Sono giovani e intraprendenti, gli "anta" diversi, i ragazzi degli anni novanta che diventano grandi e faranno grande l'Italia. Una "nidiata" come non si vedeva da decenni. Tutti bravi, tutti pieni di talento, tutti con la testa sulle spalle e tutti già protagonisti. Già oggi, perché in un'Italia del pallone che andava a rotoli si è scelto - per fortuna, vien da dire - di ripartire da loro. E allora basta scorrere i nomi per capire che ci stiamo costruendo un futuro che avrà un senso maggiore quanto maggiore sarà la loro crescita. Eccoli, in ordine sparso: Donnarumma, classe '99, ma anche il baby interista Pinamonti (stessa età) o l'ultimo arrivato in Serie A, Pellegri, uno che nel '90 era ancora un pensiero e adesso Juric pensa di lanciare nel suo Genoa.
D'accordo, di questi tre l'unico a giocare con continuità è il portiere del Milan, ma cosa dire dei vari Caldara, Conti e Gagliardini (tutti del '94) o di Locatelli ('98) o dei più celebrati Bernardeschi ('94) o Berardi ('94)? Non sono già loro l'ossatura di una Nazionale che verrà e promette davvero bene? Senza dimenticarci che Florenzi è un '91, Insigne pure e Verratti un '92, due giocatori insomma che, ancora giovani, si sono messi nelle gambe chilometri ed esperienza in squadre importanti e hanno già calpestato i campi della Champions.
E non è ancora tutto: ci sono Rugani e Romagnoli ('94 e '95), De Sciglio ('92), Calabria ('96), Cataldi, Benassi e Baselli ('94, '94 e '92), Belotti e Politano (entrambi '93), Sansone ('91) e Chiesa junior ('97). Mica male no? Mettiamola così, altrimenti, schierando un'Italia che, massimo nel 2020, andrà a caccia degli Europei: Donnarumma; Rugani, Caldara, Romagnoli; Florenzi, Verratti, Locatelli, Gagliardini, Bernardeschi; Berardi, Belotti.
Tutti giovani di grande talento con alle loro spalle riserve altrettanto di qualità. Il futuro, insomma, ha tutta l'aria di essere roseo. Sempre che loro, tutti loro, continuino a essere intraprendenti, intelligenti e con la testa ben salda sulle spalle.
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