Tre anni fa il ghanese si ribellò ai vergognosi ululati di qualche spettatore raggiungendo gli spogliatoi in anticipo
L'incredulità che si trasforma in rabbia, la rabbia che diventa frustrazione, perché nessuno è disposto ad ascoltarlo. Sulley Muntari è un centrocampista che fa del temperamento e dell'aggressività le doti migliori e magari la protesta contro l'arbitro Minelli di Varese sembra essere riconducibile al lato più fumantino del suo carattere. Invece esattamente tre anni fa, il 30 aprile 2017, il calcio italiano viene scosso dall'ennesimo episodio di razzismo negli stadi.
Una delle ultime partite disputate al “Sant'Elia” vede in scena Cagliari e Pescara, quint'ultima giornata di Serie A. Padroni di casa praticamente salvi, abruzzesi ultimi e già retrocessi. Decide un rigore di Joao Pedro e con il risultato bloccato sull'1-0 una partita anonima si iscrive al lato sbagliato della storia. A pochi minuti dal 90', infatti, Muntari è stufo di ricevere insulti razzisti da una parte del tifo cagliaritano e fa notare al direttore di gara che è intenzionato a lasciare il campo se la gara non viene sospesa. Minelli, però, non lo asseconda e quando il centrocampista insiste, dopo essersi sfogato anche con il quarto uomo (si sente distintamente la frase “È il mio colore”), viene ammonito per le proteste. È in questo momento che l'ex milanista non ci vede più e decide di abbandonare il campo, prendendosi il secondo giallo e il conseguente cartellino rosso.
È il primo caso nella storia di espulsione per reazione a insulti razzisti, con la beffa della squalifica per una giornata. Un'ingiustizia “da regolamento” perché il giudice sportivo deve limitarsi ad applicare le sanzioni leggendo il referto arbitrale.
Il polverone mediatico si genera immediatamente e in difesa del ghanese arrivano il suo allenatore Zdenek Zeman, la società abruzzese, il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi e colleghi come Kevin-Prince Boateng. Addirittura l'Onu, tramite l'Alto commissario per i diritti umani - esprime solidarietà verso il calciatore, ed è amara la constatazione che in Italia, invece, Muntari venga fermato un turno.
Squalifica poi tolta dalla Corte d'appello della Federcalcio dopo il ricorso del centrocampista, e anche questo è un dato che fa storia. Tuttavia, dopo lo sfogo di Cagliari, Muntari non giocherà più in Italia: per come è andata, non gli sarà stato certo difficile fare le valigie per la Spagna, prima al Deportivo La Coruña e poi all'Albacete.