SCIALPINISMO

L'ultima discesa di "Cala" Cimenti: alpinista romantico, freerider senza paura

Una valanga sulle montagne di casa fatale ad uno degli sportivi estremi italiani più noti ed al suo compagno d'escursione nel corso di un'uscita di scialpinismo

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Dalle montagne più alte del pianeta a quelle "olimpiche" di Torino 2006, l'inverno più lungo continua a richiedere un pesante tributo di vite umane. Mentre proseguono le ricerche dei tre alpinisti dispersi da venerdì scorso sul K2, in alta Val Susa scompaiono sotto una valanga Carlalberto "Cala" Cimenti ed il suo amico Patrick Negro, che erano impegnati in un'uscita e scialpinistica sulle montagne di casa.

Avrebbe compiuto quarantasei anni domenica 14 febbraio, Carlalberto Cimenti, noto a tutti nell'ambiente della montagna  e degli sport estremi in alta quota (ma non solo) come "Cala". Il 14 febbraio, giorno di San Valentino. A costo di sembrare banali, viene subito da citare la proposta di matrimonio che "Cala" rivolse ad Erika Siffredi (lei pure alpinista) agli oltre cinquemila metri di quota di un valico himalayano. Un romantico? Viene da dire di sì, ma nel senso più puro del termine. Non un outsider ma un personaggio forse d'altri tempi, capace di imprese estreme, dell'altro mondo: quello dove magari adesso ne può covare e poi realizzare di nuove, di più esagerate ed "alte" nel senso più nobile del termine.

L'ìncidente è avvenuto ieri nella zona di Cima del Bosco. L'intervento di ricerca del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese è scattato nel tardi pomeriggio su segnalazione delle famiglie, allarmate dal mancato rientro di Carlalberto e del suo sfortunato compagno: il cinquantenne Patrick "Sherpa Chezal" Negro.

"Da una prima ricognizione effettuata da valle con il binocolo è stato notato un evidente distacco valanghivo al confine tra i comuni di Cesana e Sauze di Cesana. Il distacco è avvenuto sotto il Col Chalvet, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera, comune di Sauze di Cesana (TO). Sul posto è stata inviata l’eliambulanza 118 con a bordo il tecnico e l’unità cinofila da valanga del Soccorso Alpino che sono stati verricellati nel punto del distacco e in breve hanno individuato il segnale dell’Artva (Apparecchio per la Ricerca del Travolto da Valanga) che i due scialpinisti indossavano. Nel frattempo l’eliambulanza è riuscita a compiere 2 rotazioni trasportando a monte due squadre miste del Soccorso Alpino civile e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, prima di tornare in base per l’arrivo del buio. Con l’uso delle sonde, i corpi dei due scialpinisti sono stati individuati sotto oltre due metri di neve, alla base di una valanga che è scesa a valle per per circa ducento metri lungo un canale. Dopo un impegnativo lavoro di scavo, le salme sono state disseppellite e caricate sul toboga per il trasporto a valle a cui ha partecipato una squadra di tecnici sopraggiunti a piedi con gli sci e le pelli di foca.”

Originario di Pragelato, in Val Chisone, Cimenti la scorsa primavera era stato colpito dal coronavirus e ne era guarito, lanciandosi nel "Cala Adventure Italy 2020", un itinerario in bicicletta lungo la Penisola. Poteva vantare ascensioni sulle montagne di tutto il mondo: dalle Alpi all'Himalaya, dall'Atlante alle Ande. Ascensioni di valore assoluto ma, prima ancora, "esperienze". Che, appunto, non erano rimaste limitate all'alpinismo in senso stretto, per trasformarsi invece in vere e proprie avventure. Ascensioni poi "trasformate" (quasi sublimate), sulla via del ritorno, in discese con gli sci di difficoltà estrema. alla portata solo di pochi esperti e coraggiosi come "Cala": sportivo estremo e romantico, a tutto tondo ma con  una predilezione per...  gli spigoli: quelli incisi dalle lamine degli sci, quelli dei tratti del suo viso. Corsa in montagna, volo a vela, arrampicata ma lo sci sopra a tutto il resto e - da lassù - discese infinite verso il campo base o semplicemente il fondovalle. Freeride, scialpinismo, sci fuoripista dappertutto ma soprattutto sulle montagne più alte della Terra. Il primo "ottomila" salito nel 2005: il Cho Oyu, seguito dal Manaslu nel 2001 e dal Dhaulagiri nel 2017, questi ultimi due parzialmente discesi con gli sci! Il 2019 è invece l'anno dell'ascensione del Nanga Parbat, con i suoi 8126 metri "solo" la nona vetta della Terra ma al tempo stesso una delle più difficili. Ne raggiunge il vertice lungo la via "Kinshofer" del versante Diamir e poi, ancora una volta la discende sci ai piedi. Ed è proprio in questa occasione che Cimenti incontra Muhammad Ali Sadpara (uno dei tre dispersi del K2): incontro che sabato 6 febbraio - all'indomani dell'incidente al pakistano ed ai suoi colleghi Snorri e Mohr - "Cala" aveva rievocato con una foto e un messaggio affettuoso sul suo profilo facebook.

Poche settimane dopo il Nanga Parbat, "Cala" e l'alpinista piemontese Francesco Cassardo realizzano la prima salita del Gasherbrum VII che poi ridiscendono con gli sci. Cassardo però è vittima di un grave incidente e Cimenti trascorre la notte al suo fianco ad oltre seimila metrdi quota, assistendolo e confortandolo in attesa dei primi soccorsi, prestati via terra da Denis Urubko e Don Bowie con la collaborazione di due alpinisti polacchi, prima dell'intervento dell'elicottero.

Nel curriculum di Cimenti anche l'Ama Dablam salito (e ridisceso) in velocità: ventisei ore, un primato! E poi ancora la "lama" perfetta del Laila Peak disceso con gli sci. Proprio come era avvenuto - dal 2013 al 2015 - sui cinque "settemila" dell'ex Unione Sovietica: exploit che aveva permesso a "Cala" (a tutt'oggi unico italiano a riuscirci) di fregiarsi della prestigiosa onorificenza dello "Snow Leopard".

Leopardo delle nevi, alpinista di talento, freerider senza paura.

"Cala", ti ricordiamo così!

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