SPORT E AVVENTURA

Dall’UTMB alla Sila con passione: Francesca Canepa brilla nel Winter Challenge più a sud d'Europa  

Tra i Giganti della Sila un’edizione memorabile della prova multidisciplinare sulle montagne dell'Altopiano calabrese. La campionessa valdostana vince la categoria run della 80 chilometri.

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Una grande avventura, anzi una vera e propria prova di sopravvivenza: questo è la Sila3Vette. Sapersi orientare nel buio tra i boschi senza punti di riferimento, affidandosi solo al GPS ed al proprio coraggio - sopportando freddo e fatica - è abilità di pochi ma buoni, molto buoni. Gestite con grande impegno le limitazioni dovute al Covid, per tutti gli oltre 190 atleti partecipanti l’esperienza è stata davvero indimenticabile. Nemmeno la scarsa quantità di neve – presente solo nei passaggi più in quota - ha intaccato il fascino del "winter challenge" più meridionale d’Europa.

Teatro della prova  la Riserva Naturale dei Giganti della Sila, nota anche come riserva naturale del Fallistro dal nome della località in cui si trova. Si tratta di un’area protetta in provincia di Cosenza, all’interno del Parco Nazionale della Sila, nota per i "Giganti della Sila" o "Giganti di Fallistro", cinquantotto pini larici ultracentenari di dimensioni maestose (fino a 45 metti di altezza con diametro alla base di due metri), i cui tronchi formano un perfetto colonnato naturale, e che sono spesso considerati “fratelli minori” delle sequoie americane, che raggiungono dimensioni quasi doppie in altezza e diametri alla base di più di dieci metri.

Gli atleti si sono sfidati nelle varie specialità - sci di fondo, fatbike, run e dog endurance - lungo le tre distanze da 140, 80 e 40 chilometri. Nessuna difficoltà per i favoriti, tra i quali Pietro Grande (generalità profondamente evocative, se possiamo permetterci!), già vincitore della gara più lunga lo scorso anno nella categoria bike, che divide il gradino più alto del podio con Stefano Romualdi. Un tempo record per loro di circa sedici ore, exploit favorito dal percorso scarsamente innevato, ma insodioso per la presenza del ghiaccio in quota. Alle loro spalle il gruppo di runners formato da Oliviero Alotto, Paolo Pagliaro, Lucio Carini e Giuseppe Monegato, vincitori di categoria. Sfortunata l’esperienza nella corsa di Emanuele Iannarilli, atleta XTERRA e protagonista la scorsa estate del primo tentativo di Guinness World Record di cross triathlon. Per lui un infortunio a metà gara ed il conseguente ritiro.

Nel pomeriggio, la partenza della 80 e della 40 chilometri ha vissuto attimi di grande emozione, con l’omaggio all’alpinista Carlalberto “Cala” Cimenti, ospite della scorsa edizione della manifestazione e recentemente scomparso (insieme all’amico Patrick Negro) sotto una valanga sulle sue montagne di casa. A “Cala” è stata dedicata una scritta luminosa ed in sua memoria è stato osservato un minuto di silenzio subito prima dello start. Tanti gli atleti al via, che lungo il percorso si sono divisi sulle varie distanze. Una gara difficile per loro, quasi totalmente in notturna, quando cambiano le regole, i suoni si fanno rarefatti e l’unico aiuto viene… dal GPS. Tante le problematiche, dovute al freddo ed all’orientamento, che hanno costretti alcuni atleti al ritiro e ad un intenso lavoro la protezione civile e tutti i volontari impegnati nel recupero di chi si è trovato in difficoltà. Primi al traguardo della 80 chilometri il romagnolo Giorgio Righi nella categoria bike, Alessandro Severini per lo sci e Francesca Canepa per la run. Per la campionessa valdostana un ottimo tempo finale, nonostante qualche il ritardo dovuto ad un problema con la pila frontale che ne ha richiesto la sostituzione.  Ecco il racconto della "sua" Sila3Vette:

"Ero un po' intimidita dal 'format' della prova ma quando sono arrivata ed ho visto questi boschi... mi è sembrato di essere tornata in Colorado! Mi sono sentita subito bene ed ho preso coraggio ma era la mia prima volta in navigazione e questo mi metteva comunque un po' di paura, molto più del freddo, anche perchè comunque vivo sulle Alpi... Bene o male però con la navigazione me la sono cavata, il problema l'ho invece avuto con la mia lampada frontale che doveva durare quarantotto ore ma mi ha mollata... dopo cinque! Comunque una bella esperienza. Al di là del fatto che... non li ho visti (perché guardavo sempre il terreno davanti a me) mi sono piaciuti molto i posti attraversati: mi sentivo a casa. Mi piacerebbe tornare e magari rifarla con la bici, anche se non sono una biker. Oppure a cavallo, se si potesse! L'importante è che non ci sia troppa neve, perché in quelle condizioni non saprei gestirmi e non vorrei andare in difficoltà e crearne agli organizzatori. Ognuno deve fare quello che sa fare!"

Nella 40 chilometri la vittoria va al giovanissimo Giuseppe D’Amico, che si aggiudica la categoria run e taglia il traguardo con qualche secondo di vantaggio su Francesco Sanseverio, vincitore in bike, mentre il gruppo formato da Magdalena Supinska, Erica Covelli, Stefano Forcella e Luca Natali - insieme ai loro bellissimi cani - si aggiudica la dog endurance.

Il grande entusiasmo mostrato da tutti gli atleti, professionisti e non, al traguardo di Camigliatello Silano è stato il premio per gli organizzatori, al lavoro da mesi per garantire lo svolgimento della gara in totale sicurezza, che sono riusciti ad ottenere il riconoscimento del CONI come competizione di valore nazionale e internazionale. Nonostante la rinuncia ai tanti stranieri che ogni anno si iscrivono alla competizione, il gran numero di partecipanti provenienti da tutta Italia ha dimostrato il prestigio della manifestazione, fortemente in crescita grazie anche al suo valore aggiunto: la Sila 3 Vette è la prima e unica Winter Race in Italia realmente ispirata alle grandi competizioni del nord Europa e si pone l’obiettivo di promuovere un turismo sportivo d’avventura in Calabria, valorizzando e riscoprendo il territorio dell’altopiano della Sila. L’avventura è infatti soprattutto l’occasione per conoscere un territorio per molti da scoprire, attraverso il percorso che si snoda lungo l’altopiano che unisce il Monte Scuro, il Monte Curcio e il Monte Botte Donato, la vetta più alta con i suoi 1928 metri: 5500 metri di dislivello nella 140K, continui saliscendi attraverso i comuni di Spezzano della Sila, Casali del Manco e San Giovanni in Fiore, per un’altezza media di 1600 metri. Qui nel 1947 la Riforma Agraria dell’Opera Sila ha permesso la costruzione di villaggi, oggi in stato di abbandono, ed è proprio con l’intento di promuoverne il recupero che la Winter Race - nella sua 140K - porta gli atleti in quei luoghi dimenticati ma meravigliosi.

“Vedere i sorrisi ed ascoltare le parole entusiaste degli atleti all’arrivo, pensando che a settembre era più facile rinunciare a questa edizione (ricordano gli organizzatori Giuseppe Guzzo e Mara Carchidi, ndr) ci fa capire che abbiamo fatto la scelta giusta. È stato un anno difficile sotto tutti i punti di vista ma la Sila3Vette per noi è un sogno, come lo è per tutti coloro che ogni arrivano dall’Italia e dall’estero solo per poter vivere questa avventura incredibile e scoprire ogni anno di questo territorio che non smette di sorprendere”.

 

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