Mazzara: "Nuovi trick? Difficile, ma...". Tricomi: "Rischi, ma calcolati"
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Una vera e propria famiglia, la famiglia degli atleti Red Bull. Giovani, facce pulite ed eccellenze nei loro sport: questi i requisiti per diventare un atleta della “casa dei tori”. Uno status ambito da tutti. Dario Costa, Massimiliano Piffaretti, Alessandro Mazzara, Arianna Tricomi e Claudia Pagnini: siamo stati con loro una giornata intera a Marina Monfalcone in occasione dell’apertura della Red Bull Sailing Academy.
Discipline diverse, ma lo stesso spirito per tutti. Ognuno con una storia da raccontare. Professionisti già affermati, ma con la fame del primo giorno. Fare qualcosa al di fuori del normale, la loro missione. Con un pizzico di sana follia. Creare e realizzare progetti impensabili. Dario Costa in primis. Pilota d’aerei, la sua professione. Colui che è riuscito ad attraversare un tunnel a bordo del suo velivolo, un prototipo. Era il settembre 2021 quando realizzava l’impresa da Guinnes in Turchia. Non l’unica della sua carriera. Un italiano che per Red Bull si è trasferito a Salisburgo e vive tra l’hangar e il cielo: “Mi alleno tutti i giorni, per volare a questi livelli serve una grande preparazione fisica e mentale. Mi divido tra la palestra, dove ho sviluppato programmi specifici per allenare la forza G, e le sessioni in volo. Mai lo stesso giorno insieme, alterno per non sforzare troppo il mio corpo”. Primo e unico italiano della storia ad aver vinto l’Oscar dell’aviazione: primati su primati. Con la voglia di non fermarsi mai: “Il prossimo progetto speciale? Top secret, ma ci sto lavorando…”. Lascia la suspance, ma l’incontro con gli altri atleti Red Bull è fonte di ispirazione. Così nascono idee nuove da proporre. L’unione che fa la forza, sport diversi che si incontrano.
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Dal cielo alla skate park. Alessandro Mazzara, 21 anni e già due Olimpiadi alle spalle. “Faccio skate da quando ho 6 anni, insieme a mio fratello è stato amore a prima vista”, ci racconta. Da Roma, dove è cresciuto, a Roma, dove ha appena disputato una tappa del World Skate Tour in casa (all’Ostia Park per la precisione) arrivando quarto, a un soffio dal podio: “Peccato, brucia un po’, ma che bello gareggiare in casa, davanti alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei tifosi. Solo fino a qualche anno fa era qualcosa di impensabile”. Atleta Red Bull da 5 anni, un prodigio. I capelli mossi, il sorriso di un ragazzo determinato che con lo skate sotto i piedi sa fare cose incredibili: “Mi alleno tutti i giorni, è difficile creare nuovi trick. Ho un coach che mi segue durante le gare: non mi parla di tecnica, ma mi aiuta a ricordare e a mettere insieme tutti i pezzi”.
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Passando in acqua ecco Massimiliano Piffaretti e Claudia Pagnini. I due migliori wakeboarder italiani, e non solo. A catturare l’attenzione è l’energia del Piffa, il Pizza Boy. Questo il suo soprannome. Un’energia contagiosa tanto da spingermi in acqua con la sua tavola per una lezione davvero speciale in barca. Tecnica da rivedere, la mia. Tre cadute di faccia, il tempo di capire che, forse, non è il mio sport. In barca, tra musica alta e lattine di Red Bull, tutti usano l’affermazione giovanile “stare nel chill”. E qui, ancora di più, mi rendo conto cosa vuol dire far parte della famiglia Red Bull: “E’ sempre bello passare del tempo insieme. Siamo atleti e amici. Ci divertiamo tutti”, ci dice il 30enne di Como. Lui è una trottola e si divide tra l’Italia e la Florida: “Io cittadino del mondo? Sì, mi piace girare il globo facendo il mio sport. Red Bull ci porta sempre a fare cose wow per far conoscere sempre di più il nostro sport”. E una cosa davvero “wow” l’ha fatta Claudia Pagnini al Munich Mash, il più importante contest internazionale per wakeboard, skate e bmx. Gara che la 24enne ha vinto: “Un’emozione incredibile. Già solo essere invitati è qualcosa di unico, vincere a tutto un altro sapore”, sorride.
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Dall’acqua alla neve, dove Arianna Tricomi è una campionessa di ski freeride. Buttarsi giù dalle montagne con gli sci ai piedi le viene naturale: “Ci vuole coraggio, certo. Ma calcolo sempre bene ogni rischio. Con la montagna non si può mai scherzare e l’ho capito con il tempo. Il mio approccio negli anni è cambiato e ora, in tema di sicurezza, sono molto più preparata di prima”.
La follia per fare cose impensabili, la maturità di farle in sicurezza. Ogni rischio è calcolato. La filosofia Red Bull. Merito di un’azienda che crede nel talento. E questi ragazzi ne hanno da vendere.