Insulti negli stadi, Ancelotti duro: "Fermiamo le partite"

Il tecnico del Napoli: "Dobbiamo migliorare, in Italia siamo indietro"

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Duro affondo di Carlo Ancelotti contro gli insulti negli stadi. "In Italia, a livello di cultura siamo indietro, si pensa ancora che una partita di calcio sia una battaglia, invece è un evento e la maleducazione non deve più entrare", ha tuonato il tecnico del Napoli. "Ora abbiamo un vantaggio: che si possono sospendere le partite - ha aggiunto -. Si è fermata per la pioggia e si possono fermare anche se si insulta, si può fare e penso che lo faremo".

La ricetta di Ancelotti contro la cultura sportiva negli stadi italiani passa dunque anche dallo stop alle partite. Un modo eclatante per dare un segnale forte e far tornare l'evento sportivo al centro delle sfide calcistiche, allontanando rivalità che nulla hanno a che vedere con il calcio. "È difficile se non impossibile essere insultati in Inghilterra, mentre in Francia non c'è la passione che c'è in Spagna e in Italia - ha spiegato Carletto durante il dibattito tra gli allenatori che si è svolto al centro tecnico di Coverciano -. La gente non è così coinvolta e appassionata. In Spagna c'è una rivalità forte tra Barcellona e Real Madrid ma non la maleducazione che c'è negli stadi italiani".

Sulla stessa lunghezza d'onda il ct Roberto Mancini: "Fermare le partite potrebbe essere un segnale". "Noi purtroppo abbiamo questo cattivo modo di comportarci e non è una cosa bella perché accade quasi sempre qui da noi, all'estero è difficile che accada", ha aggiunto.

Quanto invece alla reazione di Mourinho allo Stadium dopo la vittoria dello United all'ultimo respiro, il tecnico azzurro invece prova a ridimensionare l'accaduto: "Non mi sembra che abbia fatto nulla di particolare, ci sta che dopo tanta pressione possa aver fatto quel gesto. In generale, la situazione degli insulti è da migliorare". Dello stesso avviso Antonio Conte: "Ogni allenatore vive di tensioni. José a mente fredda ha detto che avrebbe evitato quel gesto". "Aggiungo che in Inghilterra non si è abituati a sentire certi insulti, i tifosi si preoccupano solo di incitare la propria squadra - ha proseguito -. Ognuno ha il proprio modo di fare, la propria storia, ma è certo che dobbiamo migliorare".


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