Intervenuto durante lo Sport Business Forum, la guida dirigenziale della Pallacanestro Trieste ha riassunto i primi mesi a capo dei giuliani: "La mia impressione del basket in Italia, in una parola? Incredibile. La seconda parola? Passione. Il tifo, qui in Italia, è qualcosa di stupendo. La passione, l’atmosfera in ogni palazzetto… è qualcosa che non ho mai visto, nemmeno negli Stati Uniti. E io sono stato a tante partite dei Golden State Warriors. Ma non è la stessa cosa, non è come in Italia. È una cosa incredibile. Il livello del nostro prodotto non è mai stato così alto. Futuro? È radioso. Penso che, quando si gioca a basket, o si vince o si perde. Quest’anno non abbiamo vinto, ma ci sono molti aspetti positivi in ciò che abbiamo fatto a Trieste. Sono orgoglioso del mio club, del Department of Community and Fan Engagement e anche del coinvolgimento dei tifosi. Penso che, per noi, il successo si definisca in molti modi diversi, incluso il fatto che siamo riusciti davvero a integrarci nella comunità, influenzando positivamente la vita di molte persone a Trieste. E questo è ciò di cui parla la cultura sportiva: cercare di essere un punto di riferimento per la comunità. Primo, per offrire il valore di intrattenimento del basket; secondo, per fungere da sorta di richiamo collettivo per la comunità. Quindi, sinceramente, sono tanto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto fuori dal campo quanto di quello fatto in campo, concludendo al 6° posto. Per noi, l’obiettivo dichiarato è sempre crescere, essere competitivi in ogni singola partita – che sia in Serie A o nelle coppe – e crescere anche come organizzazione, per influenzare positivamente chi ci sta intorno. Infrastrutture? Il PalaTrieste è un po’ datato, anche per noi. Secondo me, il basket italiano – la nostra Lega – deve ripensare al modo in cui genera ricavi. Il modello basato esclusivamente su sponsor e biglietti appartiene al passato. Dobbiamo trovare nuove strade per produrre ritorni economici. Se vogliamo crescere e salire di livello, è questa la direzione da seguire. Un palazzetto non è soltanto un luogo dove si gioca a basket, è molto di più. Io la vedo come un’arena dell’intrattenimento, uno spazio dove possono convivere molte attività: ristoranti, eventi, servizi. Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare. BCL? Siamo entusiasti di giocare in Europa e prenderemo la decisione che sarà migliore per noi. Però penso sia fondamentale che le squadre del nostro campionato alzino il livello della competizione. Ed è esattamente ciò che intendiamo fare.”