LA RICORRENZA

Da eroe a "core ingrato": la prima volta che Gonzalo Higuain fece piangere Napoli e il San Paolo

I 36 gol in campionato, poi il passaggio alla Juventus: e pochi mesi dopo il Pipita tornò a Fuorigrotta, eliminando i suoi ex compagni dalla Coppa Italia. Era il 5 aprile 2017

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Da condottiero e capopopolo di una piazza difficile e passionale come Napoli a nemico numero uno: è il destino di Gonzalo Higuain, che nel 2016 passò dal record dei 36 gol in campionato al trasferimento all'odiata Juventus. In bianconero segnerà più volte alla vecchia squadra, ma il dolore più profondo per la piazza partenopea arrivò forse il 5 aprile 2017: doppietta al San Paolo, il Napoli vince 3-2 in Coppa Italia ma i gol del Pipita regalano la finale alla Juventus.

Sono passati poco meno di quattro anni, eppure sembra una vita fa: nel 2016 Gonzalo Higuain era il re di Napoli, protagonista assoluto di un collettivo che in campo incantava e che sembrava prossimo a completare il gap dalla Juventus schiacciasassi che (allora come oggi) dominava la scena del calcio italiano vincendo uno scudetto dietro l'altro. La stagione si completava con il record assoluto del Pipita: 36 gol in campionato, come solo Gino Rossetti era riuscito prima di lui. Ma era il 1929: altri tempi, un calcio completamente diverso.

Higuain sembrava essere riuscito in una missione quasi impossibile: avere intorno a sé un affetto paragonabile a quello di Maradona, che una trentina di anni prima aveva dato vita a un connubio campione/città pressoché irripetibile. Specie in una terra passionale come Napoli, contemporaneamente piena di amore da dare e poco incline a concederlo veramente a chi non è davvero speciale. E Higuain speciale lo era diventato realmente, fiero portacolori di una città che finalmente si vedeva di nuovo a pochi passi dal tornare in cima al mondo. Ultimo capitolo di una lunga rincorsa passata anche per le paludi della Serie C.

Tutto si infranse però in un fatidico martedì di mezza estate: è il 26 luglio 2016 e il passaggio di Gonzalo Higuain dal Napoli all'odiata Juventus è ufficiale. Un affare da 90 milioni di euro, ma nessun assegno può placare il dispiacere, lo sconforto e la rabbia di una piazza che vede il proprio trascinatore abdicare a favore del nemico giurato. E da quel preciso momento Higuain diventa per Napoli il nuovo nemico giurato, come e forse anche più di quella stessa Juventus che lo aveva portato via dal Golfo. Un addio doloroso, pieno di malintesi, accuse incrociate, equivoci mai chiariti. E che già nel primo anno diede vita al primo profondo dolore per gli azzurri, in una battaglia a distanza che da nuovo "core ingrato" (come Altafini, più di Altafini) è stata quasi sempre vinta proprio da Higuain.

Già a ottobre Juventus e Napoli si affrontano e lo fanno a Torino: è uno scontro che assegna già una buona fetta di scudetto e che termina 2-1 per i bianconeri. Succede tutto nel secondo tempo: Callejon pareggia quasi subito il vantaggio di Bonucci, poi decide proprio Higuain. Ma è il ritorno a Napoli dell'antico idolo che scatena più di ogni altra cosa la fantasia del pubblico partenopeo. Che nella prima settimana di aprile 2017 ha due importanti occasioni per farlo: il 2, in una sfida di un campionato ormai già quasi deciso, e soprattutto il 5, dove invece ci si gioca la finale di Coppa Italia. In campionato il Pipita resta a secco, mentre Khedira e Hamsik confezionano l'1-1 finale. Ma sarà in Coppa Italia che darà la prima, vera, tremenda delusione nel suo antico teatro nelle ancora inedite vesti di antagonista.

L'andata allo Stadium aveva detto 3-1 per i bianconeri (e Higuain, manco a dirlo, ancora una volta aveva messo la sua firma con un gol). La speranza di una rimonta era però viva nelle menti e nei cuori dei ragazzi di Maurizio Sarri, ancora inconsapevole del fatto che ben presto anche lui diventerà un "core ingrato" ritrovando Gonzalo a Torino da allenatore. Il Pipita stronca subito le speranze di Fuorigrotta segnando il gol del vantaggio: un gol "da Pipita", con controllo di palla sontuoso fuori area e colpo da biliardo nell'angolino dove Reina non arriva. Il Napoli non si arrende: nel secondo tempo pareggia Hamsik, ma al 59' Dybala premia la corsa di Cuadrado a destra e sul successivo cross del colombiano l'incubo si materializza di nuovo. Sì, perché il pallone trova ancora una volta il solito Higuain, che esplode un destro che rende l'impresa pressoché impossibile. La partita si chiuderà con un'amarissima vittoria azzurra: 3-2 dopo le reti di Mertens e Insigne. E la nettissima sensazione che senza quell'implacabile bomber argentino dall'altra parte, la finale sarebbe stata a portata di mano.

"Higuain? L'ho visto qui a Napoli per una trentina di partite, è il fuoriclasse che conosco. Uno che quando si esalta fa la differenza", mastica amaro Sarri a fine partita. "Cosa ho da dire su Higuain? Nulla", taglia corto invece Aurelio De Laurentiis. Forse gli hanno già detto che in occasione di uno dei due gol Higuain ha indicato verso la tribuna e le telecamere hanno decodificato il suo labiale: "Es de este la culpa", "La colpa è sua". Nel frattempo Nicola Higuain, fratello del bomber, su Twitter ha scritto: "Come mi piace vedere la faccia di Aurelio ogni volta che segna mio fratello. Alla prossima pres. Hahaha!!!".

La "guerra" è ormai senza esclusione di colpi. Higuain farà ancora male al suo vecchio Napoli, ormai però assuefatto all'amaro destino di soffrire di fronte al suo vecchio condottiero: che con quella doppietta al San Paolo del 5 aprile 2017 aveva aperto una ferita che sarà molto difficile da cicatrizzare.

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