L'OPINIONE

Caso scommesse: se anche il calciatore è malato

In un sistema già in difficoltà, tradiscono pure i protagonisti in campo

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“Il comportamento dei giocatori deve essere esemplare in nazionale e nel club di appartenenza. Anche per rispetto verso noi stessi”. Parole dell’azzurro Francesco Acerbi, in conferenza stampa, poche ore prima che giovedì 12 ottobre diventasse un altro giorno nero nella storia del calcio italiano. Facile aggiungere i casi Fagioli, Zaniolo, Tonali alle mancate qualificazioni ai Mondiali, alla Champions che non vinciamo da 13 anni, agli stadi vecchi, alle plusvalenze fittizie, ai bilanci taroccati, alle commissioni agli agenti. E aggiungere: questa è un’altra storia che dimostra lo stato comatoso del calcio italiano.

Certo, il nostro pallone è sgonfio e la credibilità è vicina alla sospensione per eccesso di ribasso nelle ultime ore. Ma stavolta stiamo parlando di ludopatia, di fragilità di giovani colpiti da inaspettata ricchezza con la perdita della percezione di valore del soldo. Insomma a tradire le certezze dei tifosi sono loro, i protagonisti, quelli che scendono in campo.
Vero che non siamo nel vortice di partite truccate che sconvolse il mondo del pallone nella primavera del 1980 con le forze dell’ordine negli stadi, gli arresti, le manette. Ma il problema è serio.
Ormai si scommette su tutto: numeri di calci d’angolo, primo marcatore ma anche primo ammonito, under, over pure pari o dispari. Scommettere è facile, troppo facile. E la tentazione tanta. Difficile trovare la cura per combattere un virus in rapida diffusione come quelle delle scommesse. Qualcuno dirà: vietiamole, ma lo cataloghiamo tra i folli sognatori visti gli introiti che portano nelle casse dello stato. Già si anticipa, peraltro, che il 2023 sarà l’anno record per i volumi delle giocate sugli eventi sportivi e la crescita è costante. Le norme federali, è evidente, non sono bastate. Se le indagini porteranno ai fatti concreti, solo le squalifiche (e la brutta figura) dei protagonisti potranno essere il migliore deterrente per il futuro, per chi avrà la tentazione di commettere l'illecito. Nota di chiusura: secondo i bene informati, potrebbero essere coinvolti altri nomi illustri. Che questa storiaccia, insomma, non sia finita qui. Il calcio è malato, lo si sapeva. Che anche i giocatori fossero messi così male da bruciare talento e soldi è l'ennesima delusione difficile da digerire per noi, semplici appassionati.

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