Il ritorno di Lalas, chitarrista capellone che segnò un gol al Milan e conquistò Padova

L'11 luglio tornerà nella città in cui ha giocato 25 anni fa dopo il Mondiale negli Stati Uniti

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Se la notizia è "Lalas torna a Padova", la domanda successiva è: va bene, ma chi è Lalas? Chiederlo a un giovane di oggi è un po' come domandare alla ragazzina carina cantata dagli Stadio "chi erano i Beatles". Eppure Alexi Lalas, oggi un signore di 49 anni da poco compiuti, ha scritto qualche pagina importante nella storia del calcio italiano, se non altro per il suo look altamente spettacolare e per le sua abitudini folkloristicamente rivoluzionarie che hanno conquistato un po' tutti venticinque anni fa. Già, un quarto di secolo. Per chi ha vissuto quell'epoca sembra assurdo, invece tanto tempo è passato. Al Mondiale del 1994 giocati in casa, Lalas era titolare della nazionale statunitense ed era impossibile non notarlo: fisico compatto, senso dell'anticipo sugli attaccanti avversari, ma soprattutto una capigliatura lunghissima color carota, accompagnata a una barba altrettanto lunga, ovviamente dello stesso colore. In quel torneo, Lalas aveva anche segnato un gol regolare contro la Colombia ma se lo vide annullare per un fuorigioco che in realtà non c'era. Ma il Var non era ancora nemmeno nei pensieri dei vertici calcistici, quindi addio gloria. 
Si faceva notare, Lalas. Eccome se si faceva notare. L'Italia all'epoca era all'avanguardia nel mondo, era il campionato più bello e più ricco. Lalas giocava per passione, era tesserato per una squadra universitaria, il Rutges di New Brunswick, nello stato del New Jersey. Il Padova se ne innamorò e lo prese per 400 milioni di lire. Una buona scelta dal punto di vista tecnico, perché comunque si trattava di un buon difensore centrale. Ma ben presto fece parlare di sè più come musicista che come calciatore. Suonava la chitarra, anche molto bene. Non solo nella stanza di casa sua, ma anche in sala di incisione con il suo gruppo, i Ginger. Sono cinque gli album della sua discografia, con molte canzoni scritte personalmente da lui: Woodland del 1994, Far From Close del 1996, Ginger del 1998, So It Goes del 2010 e Infinity Spaces del 2014. Nessuno di questi è un capolavoro che resterà nella storia del rock, però lavori più che dignitosi. 
Nel Padova, Lalas giocò per due stagioni segnando tra l'altro il primo gol italiano al Milan e ricevendo nel 1995 il premio come miglior giocatore a stelle e strisce. Poi fece i bagagli e tornò negli Stati Uniiti, giocando con i New England Revolution, i New York Metrostars, i Kansas City Wizards e i Los Angeles Galaxy, con una breve parentesi in Ecuador con la maglia dell'Emelec. Nel 2003 ha concluso la sua carriera da calciatore, raccogliendo tra l'altro 96 gettoni di presenza con la sua Nazionale. 
Dopo aver smesso con il calcio ha continuato a suonare, sì, ma ha anche fatto altro: ha provato a fare il dirigente calciastico prima con gli stessi Galaxy (dimettendosi poi insieme all'allenatore Ruud Gullit), poi con i San Josè Earthquakes e infine con i New York Red Bull. Nel 2014 finalmente è riuscito a laurearsi alla Rutges University, che aveva lasciato in sospeso per trasferirsi in Italia. Tra i suoi hobby più recenti quello di costruire stadi di sabbia in miniatura, con tanto di spettatori. Un paio d'anni fa ha anche seguito un corso per arbitri, ha ottenuto il patentino e in teoria potrebbe arbitrare. 
Raccontata la storia, si torna alla notizia. Lalas è in arrivo a Padova. Sono passati 23 anni da quando ha salutato tutti per tornare negli Stati Uniti, L'11 luglio sarà di nuovo in città, allo stadio Appiani, per farsi abbracciare da quelli che l'hanno conosciuto e apprezzato, per salutare la gente che all'epoca venne folgorata da un personaggio senza freni inibitori e senza peli sulla lingua, che suonava la chitarra e che qualche volta si metteva a giocare a calcio nel garage di casa sua. 

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