SPORT OUTDOOR

Imprese fuori dal comune e vita quotidiana: i campioni premiano i vincitori di Garmin Beat Yesterday  

Premiati a Milano i vincitori del challenge lanciato sei anni da dalla filiale italiana dell’azienda tecnologica americana.

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Quando si dice che il mondo va alla rovescia. E più ancora, quando questo modo di dire capovolge completamente la propria accezione negativa ed implica riscatto, rivincita, rinascita. In questo caso per i protagonisti delle cinque storie di vita vissuta e di sport premiate dalla sesta edizione di Garmin Beat Yesterday Awards allo Spazio Gessi, nel cuore pulsante di una Milano ormai in pieno clima natalizio.

Non stiamo però parlando del tipico buonismo da festività natalizie ormai imminenti ed incombenti. Niente di tutto questo ed invece, appunto, il mondo che si capovolge: i campioni dello sport - quelli belli, famosi e casomai ricchi - che incontrano gli sportivi di tutti i giorni. Ma non solo: di tutti i giorni ma a modo loro speciali, unici. Persone comuni che attraverso lo sport (la loro idea di sport, il loro sogno di sport) sono riusciti a fare un passo in avanti, verso l’alto ma soprattutto oltre. Oltre una quotidianità spesso dura, spietata, apparentemente senza via d’uscita. Cinque storie di riscatto quindi che - questo il senso di Garmin Beat Yesterday Awards - hanno un senso profondo in quanto tali e di più ancora come fonte d’ispirazione per quanti nello sport sognano di trovare la via d’uscita al disagio, al buio ed al vuoto. Cinque storie di Garmin BYA 2021, anzi quattro… più una. Quattro di esse prettamente sportive, una ancora più speciale, premiate nel corso di una cerimonia molto coinvolgente - soprattutto per chi lo sport lo pratica attivamente - e capace di rimescolare nel profondo dell’animo e di scatenare la voglia di alzarsi ed uscire a correre, pedalare, cavalcare una moto, andare per mare ed affrontare sentieri non a tutti i costi arditi per le gambe ed i polmoni ma ripidi ed insidiosi per chi insegue una normalità che non sarà mai tale nel senso comune del termine ma che vale la pena di vivere fino in fondo e che merita di essere compresa e condivisa per il suo valore intrinseco ed il tesoro che porta con sé. 

Dal trail running al ciclismo, dalla nautica al motociclismo, passando per l’outdoor: ognuno dei premiati con le proprie motivazioni ha saputo raggiungere con determinazione e passione il proprio obiettivo. Sul palco, insieme ai vincitori, nomi di spicco del panorama sportivo italiano, come Michele Cannoni del Team Luna Rossa, l’alpinista valdostano Hervé Barmasse, il campione del mondo di ciclismo su strada Alessandro Ballan ed il motociclista “dakariano” Alessandro Botturi. A premiare un progetto molto speciale poi il conduttore televisivo Matteo Viviani. Ad introdurre una  serata all’insegna appunto delle forti emozioni e di intensi racconti è stato Stefano Viganò, amministratore delegato di Garmin Italia:

“Senza ombra di dubbio il 2021 è stato un anno molto impegnativo. Dopo mesi in cui il mondo ha dovuto fermarsi, è poi ripartito con ancora più energia e tanta voglia di lasciarsi alle spalle le difficoltà. Ed è stato così anche per i protagonisti dei Garmin Beat Yesterday Awards 2021. Cinque mondi, cinque storie, cinque personalità e cinque obiettivi, con le relative paure e complessità. Tutte accomunate da una sola cosa: la passione e la voglia di farcela”.

I cinque progetti vincitori dei Garmin Beat Yesterday Awards 2021:

Marco Martinez: in barca lungo il fiume Arno verso la Turchia. A premiarlo è stato Michele Cannoni del Team Luna Rossa, che nel 2024 porterà la sfida italiana a Team New Zealand nella prossima America’s Cup.

Per il mondo “marine” Garmin premia l’impresa di Marco Martinez: ha mollato gli ormeggi quest’estate dal fiume Arno e si è diretto a sud, proseguendo poi verso oriente e raggiungendo la Turchia. Un viaggio straordinario, che lo ha portato a capire quanto i confini geografici - così come li immaginiamo - siano dei limiti nel creare una solida comunità internazionale di marinai, che condivide linguaggi, passioni e tradizioni.

“Durante il viaggio ho potuto mettere alla prova me stesso e le mie qualità di comandante principiante (ho venticinque anni), ma la cosa che mi ha dato più soddisfazione è stata vedere la felicità spensierata negli occhi del mio equipaggio, inesperto ma appassionato. Una felicità che solo il mare, quello vero, può regalare».

Enrica Gouthier: un sogno lungo i 170km dell’Ultra Trail du Mont Blanc. Il premio le è stato consegnato dall’alpinista valdostano Hervé Barmasse, prossimo alla partenza per una spedizione su uno degli “ottomila” della Terra.

Enrica ha completato l’UTMB (Ultra Trail du Mont-Blanc): 170 chilometri per 10mila metri di dislivello positivo, dopo essersi preparata per cinque lunghi anni. Giovane mamma di una ragazzina di undici anni, Enrica ha dovuto lavorare sodo nella vita, non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto umano: anni difficili da mettere alle spalle e la ricerca di lavori per andare avanti. La corsa è stata la fuga dai cattivi pensieri, oltre che un modo per trovare un riscatto. E questa impresa è stata la sua rivincita.

“Ho sognato questa gara per cinque anni. Mi sono preparata e ho lavorato sodo. Ho risparmiato, mi sono svegliata per più di un anno all’alba per allenarmi. Pensavo di esserlo, ma non ero pronta a tutto quello che ho vissuto all'UTMB. Non ero pronta alla gente, all'entusiasmo, alla follia, alla crisi… Non ero pronta a nulla. Eppure, pare che io ce l’abbia fatta… e che l'abbia finita!”

Wolfango Poggi: sui pedali per raccogliere fondi per la fondazione Novak Djokovic. A premiarlo Norma Gimondi (figlia del grande Felice) e Alessandro Ballan, Campione del Mondo in linea nel 2008 a Varese.

Da Firenze a Belgrado in otto giorni in sella alla propria bicicletta: è questa l’impresa ciclistica di Wolfango Poggi, attraverso la quale è riuscito a raccogliere una somma di oltre 10mila euro che sono stati devoluti alla fondazione Novak Djokovic per l’ampliamento di un asilo in un villaggio della Serbia. A motivarlo - come lui stesso afferma - fare qualcosa di concreto per realizzare il sogno di tanti bambini e il desiderio di dedicare la propria impresa a un Paese che lui definisce “la sua seconda casa” e che lo ha accolto per diversi anni.

“Sapere che concretamente stavo facendo qualcosa per realizzare il sogno di tanti bambini mi ha motivato, e mi ha dato lo stimolo e le energie necessarie per superare i momenti di difficoltà. Il loro sorriso e gli abbracci che mi hanno regalato all'arrivo sono stati la ricompensa più grande che potessi ricevere”.

Domitilla Quadrelli: neomamma allo Swank Rally di Sardegna. È stata premiata dal motociclista italiano e specialista offroad Alessandro Botturi, vincitore delle due ultime edizioni di Africa Eco Race, la prova che ripercorre le tracce della “Dakar” delle origini.

Quella di Domitilla è una storia davvero particolare, che in qualche modo dimostra ancora una volta come una donna possa avere sempre una risorsa da cui attingere per raggiungere il proprio obiettivo. Conclusa una carriera da modella, scopre il mondo “impolverato” delle due ruote. Una passione che cresce giorno dopo giorno, anche quando dentro di lei sta davvero crescendo qualcosa. Sì, perché Domitilla al sesto mese di gravidanza decide di iscriversi a una delle gare più dure e allo stesso tempo emozionanti sul panorama del motociclismo off-road: lo Swank Rally di Sardegna. Un vero e proprio salto nel buio, che però l’ha vista al via in sella alla sua moto a soli due mesi dal parto. Con lei per tutta la durata dell’evento, e all’arrivo, il suo compagno e il suo primogenito, in prima linea a supportare Domitilla in questa grande avventura.

“Per me Beat Yesterday significa superare i propri limiti, condividere la propria passione e coinvolgere gli altri in modo positivo. Per questo motivo ho organizzato un bootcamp di motociclismo dedicato solo alle donne: vorrei abbattere i limiti che spesso noi donne ci auto-imponiamo, aiutarle a scoprire nuove passioni e spronarle a realizzare i propri sogni”.

Roberto Carnevali e Manu: sulle montagne per incontrarsi. A premiare la storia più intensa ed applaudita (tale da suscitare molta emozione ed ammirazione) è stato Matteo Viviani, conduttore televisivo del programma di Italia Uno “Le Iene.

Camminare in montagna non è semplice hobby per Roberto Carnevali che - da ventuno anni - sta affrontando la più grande sfida della sua vita: cercare di costruire un rapporto di comunicazione e di comprensione reciproca con suo figlio Manu, affetto da un disturbo dello spettro autistico. Le loro escursioni, nate con l’intenzione di provare a condividere tra i due una attività molto amata da Roberto, hanno saputo un po’ alla volta unire i due, creando tra di loro una relazione più stretta e aperta al dialogo e allo scambio di emozioni. Un risvolto davvero inaspettato, che ha messo in contatto due mondi inizialmente lontani anni luce, e che ha rivelato come l’attività outdoor (in questo caso il trekking) abbia un potenziale di grandissimo beneficio sotto diversi aspetti.

“Dopo tanti anni, sono davvero molte le vette che abbiamo salito insieme. Questa sperimentazione che svolgiamo insieme attraverso l’attività fisica ha fortificato la nostra relazione, ha costruito un ponte, ci ha offerto un nuovo modo per generare empatia tra di noi. E vorremmo farla conoscere alle persone che, come noi, hanno a che fare con persone affette da autismo”.

Tutte le storie di Garmin Beat Yesterday Awards, raccontate da Daniele Piervincenzi, sono visibili al seguente link:  

GARMIN | Beat Yesterday | Migliora te stesso e realizza i tuoi sogni

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