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INTERVISTA ESCLUSIVA

Francesco Bruni salpa per una nuova campagna con Luna Rossa Prada Pirelli: “Il mix di esperienza e gioventù fa bene al team, perché ognuno impara da chi ha accanto”

Il 51enne palermitano è pronto ad affrontare la sua sesta campagna nella massima competizione velistica, la quinta con l'equipaggio italiano

di Marco Cangelli
16 Ago 2024 - 19:30
 © Ufficio Stampa

© Ufficio Stampa

Il mare è una componente vitale per Francesco Bruni. Cresciuto a “pane e vela” è diventato uno dei timonieri più conosciuti del settore. In grado di conquistare sette titoli mondiali, cinque europei e quindici nazionali, il 51enne palermitano è pronto a salpare per la sua sesta America’s Cup, la quinta targata Luna Rossa Prada Pirelli.

Come si sente a essere uno dei membri più esperti dell’equipaggio?

L’esperienza acquisita in tanti anni di vela agonistica su varie Classi aiuta ad affrontare una regata come l’America’s Cup, che oltre alle capacità tecniche in acqua richiede forza di volontà, calma e capacità di saper lavorare sotto stress senza mai perdere di vista la concentrazione e l’obiettivo finale. Ognuno di noi porta in “dote” un bagaglio personale e lo mette a disposizione del team; io ho fatto lo stesso in questi anni nella speranza di contribuire al successo della Campagna di Luna Rossa.

Come vive l’ingresso di tanti giovani nel team?

Faccio parte della rosa dei quattro timonieri a disposizione del team per l’AC75 e mi sento un privilegiato perché faccio il lavoro che amo e lo faccio ai massimi livelli di questo sport. In Luna Rossa Prada Pirelli, grazie al programma New Generation, sono entrati negli anni dei giovani e straordinari talenti che hanno portato aria fresca, nuove idee, nuove forze. Questo mix di esperienza e gioventù fa benissimo, perché ognuno di noi ha qualcosa da imparare da chi ci sta a fianco. Direi che complessivamente il team ha beneficiato enormemente di questo “nuovo corso”.

Quali consigli offre ai componenti meno esperti di questo team?

Consiglio di navigare il più possibile e di farlo su barche diverse, perché ognuna insegna qualcosa di fondamentale che poi servirà a formare un velista completo e di successo. La vela a questi livelli, come tutti gli sport professionistici, richiede enormi sacrifici, forza di volontà e soprattutto tantissima dedizione. L’esperienza verrà da sola, ma quello che non può mancare sono la passione, la curiosità e la voglia costante di migliorarsi.

Approdando a Luna Rossa, quanto l’ha aiutata l’esperienza che aveva già raccolto alle Olimpiadi?

Il velista che sono oggi è la somma di tante esperienze, regate, vittorie e sconfitte vissute negli anni, e le Olimpiadi fanno parte di questo mio ricco bagaglio. Partecipare a una campagna olimpica è un’esperienza altamente formativa per un velista, sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto quello umano e personale e certamente ne sono uscito arricchito.

In qualità di timoniere, come studiate le tattiche da applicare durante le regate?

Quando sei in regata, imposti la tua tattica sull’avversario, sulla meteorologia e sul campo di gara, ma ovviamente grazie alle sessioni al simulatore, in questi anni ci siamo preparati ad affrontare tutti i possibili scenari. In America’s Cup ci sono più avversari, ma alla fine si tratta di regate a match race, quindi ne affronti sempre uno per volta.

Avete già modo di capire come si potrebbero muovere le altre imbarcazioni, soprattutto quando ci si trova a gareggiare con più equipaggi come in Louis Vuitton Cup?

Grazie al programma di spionaggio condiviso (Recon) oggi terminato, abbiamo avuto modo di condividere tante informazioni, ma alla fine le barche che scenderanno in acqua durante le regate saranno molto diverse da quelle che abbiamo visto sino a oggi. Quello che non si vede è sempre la parte più interessante di uno scafo di Coppa America… Siamo molto contenti della nostra barca, delle nostre scelte, del nostro percorso, ma soltanto confrontandoci con i nostri avversari avremo le conferme che aspettiamo.

Lei ha detto che se non avesse fatto il velista, avrebbe comunque fatto un lavoro legato al mare. Non c’è qualcosa che le fa paura dell’ambiente marino?

Non ho mai desiderato fare altro che il velista e ancora adesso non mi vedo in nessun altro ruolo. Del mare una cosa che mi fa veramente paura c’è: l’inquinamento!

Come si sente quando deve star lontano a lungo dal mare?

Amo molto il mare e per il mio lavoro non sto mai tanto lontano dall’acqua, ma sto bene anche in altri luoghi purché sempre all’aperto e a contatto con la natura.

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