che vale già tantissimo, anche se siamo ancora alla quarta giornata di campionato appena e la stagione non è nemmeno lontanamente entrata nel vivo. Milan-Inter, domani sera, pesa come un macigno. Non solo perché c'è di mezzo una rivalità cittadina che da queste parti si sente parecchio, ma anche, e soprattutto, perché né Giampaolo né Conte possono permettersi passi falsi. Intanto non hanno mai perso un derby (4 vittorie e 2 pareggi per il primo con la Samp, 4 vittorie su 4 per il secondo con la Juve) e non hanno certo intenzione di macchiare questa statistica proprio adesso. Quindi perché, diciamolo, al netto di una classifica per entrambi piuttosto positiva (ovviamente l'Inter a punteggio pieno da questo punto di vista se la gode mica da ridere) le due squadre non hanno ancora convinto a sufficienza e, semmai, danno l'impressione netta di essere ancora parecchio da costruire. 

Meglio l'Inter, almeno fino a martedì scorso e al pareggio molto deludente in Champions contro lo Slavia Praga. Meglio l'Inter perché la mano di Conte è già molto visibile nell'atteggiamento e nei movimenti. Per il Milan i lavori in corso sono ancora alle prime pietre, con qualche minuscolo dettaglio che sa del nuovo allenatore ma una formula definitiva ancora da trovare e praticamente tutti i nuovi da inserire. Sono cose del pallone, banalmente, e nel pallone arriva sempre il giorno in cui scocca la scintilla e tutto cambia. Il derby è l'occasione giusta non solo per la cornice di pubblico che sarà come al solito entusiasmante. Ma anche perché chi perde paga (dazio) e rischia di finire in un calderone di critiche da cui uscire, nella Milano che accoglie ma perdona poco, non è facile per niente.

Ma i nuovi, dicevamo. Tra questi ce ne sono due che sono diversamente attesi e che, in qualche modo, hanno fatto lo stesso cammino. Stefano Sensi, rivelazione di questa prima parte di stagione nerazzurra, è stato milanista per qualche settimana. Bloccato da Boban e Maldini e poi lasciato andare all'Inter perché ritenuto troppo costoso (che errore, a conti fatti). E Ante Rebic, quasi interista negli ultimi giorni di mercato e poi milanista proprio sul gong. Il primo ha già fatto vedere parecchio, sul secondo si appoggiano le speranze del popolo rossonero. Il primo sarà sicuramente tra i protagonisti del derby di domani sera, il secondo cerca spazio e, pare, dovrebbe trovarlo al fianco di Piatek.

Già, Piatek. E' l'altro lato della sfida. Il polacco del Milan non segnava più e ha risposto con una rete, sia pure su rigore, nel match vinto a Verona. Lukaku, per passare dall'altro lato della barricata, è partito con l'acceleratore spinto fino in fondo e ha rallentato, bruscamente, nelle ultime due uscite. Il primo cerca continuità, il secondo una riscossa. A immaginarselo oggi non ci si aspetta un gran bel derby, ma certamente sarà un derby ricco di contenuti. Con Giampaolo e Conte a incrociare i guantoni per la prima volta sopra un ring che non farà prigionieri. Vincere per rilanciarsi, perdere e finire nel baratro. Subito, anche se saranno passate solo quattro giornate di campionato. Dentro o fuori, alternative zero.

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