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Messico: pugile chiede di non finire in carcere se espulso da Usa

07 Lug 2025 - 10:24

Il pugile messicano Julio Cesar Chavez Jr., arrestato negli Stati Uniti per presunti legami con il traffico di droga, ha chiesto al Messico di non finire in carcere, in caso di espulsione dal suolo americano: lo ha rivelato in una conferenza stampa il procuratore generale messicano, Alejandro Gertz, secondo il quale i legali dell'atleta gli avrebbero consegnato già "cinque o sei ingiunzioni per farlo rilasciare non appena arriverà in Messico". Chavez Jr., ex campione del mondo e figlio del leggendario pugile messicano Julio Cesar Chavez, è stato arrestato mercoledì scorso a Los Angeles dopo che le autorità hanno stabilito che si trovava nel Paese illegalmente. La sua espulsione potrebbe essere decisa oggi in un'udienza sull'immigrazione. Chavez Jr., 39 anni, e la cui carriera sportiva è in declino, è accusato di avere legami con il cartello di Sinaloa, uno dei sei gruppi di narcotrafficanti messicani designati come organizzazioni terroristiche dagli Stati Uniti. Secondo indiscrezioni giornalistiche, il pugile agiva come una specie di "giustiziere" e picchiava i membri della gang che commettevano errori usandoli come "sacchi da boxe". 

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